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La Classifica dei principali personaggi di House of the Dragon, dal peggiore al migliore

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4) Alicent Hightower

Alicent Hightower, interpretata da Olivia Cooke

Alicent Hightower, interpretata da Olivia Cooke e da Emily Carey, è probabilmente il personaggio meglio sviluppato nella prima stagione di House of the Dragon. Da piccola, Alicent è molto legata a Rhaenyra, con cui cresce e passa tutta la propria infanzia e adolescenza. Ben presto però, la sete di potere di suo padre Otto, Primo Cavaliere di Viserys, la conduce su una strada molto diversa. Alicent si ritrova a essere, contro la sua volontà, la promessa sposa del re.

Per quanto sia evidentemente turbata dalla situazione e poi schifata da suo marito, Alicent è una Hightower, e dunque si rivela essere una donna astuta e sveglia. La sua forza sta nel riuscire a comprendere l’importanza del suo ruolo ancora prima di potersene pentire, oltre che nell’educazione impartita ai propri figli. Questi crescono con la sagacia degli Hightower, che in un certo senso va a mitigare la parte violenta tipica del sangue Targaryen che scorre nelle loro vene. 

Alicent, finché Viserys è in vita, è sempre brava a non pestare mai i piedi al marito, totalmente ignaro delle aspirazioni della moglie e del suocero.

Allo stesso modo, sa bene che i figli che ha dato a Viserys hanno un valore inestimabile: l’obiettivo della sua esistenza, perciò, diventa quello di far sedere Aegon II sul Trono di Spade. Sul letto di morte, Viserys dà inconsapevolmente il via alla Danza dei Draghi, ma la vera artefice di tutto ciò non è altri che Alicent. La regina, dopo la morte del re, non perde un secondo di tempo e si impossessa del Trono di Spade, costringendo suo figlio Aegon ad accettare la corona. Alicent è un po’ il corrispettivo di Cersei in Game of Thrones: una regina mai amata che non può andare oltre la reggenza ma che si dimostra eccellente nel sfruttare ogni minimo dettaglio a proprio vantaggio. L’evoluzione di Alicent è la più intrigante, ma ciò di cui è realmente capace è ancora tutto da dimostrare.

3) Viserys Targaryen: il re buono che House of the Dragon non ha mai meritato

Re Viserys, interpretato da Paddy Considine

Una delle poche cose di cui siamo certi è che Viserys Targaryen verrà ricordato come il sovrano più pacato e benevolo della storia dei Sette Regni. Il suo regno è stato caratterizzato da una costante pace e stabilità che ha fatto rifiatare il popolo dopo tanti anni. Tuttavia, il crucio più grande di re Viserys è sempre stato proprio questo. Viserys Targaryen sognava a occhi aperti battaglie sanguinose e imprese leggendarie, ciò che desiderava con tutto sé stesso era che il popolo si ricordasse di lui e delle sue gesta. Ma nel frattempo che sognava a occhi aperti, attorno a lui si generava un caos silenziosissimo, quasi impercettibile.

L’errore di Viserys è sempre stato quello di fidarsi troppo di chi lo circondava, caratteristica decisamente impropria per un sovrano. Ciò che crediamo, però, è che l’amore che provava per sua moglie Aemma, e contestualmente il dolore nel perderla, hanno annebbiato la sua vista. 

Dopo la morte di Aemma, Viserys ha perso completamente l’empatia, mantenendo un buon rapporto fino alla fine soltanto con Rhaenyra.

Ma ciò che più stupisce del personaggio i Viserys è che dal primo momento in cui questi si è seduto sul Trono di Spade, tutti non hanno fatto altro che pensare a chi lo avrebbe succeduto. Il regno di Viserys, in questo senso, è come se non fosse mai esistito: tutti pensavano già al prossimo, compreso lui. Già, perché la morte di Aemma lo ha colpito talmente tanto da fargli perdere interesse nei confronti della stessa vita. Tra tutti i personaggi di House of the Dragon, Viserys è quello che esce peggio dalla serie, raggirato e usato praticamente da tutti. Ma non per il pubblico. In un mondo di lotte, sangue e viscidi giochi di potere, re Viserys è l’unico immacolato, sempre fedele al proprio credo, che non tradisce nemmeno nell’ultima commovente salita verso il trono. Quel maledetto trono che tutti bramano tranne lui, l’unico a poterlo occupare con dignità.

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