C’è chi la odia, ma anche chi la ama alla follia, c’è chi ne è davvero ossessionato e chi vorrebbe non doverne più sentirne parlare, ma una cosa è certa: How I Met Your Mother è stata e continua a essere una delle serie che più si sono impresse nell’immaginario collettivo dei serializzati e che hanno fatto la storia della televisione. Una serie dal successo spropositato che ha intrattenuto i suoi fan per nove lunghe e corpose stagioni, facendoli appassionare alle storie dei suoi protagonisti e sperimentando un tipo di narrazione insolita per una sitcom, ma capace di sorprendere continuamente il suo pubblico. A fronte di un simile coinvolgimento, nonostante un finale a dir poco divisivo, la serie non è di certo caduta nel dimenticatoio e già non molto tempo dopo la sua conclusione, i rumor su un suo possibile spin-off si fecero sempre più forti, ma la cosa finì nel dimenticatoio. Quando finalmente nel 2021 fu ufficializzata da parte di Hulu la notizia che How I Met Your Father era in fase di sviluppo, gli storici fan della serie non si dimostrarono, almeno in generale, troppo entusiasti.
Attenzione, il seguente articolo potrebbe contenere lievi spoiler sull’episodio pilota di How I Met Your Father.
C’era chi gridava alla scelta politically correct di rendere il protagonista della comedy una donna, chi temeva un plagio, chi, ancora, che la loro serie tv preferita venisse contaminata da questo nuovo arrivo. C’erano poi anche quelli che vedevano nel progetto una totale mancanza di idee e, di conseguenza, un prodotto vuoto e privo di attrattiva che necessitava del traino della più famosa serie madre per farsi grande di fronte agli occhi altrui. Insomma, una serie senz’anima alla quale non avrebbero mai dato una chance. Eppure, tra tanti remake, reboot, prequel, sequel e spin-off senza alcun senso, How I Met Your Father nasceva per un motivo ben preciso oltre a quello monetario, sfruttare un concept di base che poteva ancora dare tanto e raccontare una nuova generazione di protagonisti proiettata in una società che, anche solo in una decina d’anni, è radicalmente diversa da quella rappresentata da HIMYM.
How I Met Your Father non è però uno show copia-carbone dell’originale e neanche prova ad esserlo: certo, sarebbe ipocrita affermare che i protagonisti di questa nuova storia non attingano, almeno in parte alle caratterizzazioni di Ted Mosby e dei suoi amici, ma ciò si rifà non solo al modello di How I Met Your Mother, ma anche a tutte le serie di quel filone della commedia americana incentrata sul racconto di storie d’amore e di amicizie tanto forti da sembrare dei legami di tipo simbiotico alla Friends. How I Met Your Father, infatti, non copia ma omaggia, non desidera ricalcare paro paro personaggi e situazioni della serie madre, quanto invece dare nuova linfa a un particolare modo di narrare che, altrimenti, sarebbe stato accantonato.
How I Met Your Faher riprende la stessa ricetta, ma la modifica grazie a ingredienti diversi, amalgamati tra loro tramite un ordine differente e capaci di generare nuovi e inaspettati sapori.
Mal giudicata ancor prima della sua uscita su Hulu (e nel nostro paese su Disney Plus), How I Met Your Father è stata poi sommersa da una valanga di critiche dopo il rilascio della sua prima stagione, composta da dieci episodi. Eppure, tra tanti commenti che vanno da quelli che vogliono disprezzare la comicità della sitcom a quelli che se la prendono con i personaggi, reputati non all’altezza di quelli della serie originale, l’atteggiamento che domina maggiormente le scene è l’indifferenza. I primi episodi della seconda stagione dello show, caricati su Disney Plus nel nostro paese il 19 aprile, non hanno suscitato alcun tipo di dibattito sui social così come tra i discorsi degli appassionati. E questo, dobbiamo proprio dirlo, è un vero peccato! Nonostante i suoi limiti, How I Met Your Father si conferma essere una serie piuttosto godibile, per ovvi motivi debitrice rispetto alla serie madre e che non eccelle particolarmente in quel che fa, ma sicuramente piena di nuovi spunti e capace di omaggiare il passato senza dover per questo dipendere eccessivamente da esso.
How I Met Your Father è insomma, una serie di tutto rispetto, soprattutto se si pensa all’attuale delle serie comedy che, salvo raro eccezioni, continua a offrirci prodotti davvero dimenticabili e poco incisivi che, solitamente, trovano la cancellazione ancor prima di poter presentarsi sul serio al pubblico. E allora perché tutta questa severità? Perché rimproverare a How I Met Your Father aspetti che altrove sono trattati decisamente peggio? Perché non essere più clementi con una serie che, nonostante tutto, riesce a proporci scenari che, nel peggiore dei casi, rimangono comunque più che sufficienti?
Perché, volente o nolente, How I Met Your Father, non è How I Met Your Mother.
Perché allora incolpare una serie di essere e, al contempo non esser, solo una copia? Non date quindi alla sitcom colpe che non ha, ma che continua ad attirarsi addosso a causa di un’eredità fin troppo scomoda. “Inquieto giace il capo che porta la corona“. E How I Met Your Father, che deve portare con sé il peso di una grande eredità, questo lo sa bene, ma cerca comunque di costruirsi una propria identità, pur investendo su situazioni e stilemi narrativi tipici del genere a cui appartiene e cercando allo stesso tempo di costruire variazioni sul tema rispetto al format su cui si basa. Ecco dunque che vediamo la narratrice e possiamo solo immaginare il figlio, per dare in questo modo un senso di mistero sull’identità del fantomatico padre. Ecco che ricompare l’iconico appartamento, seppur rivisitato per l’occasione. Ecco che abbiamo ancora una volta come luogo di ritrovo del gruppo un bar, ma stavolta di proprietà di uno dei protagonisti. Ecco che si teme il “ti amo“, che si è adulti mentre ci si sente ancora dei bambini.
E allora, perché non provare a dare l’occasione a un prodotto che ha fatto e sta tuttora facendo del suo meglio per offrirci una buona serie e che ha ancora tanto potenziale inespresso? Se, infatti, con la sua prima stagione, lo show aveva solo potuto abbozzare le caratterizzazioni dei suoi protagonisti e aveva dovuto correre con la trama generale, la seconda stagione, composta da dieci puntate, sta già correggendo in parte il tiro grazie a running gag più riuscite e a una trama che pian piano sta iniziando a ingranare. Quello che ancora ci manca è infatti, più che altro, l’affezione a questi personaggi, che conosciamo ancora troppo poco per poter amare, che ancora, dato il poco spazio finora ottenuto, sono ancora poco più che estranei. Ma i frutti più buoni sono quelli che vengono coltivati con le corrette tempistiche!
Insomma, serve tempo: tempo per imparare a conoscere i protagonisti e le loro dinamiche, tempo per esplorare, tempo per permettere loro di maturare.
Perché allora non provare a fingere di star guardando solo una piacevole comedy, una serie che non abbia scomode parentele e tentare di dare una possibilità a un prodotto che è stato bistrattato da tanti per i motivi sbagliati? Quello che potreste ritrovarvi a guardare potrebbe essere effettivamente un prodotto che non vale il vostro tempo, oppure, potreste ritrovarvi di fronte a una piacevolissima sorpresa, tutta da scoprire. Sta tutto nel provare!