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House of the Dragon 2×08 – Gli echi del futuro

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su House of the Dragon 2×08 e sul finale di Game of Thrones.

L’orizzonte si sposta, sempre più avanti. Mentre gli echi del fuoco e del sangue si confondono sulla linea di un futuro intangibile, l’eterno presente cede il passo all’eterno futuro. In lontananza, la guerra impazza tra gli spietati istinti di due fazioni che si consumano, fino a trasformare il mondo in cenere. Sotto i nostri occhi, il presente rimanda l’appuntamento con l’imponderabile. L’inchiostro è asciutto, all’interno delle pagine di una storia già scritta ancora prima di poter vivere il proprio tempo. Una storia conosciuta ormai da numerosi protagonisti di questa tragica avventura, derogata a loro stessi e ai posteri in nome di una pace impossibile. Tra il suggestivo incombere delle profezie, le utopiche negoziazioni e i fisiologici riposizionamenti nel complesso quadro bellico, House of the Dragon 2×08 (disponibile su Sky e Now) porta a congedare la stagione con un imperativo: la guerra è alle porte. E prima o poi, arriverà davvero.

Avremmo potuto dire altrettanto a proposito del finale della prima stagione, e per questo dobbiamo fare i conti con un’eterna attesa che si protrarrà per almeno altri due anni. Ci ritroviamo a vivere un’esperienza intensa e immersiva. Il racconto ci porta a vivere il conflitto, tenendoci alla porta. L’orizzonte si trascina più in là. Parte dei Targaryen si proietta nel futuro e affronta una storia che ha ripreso il proprio spazio vitale. Se da un lato la guerra cancella il passato in nome di un orrore che disconosce il valore inestimabile della memoria, dall’altra il futuro invade il terreno della guerra, dando un nuovo senso e nuove motivazioni a ognuna delle parti in causa. Gli echi del domani rimbalzano all’impazzata, dominando così House of the Dragon 2×08.

House of the Dragon 2×08 – Gli echi del futuro

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Inevitabile, iniziare da qui. Dai numerosi rimandi diretti al destino di alcuni personaggi e a tutto quello che conoscevamo fin dai tempi di Game of Thrones. Come abbiamo evidenziato più volte all’interno dei nostri approfondimenti, è ormai plateale l’intenzione di dare un senso differente al finale della serie madre: la chiave, in tal senso, è la profezia di Aegon il Conquistatore, della quale parleremo tra pochissimo. Con un personaggio che ha rubato la scena nel corso di House of the Dragon 2×08, non senza stupire il pubblico che si sarebbe aspettato maggiore azione all’interno di un season finale: Heleana Targaryen.

Chi è, davvero? La Regina consorte? La sorella di Aegon II?

Poco conta, ormai. Prima di tutto, per se stessa. Slegata ostinatamente da qualsivoglia senso del dovere nei confronti della casata a cui appartiene, porta con sé il peso di un destino già scritto e la forza greve di un ruolo profetico.

Nell’arco di tutta la stagione, Helaena ha affermato la propria individualità tra le sciocche contese per il potere. Ha rinnegato lo stesso in virtù della complessa ricerca di una qualche forma di stabilità, conscia dell’esistenza di un disegno più ampio che supera la mera sopravvivenza personale. Non la guerriera, non la cavalcatrice di draghi né la madre del focolare: è in qualche modo la nemesi di Alicent, nonché sua fonte d’ispirazione per la forma inedita che sta ormai assumendo. All’interno della Danza dei Draghi, Helaena è un elemento del tutto estraneo. La sua assenza incombe con la più ingombrante delle presenze silenziose, lasciandoci con una domanda fondamentale: fin dove si spingono, i suoi poteri?

L’avevamo delineata fin qui coi tratti piuttosto “abituali” della “sognatrice”, figura piuttosto tipica tra i Targaryen, ma l’incursione nella visione di Daemon, abbinata a un rientro in scena coi medesimi abiti e l’espressione assorta di chi è ormai più proiettata nel futuro che nel presente, apre lo spazio a nuovi scenari. Che ruolo giocherà da qui in poi? Cosa è davvero capace di fare? Pur non volendo (e non potendo) evocare le scorrette associazioni col Corvo con Tre Occhi (e l’ha fatto più di qualcuno, nelle ultime ore), la forte centralità della sua figura in House of the Dragon 2×08 suggerisce la necessità di approfondire la vicenda. Con ogni probabilità, senza avere la possibilità di avere una risposta esaustiva.

