Quando una stagione di una serie tv molto seguita finisce, c’è qualcos’altro che comincia. Cominciano le analisi, i commenti, i resoconti, i discorsi su cosa ci è piaciuto e su quello che invece sarebbe dovuto andare diversamente. Almeno secondo noi. Cominciano le diatribe tra chi pensa che la stagione in questione sia stata migliore delle precedenti e chi invece ne salva poco o niente. Insomma, vogliamo parlarne. Perché dopo aver seguito gli episodi con attenzione, magari per settimane, abbiamo bisogno di qualcosa che renda meno brusco il distacco. Ma tra tutti gli spunti di conversazione che la fine di una stagione porta con sé, ci sono alcune serie tv che ispirano ulteriori argomentazioni. Sto parlando delle serie tv tratte da romanzi, serie tv come House of the Dragon.
Sono passate un paio di settimane dalla messa in onda de La Regina che non fu, l’ultimo episodio della seconda stagione di House of the Dragon, spin-off di Game of Thrones. Una stagione della quale si è detto davvero di tutto. Alcuni l’hanno apprezzata per la capacità di tenere alta l’attenzione e la tensione con parecchi dialoghi e poche battaglie; altri invece l’hanno giudicata priva di interesse e concretezza. Alimentati anche dalla diffusione settimanale che lascia il tempo ad analisi più approfondite su ogni singolo episodio, si sono susseguiti commenti su qualunque aspetto della serie, dalla costruzione dei personaggi alle attese troppo lunghe, dalle scene inaspettate a quelle che ci aspettiamo di vedere in futuro. Ma i fan più accaniti si sono soffermati su un aspetto in particolare.
Stiamo parlando delle differenze tra House of the Dragon e Fuoco e Sangue.
Eccomi, lo ammetto, sono una di loro. Sono la classica spettatrice noiosa che dice ogni 10 minuti ai poveri malcapitati compagni di visione che “nel libro le cose non andavano così”. Cari i miei coinquilini, mi dispiace per voi. Ma è una cosa oggettiva: le differenze tra la serie e il libro sono parecchie, e soprattutto in questa stagione sono anche parecchio nette. Eppure è anche ovvio che sia così. Portare sugli schermi un’opera come quella di George R.R. Martin, più somigliante a un saggio storico che a un romanzo, significa necessariamente anche approfondire personaggi e romanzare storie. In alcuni casi significa anche inventarle di sana pianta. Solo così possiamo affezionarci ai personaggi e restare attaccati ai nostri schermi, con o senza le battaglie.
E allora, al termine di una stagione che di distacchi dalla sua fonte ne ha parecchi, parlare di queste differenze sembra quasi d’obbligo. Se non per interesse, anche solo per superare la nostalgia. Ci soffermiamo sulle 5 differenze principali, le più profonde, quelle che a loro modo hanno rivoluzionato la storia di Westeros. Ma, considerando che abbiamo davanti altre due stagioni, sono più che certa che in futuro saranno in buona compagnia.
1 – La profezia di Aegon il Conquistatore
I fan dell’universo seriale basato sui racconti di George R.R. Martin sanno benissimo cosa intendiamo quando parliamo di Song of Ice and Fire. Oltre a essere il nome dell’intera serie di racconti sui quali si basa Game of Thrones, si tratta anche della profezia, nata come sogno di Aegon il Conquistatore, attorno alla quale prendono forma molti elementi di entrambe le serie. Nel sogno si parla della fine del mondo, di una minaccia proveniente dal Nord e del cosiddetto Principe che fu promesso. Un Targaryen – il fuoco – in grado di sconfiggere gli Estranei e il Re della Notte – per l’appunto, il ghiaccio. Il sogno viene tramandato a partire da Aegon di generazione in generazione, da Re a erede.
