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Home » Hanno Ucciso L'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883

30 disagi che solo un vero fan di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno può capire

Hanno Ucciso L'Uomo Ragno 1x05/1x06, Max e Mauro negli studi di registrazione
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Noi siamo ancora fermi a quell’ultima scena sospesa. A quell’esatto istante in cui la Canzone per Silvia stava diventando Come mai e Mauro Repetto si mostrava interdetto a riguardo. Da lì un turbinio di domande, emozioni e amarezze sono emerse tra i fans di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno, che hanno iniziato a nutrire da subito la speranza per una seconda stagione. Tuttavia, a quel punto eravamo già carichi di tutta la bellissima energia di questa spumeggiante finestra pop anni ’90 sulla nostra nazione. A oggi sul web abbiamo già letto di tutto e di più sui due supereroi da palco! Ci siamo lasciati trasportare dal pessimo ottimismo di Max e dalla sfavillante tempra di Mauro, fiondandoci sulle ricerche più esasperate per andare a fondo alla vera storia degli 883 (ve ne abbiamo parlato qui).

Adesso che la conferma per un sequel ce l’abbiamo, non possiamo proprio permetterci di dimenticare alcun dettaglio, e l’attesa sembrerà meno pesante se tutti insieme parleremo ancora e ancora di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno, in modo da arrivare pronti e a braccia aperte a ciò che verrà dopo. Lo show possiede già tutte le carte in regola per diventare un vero cult a cui Sky e Now non potevano di certo rinunciare. Troppa storia, musica, cultura, realtà e romanzo si racchiude infatti in questa creazione che, col senno di più, le aspettative dei fans le ha di molto superate. Ma non mi rivolgo soltanto a loro. Anche i neofiti in termini di conoscenza degli 883, delle loro canzoni e quindi del loro fantastico percorso, hanno tanto apprezzato la compiutezza narrativa delle vicende e l’inimitabile brillantezza dei toni.

In Hanno Ucciso L’Uomo Ragno tutto scivola bene come non si vedeva da tempo!

La dedizione nel dipingere un quadro verosimile e fedele di quegli anni è stato sicuramente il fiore all’occhiello della serie. Sembra infatti ieri che nascevano i nostri fratelli e sorelle, eppure adesso hanno dai 30 anni in su e davvero esponenziali sono i progressi raggiunti finora. Parlo ovviamente in linea generale, sottolineando a maggior ragione le attuali possibilità di fare musica e di conseguenza, di conquistare fama, successo e influenza.

Attraverso i social media, infatti, Max e Mauro avrebbero evitato di gran lunga la pungente mediazione di Cecchetto, a cui dovevano quasi tutto, ma a caro prezzo. Con YouTube e Spotify i loro pezzi sarebbero arrivati davvero a tutti in pochissimo tempo. Altro che Cantagiro a Orbetello! Tuttavia, se gli 883 si fossero formati adesso, non avremmo mai avuto la loro mirabolante storia. E siccome non ne abbiamo parlato abbastanza, ecco a voi 30 disagi che soltanto i fans più incalliti del duo possono comprendere. Quindi, cuffie alle orecchie, che qui si va di Dj set!

Max e Mauro all'Aquafan in Hanno ucciso l'uomo ragno

1) Con un deca

Questa tra le canzoni forse meno conosciute degli 883, accompagna l’acrobatica sigla di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno e tutte le nostre giornate da quando abbiamo messo in play il primo episodio. Restiamo interdetti quando notiamo che non è la canzone omonima alla serie a introdurre i vari appuntamenti! Ma soltanto quando scopriamo che la loro prima vera canzone fu proprio Con un deca, capiamo che è stata una mossa geniale introdurre così lo show. Magari qualcuno di voi la conoscerà per la successiva riedizione prodotta con i Club Dogo. In ogni caso, è sempre una grande emozione sentirla. Quindi, come inno alla vita, non possiamo che cantarla forte quando ci troviamo pochi spicci in tasca ma tanta voglia fare.

2) Cosa è vero e cosa è falso?

Non riusciamo a frenare la lingua ogni volta che ci troviamo davanti a qualche scena di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno che sembra più romanzata delle altre. Consapevoli del fatto che anche la serie più ispirata a fatti reali utilizzasse un po’ di strategica finzione. E, devo dire, proprio la leggera tendenza a falsare qualcosa della narrazione è stata alla fine una buona trovata in termini di coinvolgimento per chi guarda.