House of the Dragon 2×08 – La principessa che fu promessa

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A tal proposito, la visione di Daemon – generata da Alys attraverso l’albero-diga di Harrenhal – ha sollevato un ulteriore interrogativo, ancora più importante: dove andrà a parare la questione del Principe che fu Promesso? Come ben sappiamo, la profezia di Aegon il Conquistatore è una componente attiva e fondamentale di House of the Dragon. Richiamata direttamente fin dal primo episodio, trova la sua incarnazione nell’onnipresente daga che ucciderà poi il Night King. E si arricchisce nel secondo finale di stagione di un dettaglio che dettaglio non è: la serie, infatti, ha suggerito implicitamente che la donna del destino, la sola capace di riuscire l’umanità contro la terribile degli Estranei, possa essere Daenerys Targaryen.

Gli indizi, d’altronde, sono molto più di indizi. La visione di Daemon incatena nel montaggio esplicito un White Walker (Targaryen, a giudicare dai suoi capelli), una cometa rossa (il cui passaggio richiama l’avvento della figura leggendaria) e una donna nuda che rinasce tra il fumo e il sale mentre vengono al mondo i suoi draghi. La donna, pur essendo mostrata solo di spalle, è chiaramente Daenerys Targaryen, e House of the Dragon sembra così risolvere la ricerca dell’identità del Principe che fu Promesso. Apparentemente, almeno. Con un ma, grosso come un macigno: Daenerys è sì fondamentale per la sconfitta degli Estranei, ma il Night King perirà duecento anni dopo per mano di Arya Stark. Come si combinano i fattori? Come verranno spiegate le incongruenze, reali o presunte? A questo punto, è chiaro che la serie abbia l’intenzione di dare una risposta solida.

Tutto ciò, in ogni caso, non può essere una sola proiezione della mente di Daemon.

Così come sembra difficile motivare in tal senso la presenza di Halaena, finora piuttosto scollegata da suo zio, e tutto quello che Daemon vede. Abbiamo solo una certezza, al momento: così come la profezia, nella sua forma reale o traviata, è stata fin qui l’elemento trainante delle azioni e delle motivazioni di Viserys, Rhaenyra, Alicent, Jacaerys, Alys e forse della stessa Halaena, è ora al centro delle azioni di Daemon.

Dell’ambizioso uomo che aveva cercato disperatamente la corona negatagli dal fato, è rimasto un uomo che si arrende ad avere un posto nel mondo da mero strumento del destino. Ora che conosce l’origine e il punto d’arrivo (suo e di questa lunga storia), il suo eterno presente sposta l’orizzonte ben al di là della propria esistenza, abbracciata con una visione del tutto nuova. E con l’esigenza di sostenere la causa politica di Rhaenyra, dopo non esser mai riuscito a fare altrettanto con l’amato fratello Viserys.

House of the Dragon 2×08 – Il potere e la libertà

Ci ritroviamo così all’interno di uno scenario che pochi avrebbero previsto all’inizio della serie. Pur conoscendo in larga misura gli eventi, già raccontati in Fire and Blood, la prospettiva storica e personale attraverso la quale si muovono i protagonisti è nuova. Daemon assume così una funzione all’interno del ruolo “salvifico” ricoperto dai Targaryen. Una funzione subalterna che dona pace ai suoi conflitti interiori, largamente affrontati nel corso della seconda stagione, e lo porterà a dare una dimensione ancora più forte al piano di Rhaenyra.

La figura della Regina ha ormai assunto le sfaccettature di una guida religiosa. L’assecondamento della profezia di Aegon, combinata con la sorprendente evoluzione dei “semi di drago”, ribalta l’ordine naturale delle cose. Ed è il viatico di un nuovo mondo.