Nella prima stagione di House of the Dragon vediamo Viserys raccontare la profezia alla sua erede designata Rhaenyra. Nella seconda invece è la stessa Delizia del Reame a tramandarlo al suo primogenito Jacaerys. Ma della profezia nella serie non si parla solo in modo generico e futuribile. Nell’ultimo episodio Daemon ne viene a conoscenza attraverso una visione, cosa che lo spinge a confermare la fedeltà a sua moglie. Inconsapevolmente, nel finale della prima stagione Viserys parla anche ad Alicent del Principe che fu promesso. Lei crede che il marito parli di suo figlio Aegon, cosa che la spinge ulteriormente a fare in modo che sia proprio lui – e non Rhaenyra – a salire sul Trono, mettendo le basi per la Danza dei Draghi. Solo nella seconda stagione, quando la sua un tempo migliore amica si presenta ad Approdo del Re, Alicent capisce il suo errore.
Ma ormai è troppo tardi.
Il sogno di Aegon è praticamente ciò che muove i fili della trama di House of the Dragon. Ed è anche una giustificazione per legittimare la pretesa di entrambi i figli di Viserys. Si tratta di uno stratagemma narrativo molto funzionale, utile sia per motivare le scelte portate avanti soprattutto da Rhaenyra in nome di un benessere collettivo, sia per aumentare le connessioni con Game of Thrones. Ma si tratta, appunto, solo di uno stratagemma narrativo. In Fuoco e Sangue, banalmente, non se ne parla. Le pretese, le decisioni, le guerre raccontate nel libro sono il frutto più degli egoismi personali che di un qualche fine più grande.
Ma nel livello di approfondimento umano che richiede una serie tv, questo non basta. E chissà che House of the Dragon non ci dia finalmente una risposta più chiara alla domanda su chi tra Daenerys e Jon sia effettivamente il Principe che fu promesso. Anzi, forse una risposta ce l’ha data già.
2 – Sangue e Formaggio
La morte del principe Jaehaerys, figlio di Aegon ed Helaena, è un momento cardine nella Danza dei Draghi. Sangue e Formaggio, un crudele ex membro della guardia cittadina e un ammazzatopi che conosce ogni antro della Fortezza Rossa, vengono mandati da Daemon nel castello per dare concretezza a una frase che tanto abbiamo sentito: un figlio per un figlio. La morte del bambino è un evento crudele e cruento tanto in Fuoco e Sangue quanto in House of the Dragon, ma la scena rappresenta anche una delle differenze più profonde tra le due storie. A differire è praticamente tutto, a partire dalla location: nel libro la scena si svolge negli appartamenti di Alicent, dove Helaena porta i suoi figli tutte le sere, e con la Regina Madre presente. Nella serie invece tutto accade con i principini nelle loro culle mentre Alicent si intrattiene bellamente con Criston Cole.
Ma passiamo alla situazione vera e propria. Come gli spettatori della serie hanno avuto modo di vedere, nell’episodio 2×01 Sangue e Formaggio eseguono l’ordine un po’ ambiguo di Daemon di vendicare Lucerys prendendo la vita di un figlio. Dovrebbe trattarsi di Aemond, ma insomma, un po’ uno vale l’altro. Tutto purché vendetta sia fatta. I due allora entrano nella stanza mentre i gemellini Jaehaerys e Jaehaera dormono tranquilli. Una volta lì, non riuscendo a riconoscere il bambino dalla bambina, chiedono proprio a Helaena quale dei due sia l’erede al trono. La donna indica e il resto è storia: Jaehaerys viene decapitato, mentre la Regina scappa con la bambina nelle stanze di sua madre.
Il corrispettivo letterario è, per quanto possibile, ben più crudele, soprattutto nei confronti di Helaena.