Pertanto, scopriamo che quello lì non è il vero liceo in cui Max e Mauro hanno fatto la maturità che, tra l’altro, non è andata neanche così come l’abbiamo vista! Per poi rimanere davvero male della notizia che Silvia fosse un personaggio di fantasia e che quindi non rilevò mai davvero nella creatività di Max). Tuttavia, a noi piace pensare che una musa ispiratrice ci sia stata in tutti quegli anni. Viste le sue creazioni, non potrebbe essere altrimenti.

3) L’amicizia tra Max e Mauro

Ci luccicano gli occhi ogni volta che si tratta di quei due insieme. Non capita tutti i giorni infatti di conoscere o, ancor di più, provare un’amicizia così. Nata da un momento all’altro tra due compagni di scuola appena conosciuti. La passione per la musica volta a superare i propri limiti li ha uniti fino dal primo istante e insieme hanno capito che l’uno completava l’altro e viceversa. Quella piccola ma significativa tacca che mancava a Mauro, infatti, Max non solo la compensava ma riusciva anche ad esaltarla. E nonostante le differenze caratteriali, gli attimi di sconforto e i fatali litigi, gli amici veri si vedono anche al buio. Anche se non parlano da un anno e non sorridono più come i vecchi tempi. Questa è la morale più bella che potesse regalarci Hanno Ucciso L’Uomo Ragno.

4) Ricerche sugli 883

Nessuno di noi può negare di essersi perso tra i vorticosi meandri di Wikipedia, non appena ha finito la serie. Questo perché in pochi sapevano i dettagli della nascita e soprattutto della successiva evoluzione degli 883. Dopo il secondo album del 1993 Nord Sud Ovest Est, infatti, il duo delle due M si scioglie lasciandoci di stucco. Tuttavia, vedendo la prima stagione, sembra quasi impossibile che questo possa accadere, anche se le battute finali lasciano spazio a questa ipotesi. Pertanto l’altra mirabolante scoperta è che dopo il vecchio Mauro, Max si è unito a molti altri artisti mantenendo sempre il nome 883. Questo un po’ ci è dispiaciuto, e una spiegazione sul perché le cose siano andate così ce l’ha data Max in un’intervista (che abbiamo raccolto qui). Forse la risposta sta proprio nel disagio che ci accomuna!

5) Tutto su Mauro Repetto!

Parliamoci chiaro, i viscerali dubbi di Mauro (qui vi abbiamo parlato di chi è oggi) sull’essere messo un po’ in secondo piano rispetto al frontman Max, non erano poi così infondati. Molti di noi infatti, fan esclusi, non avevano ben chiaro il profilo dell’altro membro degli 883, e conoscerlo nella serie ci ha fatto risvegliare curiosi interrogativi. Ecco che abbiamo iniziato a non darci tregua per scoprire chi fosse il vero Repetto e cosa ne fosse stato di lui dopo lo scioglimento. Alcuni dicono sia andato in America a produrre un film fallimentare, altri in Francia come capo dell’animazione di Disneyland Paris. In conclusione, possiamo aspettarci da un tale personaggio! Che poliedrico ed eccentrico è dire poco.

6) La storia dell’Uomo Ragno

Come ci suggerisce lo stesso titolo della serie e uno dei più famosi brani degli 883, l’Uomo Ragno è il vero e indiscusso protagonista della storia. Ci siamo lasciati affascinare dall’accorato racconto di Lello in quel bar pavese, fatto di malinconia, nostalgia, rimpianti e sogni incredibili. Il povero Lello ha dovuto rinunciare a fare la sua musica in giro per il mondo, per condurre adesso una vita ordinaria da marito e padre. Le sue otto dita le usa adesso per accordare gli strumenti del negozio in cui lavora e per cambiare pannolini! I due ragazzi gli hanno voluto rendere omaggio con la loro canzone cult. Ma questa rinnega i toni più flemmatici e drammatici della realtà, per farci immergere in un universo fatto di colori sfavillanti e superpoteri.

