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That ’90s Show 2 – Parte 1: è sempre bello tornare a Point Place

that '90s show copertina
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La fine di giugno ha portato con sé una nuova stagione di That ’90s Show. Ecco infatti ritornare l’attesissima seconda parte dello spin-off di Netflix della celebre That ’70s Show, che proprio negli anni ’90 era una tra le sit-com più popolari al mondo. La prima parte della seconda stagione, composta da soli otto episodi, aveva un gravoso compito sulle proprie spalle: riuscire a far spiccare il volo alla serie facendole abbandonare il suo sicuro nido, pur rimanendo fedele allo spirito della serie originale. Un delicato equilibrio che fortunatamente That ’90s Show 2 ha dimostrato di essere in grado di gestire, offrendo agli spettatori un mix di novità e nostalgia raro per prodotti di questo genere.

Come sarà stata dunque questa prima parte di That ’90s Show 2?

that '90 show
Kurtwood Larson Smith interpreta il nonno Red in That ’90s Show 2.

Ambientata come da titolo negli anni ’90, la seconda stagione prende il via nell’estate del 1996, a quasi un anno di distanza dalla prima. Leia Forman (interpretata da Callie Haverda) torna infatti a Point Place, in Wisconsin, per trascorrere l’estate con i suoi nonni Red e Kitty. Il loro entusiasmo per il ritorno della è palpabile e non sono gli unici a provarlo: a far loro compagnia ci sono infatti la sua migliore amica Gwen (Ashley Aufderheide) e il suo ragazzo Jay (Mace Coronel). Tuttavia, una nube oscura minaccia di rovinare la spensieratezza estiva. La tensione romantica tra Leia e Nate alla fine della scorsa estate rischia di perturbare gli equilibri e, come ovvio che sia, tutto ben presto si complica.

Una sit-com leggera, che fa bene al cuore, godibile che punta sul raccontare storie semplici, ma genuine e universali.

Uno degli elementi più riusciti di questa stagione è il modo in cui vengono sviluppate le dinamiche tra i vari personaggi. La serie riesce infatti a bilanciare abilmente le trame romantiche con le altre dinamiche di gruppo, evitando in questo modo di far ristagnare troppo a lungo i drammi che solo le cotte adolescenziali possono causare. Le storie d’amore sono un filo conduttore, ma non schiacciano mai tutto il resto. Questo permette quindi allo show di esplorare varie situazioni, tra amicizie, scontri e riavvicinamenti che hanno modo di dare spazio a ogni personaggio.

Tutti, infatti, seppur a gradi diversi, vengono valorizzati maggiormente: esempio di ciò è il personaggio di Ozzie (Reyn Doi), innalzato a qualcosa di più di un semplice comic relief ed approfondito nella sua identità queer. Stessa cosa può dirsi di Gwen, a cui viene dedicata una delle storyline più coinvolgenti della stagione legata al tema del razzismo e a un mancato senso di appartenenza. Queste tematiche, affrontate con la giusta sensibilità, riescono a rendere più profonde e originali le storie dei personaggi e rendono la serie più aperta e inclusiva. La genuina amicizia e l’affetto palpabile tra i personaggi riesce a trasmettere buoni sentimenti senza per questo apparire eccessivamente stucchevole. Passi in avanti rispetto alla prima stagione si hanno infatti dal punto di vista del cast, sicuramente maggiormente affiatato, ma con ancora tanto da dimostrare.

Se infatti alcuni dei personaggi sembrano avere una propria distinta personalità, altri si riducono a essere delle copie sbiadite dei protagonisti della serie madre: simpatici, ma non ancora all’altezza.

A ricoprire il ruolo di fan favorite, d’altra parte, non possono che esserci loro, Kurtwood Smith e Debra Jo Rupp nei panni rispettivamente di Red Forman e di Kitty Forman, due tra i nonni più amabili del piccolo schermo, che con gli anni non hanno affatto perso il loro smalto e portano avanti alcune tra le gag meglio riuscite della stagione.

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Jay e Leia in una scena di That ’90s Show 2.

Sulla scia di That ’70s Show (qui i migliori episodi), la versione ’90 riesce a veicolare con leggerezza i limiti e le potenzialità proprie dell’epoca in cui è ambientata. Rispetto alla prima stagione, questa parte 2 dimostra una narrazione ancor più matura e attenta, bilanciando momenti di riflessione con situazioni abbastanza divertenti che fanno venire voglia allo spettatore di proseguire con la visione.

That ’90s Show 2 è dunque pronta a spiccare il volo?

Come già menzionato, uno dei principali obiettivi principali di questa stagione era dimostrare che That ’90s Show 2 potesse esistere come un prodotto a sé stante. La serie doveva dimostrare di essere indipendente dai protagonisti della serie madre. Un aspetto che nella prima stagione non era del tutto riuscito. Se la Parte 1 sembrava quasi l’incipit di un revival della serie madre, questa seconda parte si è infatti concentra maggiormente sullo sviluppo dei nuovi protagonisti. Certo, in That’s The ‘90 Show non mancano i cameo, come quelli di Tommy Chong e Seth Green, ma essi sono inseriti in modo da non distrarre troppo il pubblico da quelli che sono gli archi narrativi della “nuova generazione di teenager”. Le apparizioni di personaggi come Eric (Topher Grace) e Donna (Laura Prepon) non finiscono infatti per togliere il focus alla trama principale.

La serie riesce a mantenere il giusto equilibrio tra nostalgia e novità: gli spettatori che hanno amato That ’70s Show potranno divertirsi a cogliere citazioni e riferimenti al passato, ma anche il nuovo pubblico riuscirà ad approcciarsi alla serie senza troppi problemi e senza perdere pezzi.

Tutto oro quel che luccica, dunque?

I nonni e Leia in That ’90s Show 2.

In realtà, seppur divertente da vedere, That ’90s Show 2 ha un grande difetto. Lo stesso che lo accomuna alla maggior parte delle sit-com prodotte negli ultimi tempi: la sua durata. Anche se questi primi otto episodi corrispondono solo a una parte della seconda stagione, inutile dire che per risultare davvero funzionali avrebbero dovuto essere ben di più. Molte delle situazioni presentate, infatti, finiscono con l’esaurirsi troppo frettolosamente.

Non un dramma, certo, ma la prova che la scelta ormai classica degli otto/dieci episodi tipica dei drama moderni poco si addice al genere comico. Seppur divertente, inoltre, siamo consci che si possano fare miglioramenti dal punto di vista dell’umorismo, che a tratti pare ripetitivo e incentrato sugli stessi argomenti. La scelta di mantenere le risate registrate in sottofondo, ormai retaggio di uno stile che non funziona più, non aiuta inoltre a rendere la serie più spassosa.

Insomma, una serie che sta crescendo e che potrebbe regalarci delle piccole soddisfazioni. Una sit-com godibile per passare qualche ora in serenità. Ora non ci resta fare altro che aspettare con pazienza la Parte Tre, in uscita su Netflix il prossimo 24 ottobre.

That ’90s Show fa parte di una lista di 7 Serie Tv di Netflix di cui non si sta ancora parlando come meriterebbero: date loro un’occhiata.