Presidente e First Lady degli Stati Uniti, cioè Frank e Claire Underwood. Hanno costruito il loro impero in House of Cards per favorire l’ascesa di Frank, ad ogni costo: vite si sono sacrificate per ottenere ciò che volevano. Ma hanno realmente avuto cosa volevano? Frank sicuramente; Claire non proprio. Il finale della terza stagione ci proietta verso la rottura della coppia, dovuta sostanzialmente al fatto che l’ambizione di Claire non è inferiore a quella del marito: vuole il potere. La quarta stagione ci dà risposte definitive al proposito, con una netta divisione fra la prima e la seconda parte.
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La foto ritratto nella terza stagione
Eravamo rimasti con la cosiddetta ribellione di Claire: umiliata dalla lite con il marito, decide che la cosa migliore è lasciarlo e costruire un progetto che veda lei al centro, e non come elemento collaterale. Questo porta ad un fortissimo odio reciproco, dimostrato ampiamente dai tentativi politici di distruggersi vicendevolmente. A questo punto, lo spettatore si convince in maniera definitiva che quello che per anni è stato fatto passare per amore nascondeva in realtà un profondo odio (si pensi alle allucinazioni di Frank in cui cerca di uccidersi a vicenda con la moglie). Ed ecco l’errore. Il punto massimo dell’odio che ci viene mostrato risulta essere un punto di partenza per una nuova e decisa unione.
C’è un evento infatti che cambia le carte in tavola. Dopo che Claire ha fatto capire a Frank come può distruggere la sua campagna se non le promette il ruolo di vicepresidente, il Presidente rimane ferito dopo l’attacco di Lucas Goodwin. Nel periodo di assenza, possiamo ammirare Claire in tutta la sua ambizione e sete di potere: a differenza del periodo in cui era ambasciatrice, si rivela anche brava. La gestione del caso Russia-Cina è emblematico ed è l’esempio lampante di quanto l’ambizione della First Lady sia, come quella del marito, quasi “inumana”: nonostante le venga comunicato che il marito si debba operare, decide di recarsi ugualmente in Germania per concludere l’accordo a fianco del vicepresidente Blythe e, quando le comunicano che Frank è al telefono per parlarle dopo l’operazione, non parla subito con il marito per completare la sua opera di persuasione con Petrov. È qui probabilmente che Claire si rende conto che effettivamente per affermare il potere che tanto ricerca ha bisogno della figura del marito; marito che si decide a concederle il ruolo di vicepresidente con operazioni politiche degne delle trame ingannevoli della prima stagione (il raggiro del segretario di Stato Durant è impressionante).
Quindi tornano insieme: ed è incredibile come questa nuova unione sia più forte e rigenerata rispetto a quella ammirata nelle prime due stagioni. Il paradosso nasce nel momento in cui questa nuova collaborazione giunge con la relazione di Claire con il giornalista Tom Yates: Frank accetta molto volentieri questa situazione, facendo apparire il tutto molto surreale (ma avevamo intuito già nelle prime stagioni che le storie d’amore collaterali sono sempre state tollerate da entrambi); si pensi per esempio alla scena della colazione allo stesso tavolo dei tre protagonisti di questa specie di “triangolo”. Oggi, rispetto al passato, non c’è nessuna vendetta da completare, ma una “tirannia” da mantenere ed affermare: e questa volta Claire è a fianco a Frank, non dietro di lui o un gradino sotto. La First Lady, dopo l’incidente a Frank è incredibilmente meno umana rispetto al passato: senza scrupoli, terrorizzata dall’idea che possano emergere dettagli ancora più inquietanti di quelli già emersi nell’indagine giornalistica dell’ex redattore dell’Herald Tom Hammerschmidt. La loro risposta? Il terrore. La scena finale della stagione, con l’uccisione dell’ultimo ostaggio da parte dell’ICO (l’Isis della serie) avvenuta in diretta nello schermo della “situation room”, vede marito e moglie per nulla turbati dalle immagini violente e anzi, in una fusione che rappresenta il massimo fin qui mai visto nella serie, entrambi fissano il pubblico, cosa che è fino a questo momento stata prerogativa di Frank. Non più ora: Claire è definitivamente un tutt’uno con il Presidente.