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15 curiosità poco conosciute su House of the Dragon, la serie che ha riportato in alto il franchise di Game of Thrones

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ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler sulle prime due stagioni di House of the Dragon

L’estate 2024 è stata surriscaldata dal fuoco dei draghi. I termometri sono impazziti, non solo per il caldo tremendo a cui ci ha sottoposto questa torrida stagione estiva, ma anche per l’esplodere della tensione tra i Neri e i Verdi. Dopo gli eventi della prima stagione, ci aspettavamo il sangue e il fuoco in questa seconda stagione di House of the Dragon (visibile, naturalmente, su Sky e su NOW). E non siamo rimasti, sicuramente, delusi, con la serie HBO che ci ha mostrato anche molto altro. Il secondo ciclo di episodi dello spin-off di Game of Thrones ha confermato l’altissimo livello del primo, riportando definitivamente in auge il franchise dopo la delusione del finale della serie madre. Una seconda stagione che sa di consacrazione, dunque, in attesa anche dell’arrivo di altri nuovi spin-off ad espandere l’universo.

Celebriamo, dunque, il successo di House of the Dragon andando a parlare di alcune curiosità relative alla serie. Dai record infranti alle esperienze degli attori protagonisti, passando per alcuni dettagli che certificano l’immenso lavoro portato avanti da HBO. Conosciamo meglio l’amatissimo spin-off di Game of Thrones, con alcuni retroscena che probabilmente non conoscevate, e che vi faranno amare ancora di più questa splendida, immensa, trionfale, serie tv.

Ispirazione e record

1 – L’ispirazione della storia

Che la fantasia di George R.R. Martin non abbia confini è fatto risaputo, ma anche lui troverà ispirazione da qualche parte. In questo caso, il riferimento è ben preciso. Nell’ideare House of the Dragon, lo scrittore si è ispirato a un vero conflitto storico, la guerra civile inglese del XII secolo tra Matilda, figlia di Enrico I, e suo cugino Stefano, nipote del celebre Guglielmo il Conquistatore. Un conflitto che ha preso il nome di “Anarchia”, andato in scena tra il 1135 e il 1154. Si evidenziano immediatamente i paralleli che intercorrono tra la narrazione della serie HBO e il fatto storico che l’ha ispirato.

Abbiamo la figlia di un monarca, pretendente scelta direttamente da suo padre, e un parente, maschio, pronto a rivendicare il trono nonostante la designazione della successione. Similmente a quanto fatto da Viserys, anche re Enrico I, in assenza di eredi maschi, fece giurare ai baroni del regno di accettare sua figlia come erede al trono. Una decisione, però, messa in discussione, con il cugino di Matilda, Stefano, che aveva dalla sua una discendenza importante, nella figura cardine di Guglielmo il Conquistatore, uno dei più importanti monarchi di questo periodo storico.

George R.R. Martin ha chiaramente rimaneggiato la storia, intrecciandola ancora di più tramite il matrimonio di Viserys con Alicent e la nascita di eredi maschi dopo la designazione di Rhaenyra come erede al trono. Siccome i parallelismi ci sono e sanno spiccare, vi evitiamo di raccontarvi altri dettagli sull’Anarchia britannica. Non vi diciamo come finisce il conflitto per il trono d’Inghilterra, ma vi lasciamo il link per approfondire.

2 – Il record di ascolti

Come abbiamo detto nel titolo, House of the Dragon ha avuto il grande merito di riportare in alto il franchise di Game of Thrones. Stiamo parlando, infatti, di una delle serie più amate dell’intera storia della televisione, eppure il ricordo che la produzione HBO ha lasciato, giunta al suo epilogo, non è stato dei migliori.

Lo sappiamo fin troppo bene, infatti: il finale di Game of Thrones ha fatto storcere il naso a molti appassionati. Eppure, House of the Dragon non sembra aver risentito di questo sentimento negativo. Anzi, forse si è addirittura caricata, col compito di riscattare quel deludente finale. Sfruttando, dunque, anche un pubblico ricettivo e ansioso di tornare a Westeros, lo spin-off di Game of Thrones è partito col botto, facendo registrare subito un record pazzesco. Il pilot della serie è stato seguito dalla bellezza di 10 milioni di spettatori. Un record per un gigante come HBO. E il confronto col pilot di Game fo Thrones è davvero impietoso.

