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Apologia di Criston Cole

House of the Dragon
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Ammetto che, quando è sbucata fuori l’idea per questa traccia, ho fatto inizialmente finta di ignorarla per un po’ di tempo.
Intanto, come si scrive un’apologia? Quali argomentazioni valide posso inserirvi? In secondo luogo, come posso scrivere un discorso in difesa proprio di questo personaggio? Devo veramente analizzare più a fondo uno dei personaggi che meno sopporto in tutta House of the Dragon (la trovi qui in streaming)? Da notare che non l’ho ancora nominato. Sto esitando fin troppo, lo so. Tollero di più i sotterfugi di Larys Strong o il cieco egoismo di Otto Hightower. Si, avete capito bene. Almeno loro sono coerenti con ciò che declamano e attuano.
Ma tanto vale dire il suo nome, che non ci scampo. Sto parlando, signori e signore, di Sir Criston Cole. Non sembra un lavoro semplice e richiede sicuramente di ingoiare qualche rospo. Abbiate venia ma, per riuscire in quest’impresa, mi ci sono raccapezzata per giorni (se non, addirittura, di più). Però qualcuno dovrà pur farlo.

Piccolo, ma necessario disclaimer: questo articolo non si vuole in alcuna maniera inserire nella scia di odio che il povero Fabien Frankel ha subito per l’interpretazione di Cole

Al contrario, Frankel ha tutta la mia stima e la mia ammirazione per essere riuscito a rendere la complessità e la profondità di un uomo coinvolto in un gioco politico vasto e più grande di lui, che ne avrebbe fatto solo una mera pedina per il potere.

Eccoci qui, quindi, a difendere Sir Ipocrita Cole… ehm, volevo dire Sir Criston Cole.

Criston Cole in House of the Dragon

Siamo giunti da poco più di qualche settimana al termine della seconda stagione di House of The Dragon e, da quando l’abbiamo incontrato la prima volta, Criston Cole ne ha fatta di strada. Abile spadaccino, ottimo stratega, “grande” senso dell’onore. Queste le caratteristiche che gli hanno permesso di diventare, nella seconda stagione, Primo Cavaliere di Aegon II Targaryen (Tom Glynn-Carney). Questi si affida spesso a Cole per le ingegnose pianificazioni militari e strategiche di quella che sarà nota ai discendenti di Westeros come “La Danza dei Draghi”, la sanguinosa guerra civile che ha posto le base per il declino della grande casata Targaryen.

Personaggio controverso e ambiguo, Criston Cole è spesso dipinto come un traditore e un opportunista, dalla fedeltà mutevole e capriccioso. Certo, ha avuto un ruolo rilevante nel caos scatenato dalla guerra civile dei Targaryen, ma ridurlo a un semplice villain è riduttivo e superficiale.  Per capirlo davvero, bisogna scavare sotto l’armatura e considerare il suo passato, le sue ambizioni e le complesse scelte che ha dovuto affrontare date le contorte circostanze politiche. Come la maggior parte dei “villain” di Game of Thrones e House of The Dragon, Criston Cole non può essere semplicemente etichettato come il “cattivo” della situazione. Si tratta di un uomo diviso tra onore, ambizione e la cruda e spietata realtà del potere.

Osserviamo e capiamo le maggiori critiche verso Cole: le accuse di tradimento e l’ambizione personale

House of the Dragon

La critica più gettonata contro Criston Cole è il suo presunto tradimento a Rhaenyra Targaryen, la principessa a cui aveva giurato fedeltà. Certo, non aiutano il risentimento e il rancore covati in seguito al rifiuto della principessa alla richiesta “fuggiamo insieme”. Ma fermiamoci un attimo: davvero possiamo supporre che la sua lealtà fosse legata a una sola persona? Criston gioca su una scacchiera più grande, quella della monarchia e dell’ordine stabilito. Quando si schiera con Alicent Hightower (che non ha fatto questo grande affare) e suo figlio Aegon (anche lui ora non sta messo proprio benissimo), non lo fa per egoismo, ma perché è convinto che un re uomo (si, ovvio, palese) sia più indicato di una regina, specialmente in tempi di crisi. Insomma, non è semplice opportunismo, ma un genuino – e un po’ anacronistico – senso di stabilità per il regno.

Criston Cole è ambizioso, tanto da sostenere Aegon II. Ma questa scelta è totalmente infondata? Analizziamo i fatti: Aegon possiede ancora Approdo del Re, simbolo di reggenza su tutta Westeros. Dall’altro lato, Rhaenyra no, è fuggita e si è rintanata a Roccia del Drago. I Verdi hanno Vhagar, il più grande drago in vita, e l’esercito reale, insieme a numerosi alleati, tra cui i Lannister. Invece, i Neri, almeno fino al momento della scelta di Cole, erano semi abbandonati a loro stessi e stavano cercando alleati. Nella posizione di Cole, rimanere ad Approdo del Re, appoggiando i Verdi, sembra l’opzione che più gli garantisce la mera sopravvivenza a quella che si prospetta una sanguinosa e violenta guerra. In più ,questa scelta l’ha premiato, venendo nominato Lord Comandante della Guardia Reale. Un bel passo in avanti per il figlio di un semplice mercenario.

Criston Cole è solo vittima delle inesorabili circostanze

L’ambizione e le accuse di tradimento, combinate, sembrano supporre un capriccio personale. Ma la sua scelta di appoggiare Aegon nasce, invece, da una sincera convinzione su cosa sia meglio per il regno (e si, anche per il proprio futuro).
Vero è che l’onore e il dovere tanto decantati da Cole non sono stati sempre rispettati (ma, di onore, a Westeros quanti possono dire di averne veramente?) e ciò ha significato l’alienamento di vecchi amici e alleati. Ma, dopotutto, chi ha mai detto che prendere una determinata posizione ti possa rendere popolare?

Da classico personaggio tragico, Criston Cole è intrappolato tra le sue convinzioni e il caos che lo circonda. La sua devozione all’ordine e alla tradizione lo spinge a prendere decisioni difficili in un momento in cui la lealtà è merce rara. Anche quando ciò significa inimicarsi vecchi alleati, Cole non vacilla, rimanendo fedele ai suoi principi (benché incrinati, ma pur sempre tali). È facile giudicare le sue scelte e le sue azioni con il senno di poi, ma in un mondo dove intrighi e brutalità sono all’ordine del giorno, la sua ostinata fedeltà a una causa che ritiene giusta è comprensibile, se non quasi (odio a dirlo) ammirevole… se non fosse così tragicamente complicata.
La sua storia ci ricorda che, nel gioco del trono, le scelte non sono mai facili e le linee tra giusto e sbagliato sono spesso sfumate.