Sono passate due settimane, ma Hanno Ucciso L’Uomo Ragno non smette di venire a trovarci nei ricordi. E dire che eravamo pronti per questo momento. Sapevamo che si trattava soltanto di otto episodi divisi in quattro appuntamenti. Ma niente da fare: quando Hanno Ucciso L’Uomo Ragno è giunta al termine, niente ha saputo consolarci, neanche la conferma da parte di Sydney Sibila di una seconda stagione. Anche perché in quel caso forse da ridere ci sarà ben poco, considerando la narrazione che ci aspetta, il momento in cui Mauro Repetto – spaesato – deciderà di abbandonare gli 883 scrivendo una nuova pagina della sua vita.
E così, adesso che Hanno Ucciso L’Uomo Ragno è giunta al termine e – almeno per il momento – sono rimasti solo i ricordi. L’unica cosa che possiamo fare per sentir meno la mancanza è ripensare al passato, dando di nuovo voce a quella nostalgia di cui abbiamo parlato per ben otto puntate. Questo sentimento ritorna sotto più punti di vista. E’ la nostalgia degli anni che abbiamo riconosciuto, ed è nostalgia nei confronti di Mauro Repetto e Max Pezzali, i due ragazzi di Pavia che abbiamo visto viaggiare lontano dal banco di scuola per salire sui palchi più importanti d’Italia. La nostalgia di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno, la Serie Tv che non ci aspettavamo di vedere in questo modo, per cui non avevamo preventivato di provare quella nostalgia.
Se c’è una cosa che Hanno Ucciso L’Uomo Ragno ci ha insegnato, quella è di non fuggire dalla nostalgia. E allora fiondiamoci verso questo sentimento, rivivendo i momenti della Serie Tv che più ci hanno fatto venire i brividi
“Che poi, perché Massimo?” – 1×01
Parte tutto così, alla fine della prima puntata. Un banco di scuola, un Massimo Pezzali al primo giorno di scuola come ripetente, e un Mauro Repetto intento a stilare l’ennesima classifica della sua vita per cercare di realizzare un progetto in cui finalmente avere un ruolo. Un momento che segna la fine della prima puntata di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno e che contemporaneamente ne segna l’inizio. Perché Massimo Pezzali, dopo una sola stretta di mano, ha capito di essere Max. E Mauro Repetto ha appena stretto la mano di un amico che non sa ancora di avere incontrato lungo il tragitto. Al momento, quel Massimo Pezzali – ora detto Max – dovrebbe essere soltanto il ripetente. Ma è stato qualcosa di più fin da quando Mauro ha guardato la maglietta, ritrovando in lui la sua stessa passione per la musica. Dando un nome a quella sensazione. Un nome che sarebbe diventato il nome di un’icona.
In quel momento per loro quella passione è astratta. Una cosa da fare per sopravvivere alla routine di provincia, conquistare le ragazze. Soltanto insieme scopriranno di avere un sogno, e di avere anche i mezzi per realizzarlo dopo una lunga e infinita serie di fallimenti che prima o poi capitano a tutti. Come nel caso di Einstein, che chiude la puntata dopo una bocciatura e la scoperta di un talento che non lo lascerà mai più. Einstein come Massimo Pezzali e Mauro Repetto.
Un collegamento che fino a questo momento nessuno di noi aveva mai immaginato, e che invece in questa prima puntata di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno è stato naturale. In quella stretta di mano c’è tutto: c’è l’inizio degli 883, la patria in cui tutto è cominciato diventando la colonna sonora di una generazione. Quella esatta scena è stata la prima di tante altre che ci avrebbero fatto venire i brividi, il sigillo di un’amicizia. Il primo momento emozionante di una lunga serie di altri momenti che avrebbero reso grande Hanno Ucciso L’Uomo Ragno.
L’ultimo bagno in piscina prima del gran concerto -1×08
Quella stessa amicizia consacrata da una stretta di mano si sviluppa in tutte le puntate di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno, tornando più carica che mai a qualche scena dal finale della prima stagione. I tempi sono oramai maturi per Mauro Repetto e Max Pezzali che, in breve tempo, già non sono più quelli di una volta. O meglio, loro non sono mai cambiati, ma diversa è la loro vita, la considerazione e le pretese che gli altri hanno nei loro confronti. Perché adesso Max Pezzali e Mauro Repetto sono gli 883, un nome che si pronuncia facilmente e velocemente, ma che dietro di sé porta la scia di responsabilità, una vita tutta da ricostruire e ri-modellare. Entrambi, nel momento più alto della loro carriera vissuto in quel momento, stanno facendo i conti con qualcosa di più grande di loro.
Max Pezzali ha sempre detto sì. Qualsiasi fosse la richiesta, la porta in faccia presa, il suo rapporto con Silvia. Ha sempre detto sì a tutto, pur non credendo troppo in quel sogno che Mauro cercava di far diventare reale. Ma adesso tutto si era realizzato davvero, e di fronte aveva qualsiasi cosa: aveva Mauro, il suo migliore amico, gli 883, Silvia. Aveva tutto, ma sembrava tutto un vuoto a perdere. Consapevole di aver perso la donna che aveva provato a conquistare per ben tre anni, Max si chiede indirettamente quanto conti il tempismo nella vita, e perché Silvia dovesse far parte della sua esistenza proprio adesso che il tempo mancava. In tutte quelle estati incatenate a Pavia, Max non ha mai avuto la possibilità di vivere la sua storia con Silvia. E adesso che finalmente poteva vivere quella relazione tanto sperata, tutto era pronto a sottrarlo da e a Silvia.
Max e Mauro capiscono di aver realizzato il sogno degli 883 proprio in questo momento, quando sentono di aver perso tutto il resto. Quando Max capisce di non aver più tempo per una relazione e Silvia si prepara a lasciare l’Italia, mentre intanto Mauro si chiede che ruolo abbia. Di fronte a quella nuova vita che si appresta a plasmare ogni aspetto della loro esistenza, Max e Mauro fanno l’ultimo bagno prima del grande concerto, ritornando simbolicamente a quella prima puntata in cui tutto è cominciato. Sulle note dei Kodaline, Max Pezzali e Mauro Repetto ritornano a essere due ragazzi di Pavia, e non un duo idolatrato. Ritornano a essere due ragazzi di provincia, facendo quel che meglio hanno sempre saputo fare: essere amici.