Al pari di quanto sostenuto, due secoli dopo, dalla discendente Daenerys, la sua non è una causa personale: è la causa globale di una donna convinta di essere dalla parte giusta della storia. Costretta dagli eventi, tuttavia, ad abbracciare gli echi della guerra in nome della salvezza dell’umanità. Proiettata come non mai in un futuro che non sarà suo, Rhaenyra disvela così l’enorme potenziale bellico a disposizione. Dopo aver fallito in partenza nell’intento di farne uno strumento di deterrenza, si ritroverà d’ora in avanti ad affrontare il ruolo tragico del carnefice, alla ricerca della pace. “Si vis pacem, para bellum”, dicevano i Romani, e la locuzione arriva ora allo stadio successivo. Dopo essersi attrezzata per difendersi, evitare il conflitto e rivendicare allo stesso tempo il Trono, sarà ora portata a dover attaccare l’avversario, mietendo così numerose vittime innocenti.

Rhaenyra si ritrova allora nella scomoda posizione di dover sacrificare tutto ciò che è per perseguire un bene superiore.

È intrappolata nelle tragiche logiche del potere, senza poter fermare la corsa sfrenata della guerra civile. Rhaenyra è più potente che mai, e proprio per questo è meno libera che mai. Il fattore emerge chiaramente nel corso del confronto con Alicent, l’ennesimo specchio riflesso di una stagione caratterizzata da continui parallelismi tra le due fazioni. In particolare, tra i due personaggi. Alicent, al contrario di Rhaenyra, si è ormai spogliata degli oneri connessi al suo senso del dovere, portandola a voler essere tutto quello che vedeva in Rhaenyra negli anni della giovinezza, e viceversa.

Alicent aveva il potere e sognava la libertà, mentre Rhaenyra era libera e bramava il potere. Ora si sono capovolte le parti, come evidenziano le splendide inquadrature finali dei due personaggi. Alicent sembra rinnegare le tossicità del suo essere Hightower, in nome di un’indipendenza finalmente abbracciata con maggiore integrità, mentre Rhaenyra è costretta dal destino a sopportare il peso greve della corona.

Come abbiamo spesso evidenziato, i percorsi paralleli delle due donne, passati attraverso fasi simili scandite con tempistiche opposte, non si incontreranno mai fino in fondo. Si intersecheranno, senza mai congiungersi. Sono ormai due soggetti emancipati che recitano una parte chiara e autonoma, reinterpretando le rispettive figure con personalità distinte e uniche. Da questo emerge un compromesso, doloroso: Alicent arriva a dover sacrificare il figlio Aegon, scegliendo tra lui ed Helaena. Un po’ come era stata costretta a fare la stessa Helaena, mentre subiva il doloroso attentato che aveva aperto questa stagione.

House of the Dragon 2×08 – La guerra sta arrivando

Di tutto ciò, però, non resterà altro che la cenere. Una lezione che la storia accoglierà tra le proprie pagine e che nessuno avrà mai la forza di leggere e ricordare. Delle lezioni della guerra, rimarranno solo le conseguenze. Le cause, dimenticate. Il mondo, in ginocchio. Gli uomini distrutti dalla follia del proprio genere. Tra le profezie, la storia millenaria, il destino già scritto e il domani ai posteri, restano solo gli echi lontani. I rumori sordi della battaglia, dove tutto inizia e tutto si conclude. Rimangono gli eserciti in marcia, le navi schierate, i cuori pesanti, le menti smarrite, i sogni degli illusi e gli incubi dei disillusi.

Il verso dei draghi, le urla delle pedine di questa stupida roulette. Resta una coreografia mortifera e l’orizzonte che si allontana. Dalla linea che sembrava essere ormai a un passo, si va più in profondità. Dal mare alla terra, dall’oggi al domani. Chissà dove, chissà come, chissà perché. Chissà quando, ora che siamo costretti ad aggrapparci alle suggestioni del montaggio finale e di un episodio evocativo. Nel 2026, oppure più tardi. Con una certezza, quella di sempre: l’Inverno sta arrivando. La Danza dei Draghi sta arrivando, e prima o poi arriverà davvero. Questa storia già conclusa è appena cominciata.

Antonio Casu