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House of the Dragon 1×05 – Segreti

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**ALLERTA SPOILER: seguono spoiler sulle prime cinque puntate di House of the Dragon e dell’intera Game of Thrones**

I matrimoni sono la prima causa di morte a Westeros. Lo dice la scienza e lo conferma la quinta puntata di House of the Dragon (rilasciata in esclusiva su Sky e NOW il 19 settembre). We Light the Way è il titolo, ma quello con cui l’ha soprannominata Vulture sembra essere il più appropriato: “One Wedding and Two Funerals”. Non abbiamo ancora smesso di commentare e memare il quarto, coraggioso ma controverso, appuntamento del prequel di Game of Thrones (La recensione del 1×04 – King of the Narrow Sea o, se le avete perse, Le Pagelle 1×04 – L’esterna di Uomini e Donne) che è già arrivata una quinta puntata a tramortirci. A questo punto capiamo perché Ryan Condal definì House of the Dragon una “Succession, ma con i draghi”. Fatta eccezione per chi ha già letto Fire & Blood, ogni certezza che abbiamo sui personaggi viene dilaniata scena dopo scena. Ogni volta che siamo certi di aver individuato l’avversario principale, ogni volta che sottovalutiamo qualcuno o pensiamo che la minaccia sia stata sventata dobbiamo ricrederci. È frustrante, ma è ciò che rende la trama vibrante, e che ci sta facendo attendere ogni nuovo episodio come attendevamo quelli della serie madre. Il quinto è stato un episodio rabbioso, furente come mille morsi dei cani di Ramsay Bolton. Per certi versi è stato anche triste, ma non solo perché ha ucciso due personaggi fantastici appena introdotti. Ahinoi, è stata l’ultima volta in cui abbiamo potuto apprezzare il lavoro favoloso di Milly Alcock ed Emily Carey, le quali passeranno il testimone alla versione adulta dei loro personaggi, dieci anni dopo, interpretati rispettivamente da Emma D’Arcy e Olivia Cooke. La loro ultima puntata, però, segna anche una svolta concretizzatasi in un crescendo tortuoso di emozioni, sguardi, incertezze e rabbia che, con forza, ci hanno trascinato in una scena di nozze degna dell’universo di Game of Thrones. L’unica piccola pecca, di nuovo, è stata la fretta.

L’importanza dei punti di vista in House of the Dragon sia dentro, sia fuori la storia

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Sin dall’inizio, Condal e Martin hanno saputo come conquistarci. Ci hanno fatto passare la sbornia dopo quell’ottava stagione e hanno capito che per trascinarci in una nuova avventura in giro per i Sette Regni avrebbero dovuto sedurci e lasciarci febbricitanti alla fine di ogni episodio, proprio come ha fatto Daemon con Rhaenyra. Se pensavamo che il quarto avesse già raggiunto il picco della narrazione, il quinto si è superato. Ha convogliato la tensione accumulata e ce l’ha servita in un finale spettacolare, sanguinolento e da crepacuore. Non è nel nostro stile ma, considerando la natura squisitamente femminista del prequel, è impossibile non sottolineare il doppio punto di vista femminile della puntata, che avvalora l’impalcatura ideologica della trama e concretizza le chiacchiere. We Light the Way, infatti, è stato diretto ancora una volta dalla regista Clare Kilner mentre nel reparto scrittura troviamo la firma di Charmaine DeGraté (scrittrice e co-executive producer di Daisy Jones & The Six e The 100). Una storia in cui si riflette sui vincoli della società patriarcale non poteva non lanciare la palla alle dirette interessate, soprattutto nelle puntate in cui queste questioni rappresentano la chiave di volta:

Dirigere scene del genere (scena del bordello, House of the Dragon, 1×04) può essere davvero difficile. È una grande responsabilità, ed è importante riprenderle dal giusto punto di vista. Essendo una regista donna, sono cresciuta guardando come i registi uomini hanno diretto le scene di sesso perciò devo davvero ripensare a come girarle perché le mie preferite non sono mai state riprese dal punto di vista di una donna. Ora siamo arrivati a un punto in cui diciamo: “No, fermi: qual è il punto di vista della donna qui?”. Ed era davvero importante per me che questa fosse una scena in cui le persone si divertissero allo stesso modo e si liberassero dai vincoli del mondo in cui sono costretti a vivere.