7) Le copertine dei dischi degli 883

Ma quanto erano belle quelle copertine in pieno stile pop art degli album degli 883!? La prima stagione di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno ci mostra soltanto il primo e possiamo affermare che non ha rivali nel panorama italiano degli anni ’90. Fantasiosa l’idea di far sbucare Max e Mauro da un angolo, sconvolti per aver assistito all’omicidio di un temerario supereroe senza tempo. Mentre la scritta contenente il titolo a grandi lettere rosso fiammante, resterà sempre impressa nei nostri ricordi. E pensare che Max all’inizio non ne era per nulla convinto! La stessa però porterà loro fortuna alla fine e tutte le altre a seguire non si smentiranno nemmeno una volta, mantenendo alta la tradizione fumettistica e sbancando in termini di copie vendute. L’occhio vuole la sua parte e, in un epoca in cui fare promozione era molto più complicato di adesso, gli 883 sapevano davvero stare al gioco.

8) L’ansia del fallimento

Quante volte abbiamo sentito lo stomaco contorcersi quando anche Max e Mauro dovevano dimostrare di avere talento da vendere. Quella volta in cui Mauro doveva far ascoltare il suo mixtape a Gozzard o quando insieme hanno cantato sul palco Live in the Music su Italia 1! Per non parlare del momento in cui hanno consegnato Non me la menare a Cecchetto e le successive canzoni dell’album. Falliranno più volte e si sentiranno degli stolti ragazzini con la voglia matta di realizzare i propri sogni. Litigheranno pure tra di loro nei momenti in cui ad uno dei due sembrerà di sporcarsi le mani davvero per il nulla. Riusciranno però a rialzarsi sempre e a farsi forza reciprocamente. Questa d’altronde è la famosa regola dell’amico e Hanno Ucciso L’Uomo Ragno non perde tempo a farcela imparare bene.

9) Una voglia matta degli anni ’90

C’è chi li ha vissuti in pieno, chi invece solo di passaggio o non li ha proprio pizzicati! Hanno Ucciso L’Uomo Ragno in fondo fa contenti tutti. Infatti quella fedele ambientazione fa soltanto nascere un disperato desiderio di tornare a quegli anni. Un vero “disagiato” non avrà perso tempo a tuffarsi nella moda dell’epoca prendendo d’assalto tutti i mercatini vintage della città! Per non parlare poi delle automobili del tempo come la scenografica Lancia Delta di Pier Paolo o le prime strumentazioni di produzione discografica, adesso vera roba da museo. Se però dovessi fare un appunto, i capelli… quelli meglio di no! Mauro e Sandy Marton dico a voi. Un salto dal parrucchiere ogni tanto, no?

10) L’Aquafan di Riccione

Lo sentivamo nominare ogni estate dai nostri cugini più grandi, l’Aquafan! Infatti, dal meridione pregavano i genitori di poter andare a fare un tuffo in quell’oasi di movida e divertimento estremo. I nostri giovanissimi 883 hanno fatto proprio lì il loro primo atteso debutto, dopo il fiasco del Cantagiro e l’impossibilità di andare al Festivalbar. Tra fans gasatissime, interviste, autografi e grandi personaggi, i due ragazzi erano a un passo dal diventare dei veri VIP. Peccato che dopo il piacere segue inevitabilmente il dovere. Ed ecco infatti che Cecchetto non ha perso tempo a costringere indirettamente Max a rinunciare al suo primo amore, trascinandoli in una full immersion per il nuovo album. Quella è stata l’estate degli 883 e come loro, tutti noi ne abbiamo vissuto una così!

11) Non avete nostalgia di quei telefoni!?

“Fra un po’ vedremo in giro gli ologrammi e questa pensa ancora ai telefoni fissi di 30 anni fa!”, dirà qualcuno. Quindi sì, ammetto che il telefono rivestito in velluto di Max o quello sul comodino di Silvia fanno un certo effetto alla maggior parte di noi smartphone-muniti. Che bello è ricordare quell’epoca in cui gli amici dovevano chiamarti al telefono di casa, al quale puntualmente rispondeva uno dei genitori. Se non c’eri però ti lasciavano il bigliettino con su scritto chi aveva chiamato.

E ogni volta che si trattava di Silvia, Max non stava nella pelle! Rilevante però era la stanza in cui si trovava il telefono e di solito era sempre nel crocevia dell’appartamento, in modo da rendere mamma e papà partecipi delle conversazioni tra adolescenti. Tanto che, quando Max è riuscito a comprarsi il primo telefono senza fili, ci siamo sentiti anche noi nel futuro. Sì, in quello che abbiamo già superato alla grande!

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