Nel particolarissimo universo delle Serie Tv Western, “Hatfields & McCoys” si distingue per una serie di interessanti fattori: guardatela!
Se la faida tra Hatfield e McCoy non era proprio il vostro pezzo forte ai tempi delle interrogazioni liceali non temete, è perfettamente normale che da questa parte dell’Atlantico non si abbia dimestichezza con essa, laddove invece negli USA questo è ritenuto un vero e proprio pezzo di storia americana estremamente conosciuto a tutte le latitudini della società a stelle e strisce.
Parliamo di una lunga, lunghissima e sanguinaria vicenda (vera!) che ha visto come protagoniste queste due famiglie del Sud, inizialmente unite sotto la bandiera dell’Unione e poi lontane che più lontane non si può per colpa di…beh la causa non è tuttora proprio chiarissima, sta di fatto che in pieno dopoguerra Hatfield e McCoy se le sono suonate di santa ragione per 26 lunghissimi anni (dal 1865 al 1891), con morti atroci da ambo le parti e conseguenze potenzialmente nefaste per due Stati importanti come Kentucky e West Virginia.
Nel 2012, History ha deciso di tramutare questa faida in una Serie Tv, assumendo un regista brillante come Kevin Reynolds e arricchendo il cast con nomi di sicuro affidamento del calibro di Tom Berenguer, Bill Paxton e Kevin Costner (convinto a tornare a recitare sul piccolo schermo dopo ben 27 primavere d’assenza).
Il risultato è stata una miniserie brillante, grintosa e molto edificante dal punto di vista della riflessione su temi delicati quali il senso dell’onore, i valori della famiglia e la legittimità della vendetta.
Qualora non vi bastassero questa premessa, 5 Emmy e 1 Golden Globe, Hall of Series quest’oggi vi fornirà un’analisi più attenta di “Hatfields & McCoys” nella speranza di invogliarvi a darle una chance. Non ve ne pentirete.
Innanzitutto il contesto.
L’800 americano è un periodo tremendamente importante per lo sviluppo economico, sociale e culturale di un Paese un tantinello importante per la storia umana se è vero come è vero che, Russia e Cina permettendo, è stato al comando del Pianeta a lungo.
Questa Serie mostra benissimo quanto grezzi fossero gli USA ai loro albori e allo stesso tempo ci lascia intravedere quel misto di patriottismo, moralismo e “voglia di fare la cosa giusta” che ancora oggi gonfia il petto di ogni americano quando si accenna ai valori fondamentali della nazione: non esiste un termine specifico per definirlo, ma si fa riferimento a quel quid caratteriale, a quello sguardo fiammeggiante e a quell’innato senso per la concorrenza che, piaccia o non piaccia, ha reso questo popolo quello che è oggi.
Ottimo lavoro anche per quanto concerne i costumi, semplicemente perfetti in ogni dettaglio a partire dai cappelli per arrivare ai fucili passando per giubbotti e gonne, oltre che per la scenografia, la quale ha offerto ambientazioni naturali e urbane in grado di rapire l’occhio dello spettatore sempre e comunque.
Sulla sceneggiatura, invece, il discorso può essere differente poiché per adattarla ai tempi televisivi e per aggiungere quel briciolo di spettacolarità richiesta a qualsiasi show, la vicenda è stata cambiata in alcune parti, senza stravolgere assolutamente il messaggio che Reynolds voleva mandare e senza togliere nulla a una vicenda talmente grottesca già di suo da risultare credibile anche dopo qualche ritocchino.
Superbi i dialoghi, ebbri di termini in disuso e di metafore tanto rozze quanto esilaranti (vi invitiamo fin da ora a fare attenzione a quella che riguarda la ruota del carro…semplicemente geniale), con un ritmo notevole e un’intensità capace di tenere sul chi vive non solo i protagonisti stessi, ma anche chi li osserva.
Qualche riga fa si accennava a un cast grandioso.
Kevin Costner è ovviamente la punta di diamante. La sua interpretazione di Devil Anse Hatfield è come al solito all’insegna della classe, ti fa assaporare ogni espressione del suo iconico viso e nonostante la straordinaria bellezza del vecchio Kev riesce a impedirti di innamorarti di un personaggio a tratti veramente affascinante, capace però di macchiarsi di una serie di azioni non da lui che non era affatto facile rendere nel modo giusto. Un Golden Globe più che meritato, direi.
Fantastica performance anche per Bill Paxton, che ci fa vedere il vecchio, burbero e bigotto Randall McCoy senza nasconderci tutti i suoi numerosi spigoli ma anche conducendoci attraverso percorsi della sua anima che probabilmente non saremmo stati in grado di cogliere da soli. Questa è per altro una delle ultime apparizioni del texano, recentemente scomparso a 62 anni per un infarto. La sua rimane una carriera attoriale che si può definire colossale, anche grazie a questo ruolo.
Forse per la prima volta il grande pubblico nota il visetto brillante di Boyd Holdbrook (che forse potreste aver intravisto da qualche altra parte), che con grandissimo impegno dimostra che passare da modello ad attore è un’impresa ardua, ma tutt’altro che irrealizzabile. Sorprendente.
Si rivede anche quel vecchio lupo di mare di Tom Berenguer, che a discapito di qualche operazione di plastica facciale andata male non ha perso un’unghia del proprio talento come ben dimostra il suo Jim Vance, un pazzo ubriacone capace di tutto e del contrario di tutto, che molti considerano il vero responsabile di tutta questa storia.
Tra le donne, menzione d’onore per Sarah Parish (Levicy Hatfield), la quale incarna perfettamente un’ideale di donna forte e intelligente, ancora con le mani legate dalla storia per potersi imporre sul marito, ma sufficientemente sveglia da far sentire la propria voce anche in momenti in cui una femmina sarebbe dovuta starsene in silenzio (per i canoni di allora, of course). Davvero brava.
Ah, quasi dimenticavo, c’è perfino un ruolo minore per Powers Boothe, un esperto del genere Western! É mai esistita una Serie Tv degna di questo nome senza quei lineamenti marmorei? Non credo.
Non vi vogliamo svelare molto della trama, d’altronde qui dentro siamo tutti ossessionati dalla serialità e se si può evitare uno spoiler lo si fa volentieri.
Sappiate però che questa faida, che a volte potrà sembrarvi talmente distante dal verosimile da scadere nel demenziale, ha il merito di mostrare senza remore la debolezza e la ridicolaggine della natura umana, insieme ai suoi più grandi difetti.
Cosa fareste voi se uccidessero vostro padre davanti ai vostri occhi? Come vi comportereste se vostra figlia vi si rivoltasse contro? Davanti al disastro, scegliereste i valori che vi sono stati tramandati o vi fidereste dell’istinto? Quello che fate, anche le cose più deprecabili, lo fate per voi stessi o per la vostra famiglia? Quanto siete disposti a mettere in gioco per le persone che amate?
Queste non sono domande banali e tornano di continuo nelle vicende di questi cowboy che la scena prima vi sembrano dei bifolchi, quella dopo degli eroi romantici avvolti da un’aura di nobiltà e quella dopo ancora sarete voi, perfettamente calati in quella realtà, chiamati a fare i conti con scelte impossibili.
3 puntate, quasi 5 ore di girato e un’unica stagione di riferimento: spendete bene il vostro tempo forestieri, guardate “Hatfield & McCoys”!