Clare Kilner, House of the Dragon | S1 EP4: Inside the Episode (HBO)

Un mistero chiamato Daemon

We Light the Way (640x360) Lady Rhea Joyce

Non facciamo in tempo a innamorarci della tempra regale di Lady Rhea Joyce (Rachel Redford), la tanto detestata moglie del principe, che questa muore per una brutta caduta da cavallo. È Daemon che la elimina, schiacciandola come si fa con una mosca fastidiosa, per impadronirsi di Runestone… e tornare single. Una licenza oscura dal romanzo che gli showrunner si sono concessi. Per lui è solo un ostacolo che gli impedisce di arrivare al trono. Oppure alla principessa? Ormai sappiamo che quando indossa il mantello da Assassin’s Creed e posa come Giordano Bruno accadrà qualcosa di brutto. Eppure! Arrivati a questo punto è chiaro come il potere di una penna meravigliosa e di un interprete straordinario come Matt Smith possano portarci ad amare dei personaggi tanto ignobili e discutibili come il fratello di Re Viserys. Decisamente un nuovo Roman Roy di casa HBO.

Finora Daemon ha commesso una serie di atrocità dopo l’altra: ha giustiziato senza processo due carrettate di criminali a King’s Landing; sventolato a tradimento bandiera bianca; rubato l’uovo di drago a suo nipote morto; malmenato un messaggero; sedotto e abbandonato sua nipote appena maggiorenne e ora ha ucciso senza pietà la moglie che non ha mai voluto. E noi spettatori che facciamo? Lo adoriamo! O abbiamo dei seri problemi oppure questa è l’ennesima dimostrazione dei miracoli che può fare un personaggio ben scritto, caratterizzato e interpretato come questo. Con una ventina di parole, un ingresso spavaldo a una festa a cui non era stato invitato e il solito sguardo penetrante, Daemon è riuscito a dominare la puntata.

Quando le tue virtù sono considerate una debolezza

King Viserys I Targaryen

Ser Otto Hightower è fuori dai giochi. In parte è per colpa di sua figlia, la regina, che non gli ha creduto. Non sappiamo se tornerà, ma intanto ha piantato il seme della discordia accendendo una nuova miccia, Lady Alicent Hightower, che esorta a preparare Aegon al trono. La regina ha voltato le spalle all’erede designata, che non l’ha invitata a bere “quel tè”. La Green Queen ha iniziato le sue macchinazioni. Il suo ritardo intenzionale (con tanto di battuta sessista di Jason Lannister) e il colore del suo vestito sono un chiaro segnale. Il faro della torre di Casa Hightower che illumina la strada alle navi mercantili, come spiega Larys Strong, si colora di verde quando Oldtown chiama gli stendardi alla guerra. Da qui appunto il titolo dell’episodio.

Re Viserys, invece, è andato al castello uggioso di High Tide a Driftmark per elemosinare la mano di Ser Laenor Velaryon, figlio di Lord Corlys Velaryon e la Principessa Rhaenys Targaryen e cavaliere del possente drago Seasmoke. La mancanza di un’accoglienza canonica è uno smacco che Aegon il Conquistatore non avrebbe perdonato. Dopo un accordo sul cognome, raggiungono un compromesso soddisfacente: i figli di Laenor e Rhaenyra porteranno il cognome del padre, ma quando un erede salirà al trono sarà conosciuto come Targaryen. La lungimiranza di Corlys, forse, si rivelerà determinante nella lotta alla successione che si appresta a scoppiare.

Le condizioni del sovrano sono critiche, non solo per il mal di mare.

Paddy Considine (640x360)

Sebbene il morbo di cui è affetto non venga nominato, Paddy Considine ha rivelato che Viserys soffrirebbe di “una forma di lebbra”. Mentre fuori una malattia lo sta spolpando vivo (che no, non è il morbo grigio), diventa sempre più chiara la metafora dell’essere re, lo stress e la tensione a cui è sottoposto mentalmente. In questo quinto episodio di House of the Dragon viene fuori la vera essenza di Viserys. Non è smidollato, come credevamo. La sua è una debolezza solo nel mondo in cui vive. L’ammirevole sensibilità e il suo acume dovrebbero essere, invece, una virtù, una forza. Consapevole che la sua ora è vicina, chiede al nuovo Primo Cavaliere, Lyonel Strong (Gavin Spokes), in che modo pensa che verrà ricordato nei libri di storia. Ambiva a diventare un nuovo “Conquistatore” e sa di aver fallito. Il trono lo ritiene indegno. È questo dunque il prezzo da pagare in una società in cui la violenza, la guerra e la forza bruta sono considerate le uniche virtù. Viserys è un uomo saggio, un re attento e un padre amorevole, ed è proprio questa la sua condanna. La stessa che, in modo differente, attanaglia suo fratello.

Daemon Targaryen - House of the Dragon 1×05

Nell’ultima settimana non abbiamo parlato altro che dell‘impotenza di Daemon, una teoria confermata dai creatori stessi del prequel. “Sapevo che non potevi finire” sono anche le ultime parole della signora di bronzo! Eppure, per quanto ci riguarda, la questione è molto più complessa, e per questo affascinante. Lungi da noi inerpicarci su questioni mediche o psicologiche, Daemon ha dimostrato nella prima puntata di poter avere un rapporto sessuale, almeno dal punto di vista fisico. I motivi per cui “si tira indietro”, per dirla in maniera pulita, sono squisitamente emotivi. Nel suo mondo, come dimostra il re, non c’è posto per la debolezza. L’uomo “deve fare l’uomo”, cioè deve dimostrare la propria virilità sul campo di battaglia e a letto mentre la donna deve fare lo stesso, sfornando eredi in silenzio.