Partiamo da un presupposto: nel racconto di George R.R. Martin i figli di Aegon ed Helaena sono tre, i gemelli che vediamo anche nella serie e il piccolo Maelor di due anni. Quando la Regina entra nelle stanze di Alicent con i tre figli, trova lì Sangue e Formaggio che la mettono davanti alla scelta più difficile della sua vita: decidere quale dei due figli maschi debbano uccidere. Helaena prova a convincerli a prendere lei, ma loro hanno intenzione di rispettare il patto fatto con Daemon e – un elemento per fortuna edulcorato nella serie – intimano la Regina di muoversi, altrimenti avrebbero stuprato la piccola Jaehaera. È a questo punto che Helaena si trova a dover scegliere, e indica di uccidere Maelor. Forse per la sua minore consapevolezza di bambino piccolo, forse per la volontà di tutelare l’erede al trono, fatto sta che sceglie l’ultimogenito.
Qualunque sia la motivazione Sangue e Formaggio, in tutta la loro crudeltà, non uccidono Maelor ma Jaehaerys. Così facendo, firmano una condanna anche per Helaena, costretta a vivere con la consapevolezza di aver sacrificato il figlio ancora in vita. Un bambino che, ovviamente, non riesce più a crescere come fatto fino a quel momento. La vicenda segna nella trama di Fuoco e Sangue un punto di non ritorno per Helaena, derivante da una decisione molto più forte rispetto a quella che prende nella serie. Un elemento, questo, che permette alla sua storia seriale di prendere una direzione diversa, dando al personaggio la possibilità di giocare un ruolo più decisivo nel prossimo futuro di House of the Dragon. Non ci resta che attendere la terza stagione per capire se così davvero sarà.
3 – La figura di Helaena
Dopo aver parlato di una differenza importante come quella relativa alla morte di Jaehaerys, non possiamo non dedicare un punto specifico al personaggio sul quale la vicenda si ripercuote maggiormente. Si tratta ovviamente della Regina Helaena Targaryen, figlia di Alicent e Viserys nonché moglie del suo stesso fratello Aegon. Nella seconda stagione della serie Helaena comincia ad assumere un ruolo di maggiore spessore rispetto alla prima. Una posizione che sembra renderla anche più determinante nella Danza dei Draghi rispetto a quanto avviene nel libro, in cui alla guerra familiare non partecipa in alcun modo.
Helaena è descritta come molto diversa dagli altri membri della sua famiglia, più paffuta e meno ammaliante, ma sicuramente tra i Targaryen più buoni. A differenza di quello che vediamo nella serie, nel libro gli abitanti di Approdo del Re la amano ed è considerata bene praticamente da chiunque. Già questo basta per indicare un temperamento non molto avvezzo alla battaglia, pur essendo un’abile cavalcatrice. La sua abilità però viene meno nel momento in cui le conseguenze delle azioni di Sangue e Formaggio cominciano a farsi sentire. Helaena si chiude in se stessa, in preda a una grande depressione, e non è più affidabile nemmeno in sella a Sogno di Fuoco. Mi riesce difficile pensare che un destino del genere possa toccare anche al personaggio della serie, che per quanto si sia appena negata alla battaglia nell’ultimo episodio visto, si prospetta avere comunque un ruolo a suo modo centrale.
E questo, soprattutto per il fatto di essere una Dreamer.
Nell’universo creato da George R.R. Martin i Targaryen non sono unici solo per la loro capacità di cavalcare i draghi, ma anche per la tendenza di alcuni di loro ad avere abilità profetiche. Storicamente si parla di questa capacità soprattutto per Daenys Targaryen, che preannunciò la distruzione dell’antica Valyria, ma anche il sogno di Aegon il Conquistatore ci rientra di diritto. Ma tra i Targaryen che presentano questa abilità c’è anche la nostra cara Helaena. Questa sua caratteristica viene presentata già in Fuoco e Sangue: viene menzionato il fatto che la ragazza dica e faccia cose all’apparenza strane che si rivelano poi essere premonizioni, spesso comprese solo a eventi già avvenuti.
