Il seguente articolo contiene SPOILER sulla prima stagione di House of the Dragon.
Una delle caratteristiche più intriganti della narrazione dell’universo di Game of Thrones, è rappresentata dalle trasformazioni caratteriali di molti dei protagonisti. Su tutte, una delle più criticate ancora oggi è sicuramente quella di Daenerys Targaryen. Ma c’è anche chi ha fatto il percorso inverso, come per esempio Jamie Lannister. Tale tendenza si è ripetuta anche in House of the Dragon, e questa volta con un ruolo ancora più centrale. L’esempio calzante è Alicent Hightower, figlia di Otto, consigliere di Viserys, nonché sposa di quest’ultimo. In House of the Dragon vediamo Alicent passare dall’essere una ragazzina dolce e premurosa a una regina madre spietata e pronta a tutto pur di difendere i suoi figli e l’onore della sua famiglia.
Altro che Daemon Targaryen: Alicent Hightower è la vera mina vagante di House of the Dragon
Gli occhi dei fan erano tutti puntati su di lui, perché soltanto da lui ci si poteva aspettare un tradimento in pieno stile Game of Thrones. Daemon Targaryen è il principe senza corona, l’eterno secondo, un valido motivo che porta fin da subito a pensare che potrebbe essere lui a rovesciare il trono di spade. Ma i veri fan del franchise HBO sanno bene che non tutto è come sembra in questo universo. La prima stagione di House of the Dragon è stata davvero eccezionale in termini di tensione narrativa. Il primo capitolo ha gettato le basi per una seconda stagione letteralmente infuocata, ma le previsioni iniziali sono state completamente ribaltate da un personaggio solo apparentemente insospettabile: Alicent Hightower. La seconda moglie di re Viserys I è il personaggio di House of the Dragon che ha mutato il proprio carattere più di chiunque altro.
Inizialmente docile, apprensiva e affidabile, Alicent Hightower non poteva destare alcun sospetto all’inizio di House of The Dragon. Alicent è la figlia di Otto Hightower, ed è cresciuta in un contesto reale, ottenendo una certa istruzione ed educazione tra le mura della Fortezza Rossa. Il momento in cui tutto è iniziato per la futura regina è stato quando Otto ha cominciato a indirizzare sua figlia tra le braccia di re Viserys, subito dopo la morte di Aemma.
Da quel momento in poi Alicent ha cominciato un percorso impostogli dal padre, un percorso che come tanti altri nell’universo di Game of Thrones ha come fine ultimo quello di avvicinarsi alla sala del trono. La trama di Alicent e Otto è quella che porta casa Targaryen più volte vicina all’implosione. Alicent nel frattempo cresce, diventa regina e soprattutto entra nei ranghi governativi e comincia a muoversi in un mondo che presto sarà suo.
A un certo punto Alicent resta da sola, non può più contare sulla protezione di suo padre ma questo non ferma la sua ascesa
Con la nascita di Aegon II, primo figlio di re Viserys, Alicent ottiene uno status d’importanza inscalfibile. Ma la sua abilità sta proprio nel riuscire a gestire l’ordine l’ordine, ad aspettare il momento giusto. Anche i suoi figli crescono e, nonostante l’ingombrante presenza di Rhaenyra, Alicent tiene viva la speranza che siano loro ad aggiudicarsi l’eredità. E lo fa attendendo il momento giusto per esporsi, come da insegnamenti di suo padre. Nel frattempo, Alicent sviluppa un grande senso di protezione nei confronti dei suoi figli, cominciando a dare i primi segnali di quel cambiamento di cui parlavamo quando Aemond viene pugnalato all’occhio da Lucerys. E’ qui che quel filo che ancora la legava a Rhaenyra, con cui è cresciuta, si spezza definitivamente. Questo è forse l’unico passo falso che Alicent compie nella prima stagione di House of the Dragon.
Fino a quel momento era riuscita ad aggirare abilmente il conflitto. Alicent e Rhaenyra si sono volute davvero bene, ma la lunga storia che hanno alle spalle si è sfaldata in un istante quando sono entrati in gioco gli interessi. Per quello che si è visto nella prima stagione di House of the Dragon, è come se i Targaryen siano da sempre destinati al conflitto, a vivere un clima di tensione anche in momenti in cui il Regno gode di buona salute. E’ una condanna, un aspetto che tutti i membri esterni alla casata hanno sempre utilizzato contro di loro.
Il verde è il colore dell’invidia, quella che Alicent prova nei confronti di Rhaenyra, la stessa che porta casa Targaryen ad autodistruggersi
L’invidia è già di per sé un tema portante all’interno dell’universo di Game of Thrones, motore di quasi tutte le implicazioni narrative della serie. Ma per quanto riguarda casa Targaeryen è un vero e proprio seme della discordia. E, come apprendiamo in House of the Dragon, è un male da sempre presente e facente parte delle dinamiche familiari della casa dei draghi. La neonata fiamma del conflitto viene presto alimentata dalla morte di Viserys che, seppur ormai incapace di intendere e di volere, in punto di morte è protagonista della canonica goccia che fa traboccare il vaso. Il re, in preda ai deliri pre mortem, pronuncia il nome di Aegon, in realtà preoccupato per il sogno profetico del Conquistatore. Alicent intende ciò che vuole, ossia che le ultime volontà di Viserys siano che Aegon diventi il nuovo re.
Senza Viserys a presidiare sul trono, la guerra comincia nel momento in cui una delle due fazioni si avventa sull’altra per prima.
Ed è proprio questo ciò per cui Alicent ha studiato per una vita intera. Ha atteso, ha osservato e si è sottomessa quando doveva farlo, con l’unico obiettivo di crearsi un’occasione, di aprirsi un varco. È importante non dimenticarsi che Alicent Hightower non è soltanto diventata la regina dei Sette Regni, ma è anche diventata madre. Madre di quattro figli di puro sangue reale, che non sono soltanto il suo più grande patrimonio, ma anche la sua unica ragione di vita. Da una parte è stata astuta nel muoversi, dall’altra ha anche dovuto rinunciare alla propria libertà per prendersi cura di un’intera famiglia. Per Alicent la Danza dei Draghi è l’unica risposta possibile alle volontà dei rivali. Tuttavia, dietro all’interesse per il Trono si nasconde l’animo materno di una donna che nella sua vita ha dovuto sacrificarsi per una causa non sua, ma che col tempo lo è diventata.