Daemon è nato secondo, e sembra destinato a esserlo. I suoi exploit di ira, i suoi gesti barbari, sono la diretta conseguenza delle pressioni sociali che non permettono all’uomo di vacillare. Ma anche Daemon ha dei sentimenti – per sua nipote – che tiene imbottigliati e offusca con una nube eccessiva di virilità. Il principe cerca di controllarsi. Poi, nel finale di puntata, esplode in un comportamento pericoloso condito di invidia, gelosia, rabbia e incertezza. Vuole quel trono, sebbene voglia di più l’approvazione e l’amore di suo fratello. E sebbene fatichi ad ammetterlo a sé stesso, vuole Rhaenyra sia da un punto di vista carnale e romantico che come alleata politica; soprattutto ora che ha avuto la prova che lei è un drago, proprio come lui. All’inizio pensavamo che fosse la minaccia più grande per la stabilità del regno. Lo è ancora, ma non è più l’unica. Un’alleanza pericolosa si è istaurata tra l’astuto Larys Strong (Matthew Needham), Lady Alicent – e famiglia – e Ser Criston (artefice di una gaffe da sit-com).

Segreti, bugie e tanta rabbia repressa

Ser Criston Cole - House of the Dragon 1x05 (640x360)
Ser Criston Cole – Fabien Frankel (640×360)

Lui le parla di arance e tramonti, lei le risponde parlando di troni e lignaggio. Rhaenyra Targaryen è cresciuta e, sebbene non indossi la corona, è una regina. Pensa, agisce e calcola come una regnante, come una stratega. Anche in questa puntata i parallelismi sono eloquenti. Per Rhaenyra, Leanor e il suo amante Joffrey – the “Knight of Kisses” il matrimonio è il miglior accordo che potessero ottenere perché garantisce sia serenità alla loro famiglie, sia la libertà per tutti di mangiare anatre o oche. Che dire, il simbolismo con il regno animale ha raggiunto un livello di maturità sorprendente, compensando perfino la mancanza di quella verve ironica che contraddistingueva la serie madre. Invece per Ser Criston Cole la sua situazione rappresenta il massimo disonore, che sperava di sanare con una fuitina romantica a Essos. Non vuole essere una “cortigiana”, per questo tenta di porre fine alla sua vita facendo hara-kiri.

La sua storyline, che fortunatamente è stata salvata in extremis da Alicent, rappresenta un unicum nella storia della televisione. Forse è la prima volta che vediamo un cavaliere sedotto, violato, illuso e abbandonato da una donna che ha compiuto un abuso sessuale nei suoi confronti. Ma che le si è già ritorto contro. Così, mentre Daemon afferra Rhaenyra con un gesto spinto dall’amore e dalla collera, un suono angoscioso, come un latrato di cani, interrompe la “danza dei draghi”. Daemon si è dileguato mentre la principessa viene scaraventata via. Arriva quindi il secondo spappolamento di crani della puntata. Terribile quanto quello tra la Montagna e la Vipera.

House of the Dragon

La festa per inaugurare un’intera settimana di tornei e celebrazioni in occasione del matrimonio reale tra Rhaenyra e Laenor è una sequenza crudele, magniloquente e magnetica dominata da un intreccio di sguardi infiammati, come avviene in Succession. La regina osserva disgustata e furibonda la sua (ex) migliore amica, ora solo “figliastra”. Il re guarda in cagnesco Daemon che guarda la principessa con la stessa intensità con cui Ser Joffrey Lonmouth osserva Laenor mentre Ser Criston diventa via via una pentola a pressione sul punto di fischiare. Non sappiamo cosa, ma sappiamo che sta per succedere. È Ser Criston a esplodere, sfogando la sua rabbia contro il suo compagno di segreti. Ma lo spettacolo deve continuare. Nella stessa sala, ora tetra, ai piedi della pozza di sangue di Joffrey, il matrimonio tra flotta e draghi viene suggellato. Una seconda era di draghi è stata inaugurata nel Continente Occidentale. Viserys crolla sfinito. Non importa quanto si impegni, i suoi piani finiscono sempre con il sangue.

Tra un boccone di maiale, un bicchiere di vino e un raggiro, il primo matrimonio di House of the Dragon finisce in pieno stile Game of Thrones. Come al solito c’è una pozza di sangue e interiora da lavare via dal pavimento, con tanto di topo in transito. Sarà lo stesso che ha visto Alicent quella notte? È dunque la conferma che la regina ha iniziato a muoversi sullo scacchiere?