House of the Dragon dà però una preponderanza tutta nuova a questa capacità, coerentemente con il ruolo più centrale di Helaena. La ragazza ne dà dimostrazione già nella prima stagione, con profezie che destano l’interesse dei suoi interlocutori ma che non sempre sono comprensibili. La seconda stagione dà a queste abilità un’importanza ancora maggiore e più esplicita. Sono tre i momenti principali nei quali Helaena diventa protagonista come Dreamer. Il primo anticipa la venuta di Sangue e Formaggio, quando afferma di avere più paura dei ratti che dei draghi. Il secondo è il momento della visione di Daemon, all’interno della quale si inserisce. Il terzo è nella conversazione con Aemond, durante la quale afferma chiaramente di averlo visto scontrarsi con Aegon.
Non credo di sbagliare dicendo che, su questa scia, la terza stagione potrebbe darcene di nuove. A conferma del fatto che le guerre non si combattono solo con le spade e con il fuoco.
4 – Il rapporto tra Rhaenyra Targaryen e Alicent Hightower
La relazione tra Rhaenyra e Alicent è una delle più complesse – e diciamolo, anche tossiche – di House of the Dragon. Del rapporto tra le due, prima molto amiche e poi una la figliastra dell’altra, si è parlato parecchio soprattutto durante la prima stagione. Le ripercussioni di questo legame nella serie però sono di lungo termine, e la seconda stagione lo conferma prima con l’incursione di Rhaenyra ad Approdo del Re, poi con quella di Alicent a Roccia del Drago. In entrambi i casi, la volontà di chi si mette a rischio è (o per lo meno appare) quella di trovare una soluzione che non comporti un numero spropositato di morti. E, sempre in entrambi i casi, si tratta di tentativi ideati apposta per la narrazione della serie, e neanche immaginabili invece nel libro.
Queste scelte narrative sono il frutto di un rapporto i cui semi sono ben diversi da quelli piantati da George R.R. Martin in Fuoco e Sangue. Un rapporto che, sempre seguendo la legge per cui una serie tv deve essere necessariamente più approfondita di un trattato storico, ha radici ben più salde ma anche più ambigue nella trasposizione televisiva. La prima differenza sta nell’età delle due: se nella serie infatti sono praticamente coetanee, nel libro Alicent è più grande dell’amica di circa nove anni. Cosa, questa, che da un lato riduce la differenza d’età tra Alicent e Viserys, e dall’altro crea un contesto nel quale le due ragazze sono sì amiche, ma non sono cresciute insieme come appare nella serie tv. Non sono coetanee, non sono nella stessa fase di vita, non sono legate indissolubilmente come solo chi cresce contemporaneamente può essere.
Un altro elemento non di poco conto che determina un’enorme differenza nel rapporto tra le due è quella chimica che nella serie non sembra solo amichevole.
Tra chi pensa che qualcosa tra le giovanissime Alicent e Rhaenyra ci sia effettivamente stato fuori dagli schermi e chi crede invece che il tempo e il matrimonio di Alicent non le abbiano dato modo di concretizzare, fatto sta che il loro legame sembra praticamente a tutti qualcosa che va ben oltre l’affetto. Almeno un’attrazione, direi di definirla. Rhaenyra sogna di poter vivere la vita girando il mondo in sella al suo drago in compagnia di Alicent, mangiando torte e restando sempre lì. L’una con l’altra, l’una per l’altra. Ma anche quando le cose si mettono in modo diverso, quando l’odio e il rancore cominciano a farla da padrone, il rapporto tra le due in House of the Dragon e in Fuoco e Sangue continuano a divergere.
I confronti faccia a faccia visti nella seconda stagione della serie non solo non sono mai esistiti nel libro, ma i personaggi per come sono stati scritti non li avrebbero mai neanche presi in considerazione. La creazione di una relazione più intensa e viscerale dà alla serie la possibilità di esplorare un mondo in cui le due donne continuano in qualche modo a fidarsi l’una dell’altra anche dopo anni di lotte e omicidi, convinte del fatto che nessuna avrebbe davvero voluto la guerra. Nel libro invece dal momento del matrimonio e ancora di più dopo la morte di Viserys, quello dell’amicizia tra Rhaenyra e Alicent diventa solo un lontano ricordo sepolto da incomprensioni, intrighi e manovre politiche. Personalmente apprezzo di più la versione seriale. E, se devo dirla tutta, aspetto con ansia la terza stagione per capire se le idee di Alicent sono davvero ciò che sembrano.