House of the Dragon ha poi saputo confermare gli altissimi numeri dell’esordio, superandoli già dalla seconda puntata, con 10,2 milioni di utenti incollati davanti al televisore. Gran parte del pubblico è rimasta fedele alla serie, e l’episodio conclusivo della prima stagione è stato visto da 9,3 milioni di spettatori. Un risultato davvero significativo, simbolo della presa che la serie tv ha avuto sulla gente.

La seconda stagione della serie HBO ha fatto registrare un calo, assolutamente fisiologico, di spettatori, col primo episodio visto da circa 8 milioni di spettatori. Un risultato comunque molto soddisfacente, considerando che solitamente, con l’incedere delle puntate, la decrescita degli ascolti è sempre più significativa. Sinora, invece, House of the Dragon ha saputo decisamente mantenere la sua presa sul pubblico, e ora l’attesa per la terza stagione si sta già facendo frenetica.

Daemon e Rhaenyra si scambiano sguardi intensi nella prima stagione di House of the Dragon

L’età di Rhaenyra e il riferimento a Game of Thrones

3 – Una differenza sostanziale

Da fan accaniti che vanno a cercarsi ogni dettaglio della loro serie preferita, sappiamo benissimo come, soprattutto dopo un certo punto, la serie tv di Game of Thrones si distacchi totalmente dal contenuto dei libri. Un processo lento e inesorabile, che dopo un po’ ha portato alla creazione di due narrazioni quasi diverse.

Finora, invece, House of the Dragon sta dimostrando una certa fedeltà alla sua materia originaria, ma anche in questo caso non mancano comunque delle differenze. La principale riguarda proprio il personaggio di Rhaenyra, che all’inizio della serie tv ha 15 anni. Nel libro, invece, ne ha appena 9. Una modifica sicuramente funzionale al racconto portato in scena. Pensate, infatti, a come la caratterizzazione del personaggio della principessa sarebbe dovuto cambiare rispettando l’età presente del libro. Saremmo stati davanti a uno scenario completamente diverso, perché svariate pulsioni della piccola Rhaenyra, da quella per la libertà a quella per l’esplorazione della passione e della sessualità, sarebbero state, per forza di cose, più contenute.

Game of Thrones, dal canto suo, ha dimostrato che i cambiamenti, anche i più eclatanti, rispetto alla fonte originaria, possono non essere un problema. Questo è un tema che si rincorre in materia di adattamenti, ma la fedeltà, specialmente se cieca, è davvero un valore positivo? La risposta di Game of Thrones è che i cambiamenti, se supportati dalla struttura narrativa messa in piedi, possono decisamente funzionare. È molto probabile che anche House of the Dragon si avvicini, con sempre più forza, a questa deriva. Ma non c’è da spaventarsi, perché le differenze, come quella dell’età di Rhaenyra, possono essere funzionali e dare un contributo importante al racconto.

4 – Il collegamento con Game of Thrones

Come ogni spin-off che si rispetti, House of the Dragon possiede riferimenti e easter egg che riconducono alla serie principale. Sin dall’inizio della serie questo è stato un tema molto caldo. In molti si chiedevano come questo prequel potesse legarsi, in maniera diretta, alla serie madre. Lo fa in diversi modi. Molti accessori, con vaghe citazioni di contesti, ma altri, pochi, decisamente più diretti.

Il collegamento più curioso, e anche quello più preciso, sta nella famosa daga di Viserys, che è la stessa usata da Arya per uccidere il Night King. Una daga che se solo potesse parlare ne avrebbe di cose da raccontare (qui vi abbiamo racchiuso la sua storia). Non è solo un collegamento interessante, ma è anche molto stimolante. Viene da chiedersi, infatti, che percorso abbia fatto quella daga per arrivare dalle mani di Viserys a quella di Arya. Viene la voglia di approfondire, di informarsi. Insomma, questo collegamento fa quello che un franchise organizzato dovrebbe favorire: alimenta il contesto collettivo.

I collegamenti ovviamente non si esauriscono qui. Un altro da citare è ovviamente quello rappresentato dalla celebre profezia di re Aegon. La Canzone del ghiaccio e del fuoco. Queste enigmatiche parole ci guidano sin dall’inizio del racconto e orientano la quasi totalità degli eventi che accadono in House of the Dragon. Le due serie tv, insomma, si connettono in maniera sottile, tessendo fili quasi invisibili. Ma molto, molto resistenti.

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