Cosa c’è di vero, e quanto invece è stato romanzato nella serie tv Hanno Ucciso L’Uomo Ragno, che racconta su Sky e NOW la nascita degli 883?
Tra le strade di una città di provincia, dove il tempo sembra scorrere più lentamente, si nasconde la storia di una delle band più iconiche del pop italiano. Pavia, con “le sue 106 farmacie e le sue due discoteche”, ha dato i natali agli 883 di Max Pezzali e Mauro Repetto. A raccontare questa meravigliosa storia è la nuova serie di Sky intitolata Hanno Ucciso L’Uomo Ragno. Ciò che i fan più appassionati si sono chiesti, però, è quanto ci fosse di vero nella storia e quanto fosse invece oggetto di fantasia.
Hanno Ucciso L’Uomo Ragno ci porta in un viaggio nel tempo, tra i ricordi e i luoghi che hanno visto nascere il fenomeno musicale. Il Ponte coperto, simbolo della città, fa da sfondo a questa narrazione, mentre il contrasto tra il Borgo basso, dove viveva il giovane Max, e il centro storico, dimora di Mauro, dipinge il quadro di una gioventù divisa tra tradizione e desiderio di fuga. Le discoteche Docking e Matisse, oggi solo un ricordo, erano l’epicentro della vita notturna, dove i sogni di gloria si mescolavano al sudore e alla musica. Il negozio di dischi, reminiscenza del Club 33, era il tempio dove i giovani pavesi cercavano ispirazione e novità musicali.
Eppure, la fiction Hanno Ucciso L’Uomo Ragno prende qualche licenza poetica (qui vi lasciamo la nostra recensione). Anzitutto, sposta l’incontro tra Max e Mauro dal reale Liceo Scientifico Copernico al più scenografico Taramelli, giocando con i tempi e i luoghi per creare una narrazione più coinvolgente. Ma, complessivamente, quanto di ciò che vediamo sullo schermo corrisponde alla realtà storica? Analizziamo i fatti:
Lo scenario urbano:
- Realtà: il Ponte coperto e il Borgo basso sono autentici luoghi pavesi, accuratamente ritratti.
- Finzione: l’ubicazione delle abitazioni di Max e Mauro è romanzata per esigenze narrative.
Le discoteche:
- Realtà: effettivamente esistevano due locali notturni, il Docking e il Matisse.
- Finzione: il numero “106” riferito alle farmacie è un’iperbole creativa degli autori.
Altri luoghi chiave:
- Realtà: la chiesa di Santa Maria del Carmine è fedelmente rappresentata.
- Finzione: il negozio di fiori del padre di Max appare con un nome diverso e in una location alterata.
Percorso scolastico:
- Realtà: Max e Mauro si incontrarono realmente al Liceo Scientifico Copernico.
- Finzione: la serie li colloca erroneamente al Liceo Taramelli, utilizzando addirittura le riprese di un terzo istituto.
Dettagli storici:
- Realtà: la traccia dell’esame di maturità citata è autentica del 1990.
- Finzione: il periodo scolastico è posticipato rispetto alla realtà biografica di Pezzali e Repetto.
Luoghi di ritrovo:
- Realtà: il bar Dante era il vero quartier generale degli 883, ma ha chiuso nel 2007.
- Finzione: la Bocciofila mostrata è in realtà un circolo romano.
Aneddoti:
- Realtà: l’episodio della consegna di fiori a Maria De Filippi è basato su un fatto reale.
- Finzione: diverse scene, come l’esame universitario di Mauro, sono romanzate.
Einstein a Pavia:
- Realtà: Einstein ebbe effettivamente legami con la città, ma non vi studiò.
- Finzione: la storia della sua presunta bocciatura a Pavia è un’invenzione narrativa.
Insomma, Hanno Ucciso L’Uomo Ragno intreccia abilmente elementi autentici della storia pavese e della vera biografia degli 883 con una narrazione romanzata. Questo approccio, pur sacrificando alcune precisioni storiche, riesce a catturare l’essenza di un’epoca e l’atmosfera che ha dato vita a uno dei fenomeni musicali più significativi degli anni ’90 italiani. Noi vi lasciamo con l’ultimo dubbio che ha attanagliato i fan, ossia quello sul personaggio di Silvia, di cui trovate qui i dettagli. L’unico a non far riferimento a una persona reale.