5 – Il ruolo di Rhaena e l’assenza di Nettles in House of the Dragon
Non potevamo chiudere questa lista prima di parlare di una delle divergenze più chiacchierate tra la seconda stagione di House of the Dragon e il libro di George R.R. Martin. Mi riferisco alla storyline affidata a Rhaena Targaryen e alla conseguente assenza di Nettles, che a questo punto della storia avrebbe già dovuto fare la sua apparizione. Nella serie si è deciso di dare uno spazio e uno spessore maggiore al personaggio di Rhaena. Da tempo ormai insoddisfatta del suo ruolo passivo nella guerra, dovuto al fatto di non essere una cavalcatrice di draghi, nel corso della seconda stagione vediamo Rhaena prendere in mano le redini della situazione. Lascia così Nido dell’Aquila e i figli più piccoli di Rhaenyra per mettersi alla ricerca di Ladro di Pecore, un drago selvaggio avvistato nella Valle.
Il finale di stagione mette fine alla ricerca, con Rhaena che con non pochi problemi finalmente trova il drago. E se non sappiamo ancora con certezza come si metteranno le cose nella prossima stagione, sembra ormai abbastanza certo che Ladro di Pecore in House of the Dragon sia destinato a lei. Cosa che, nel racconto di Fuoco e Sangue, non è assolutamente contemplata. Vero è che anche nel libro Rhaena soffre il fatto di non avere un drago, ma nella versione di George R.R. Martin alla ragazza spetta Luce del Mattino, drago nato solo verso la fine della Danza dei Draghi, alla quale la ragazza non prende parte attiva.
Ma se non è Rhaena a cavalcare l’indomabile Ladro di Pecore in Fuoco e Sangue, chi lo fa?
È qui che spunta Nettles, che in House of the Dragon con ogni probabilità non vedremo mai. Nettles è descritta nel racconto di Martin come una ragazzina dalla pelle scura e i capelli neri, magrissima e ben distante dall’immaginario sui membri della famiglia Targaryen. E, per questo motivo, non vista proprio benissimo. Il personaggio fa il suo esordio quando i semi di drago cominciano a farsi avanti per rispondere alla necessità dei Neri di avere più cavalcatori di draghi in battaglia. Dopo diversi tentativi, Nettles è l’unica che riesce a conquistarsi la fiducia di Ladro di Pecore. Come? Portandogli una pecora al giorno per farlo abituare a lei, diventando così presumibilmente la sua prima e unica cavalcatrice. Delle origini di Nettles si sa poco o niente, si dubita addirittura che sia effettivamente una Targaryen, eppure la ragazza appena adolescente si dimostra una combattente fiera e capace.
Unico piccolo intoppo: pare che Nettles diventi l’amante di Daemon. Questo ovviamente non fa di lei una delle persone preferite di Rhaenyra, che la accusa di tradimento. Daemon la fa fuggire, e dopo un ultimo avvistamento sulla Baia dei Granchi di lei e del suo drago si perdono le tracce. Qui le fonti citate nel libro divergono. Secondo alcuni la ragazza avrebbe fatto volare il suo drago fino a farlo crollare per la stanchezza. Secondo altri pare che sia riuscita a fuggire proprio con Daemon, sopravvissuto a quella che si ritiene essere la sua morte. Beh, House of the Dragon non ci risolverà mai questo dubbio. E lasciatemi esprimere la mia opinione: credo che la produzione abbia rinunciato a Nettles anche per non dare questo tipo di sviluppo alla relazione tra Daemon e Rhaenyra. Anche questo, un dubbio che rimarrà tale.