Quello che segue è un documentario concepito in una notte estiva da 76 gradi all’ombra. Non ci sono istruzioni preliminari da tenere in considerazione, a parte una: chiudere gli occhi per un secondo e intonare un motivetto che conosce ognuno di noi. Lo sentiamo da una vita, probabilmente senza sapere che è l’Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach.
L’avete cercata su Spotify e vi siete resi conto che non è altro che la sigla di Superquark? Sì, è quella. Ma l’autore di questo delirio non ha il sex appeal di Piero Angela e tanto meno del figlio Alberto. È un divulgatore seriale un po’ particolare e oggi vi porterà alla scoperta del magico mondo degli unicorni. Quelli che non esistono, secondo i più diffidenti. E Barney Stinson è dello stesso avviso. Noi no. Secondo noi sono vivi e si nascondono in tutte le città del mondo. Compresa la nostra. Non ci credete? Dateci un’occasione e vi ricrederete.
Mollate i pokemon e datevi agli unicorni
L’individuazione degli esseri mitologici si fonda su una base scientifica fondamentale: la diagonale Vickie Mendoza, ideata qualche anno fa dal professor Barney Stinson. Lo schema definisce al meglio il mondo femminile, mettendo in relazione due componenti decisive: l’essere gnocca e l’essere pazza.
Nel momento in cui un individuo di sesso maschile si approccia per la prima volta ad uno dell’altro sesso, deve tenere in considerazione questi due aspetti. E decidere cosa vuole avere da lei. Un appuntamento? Una notte di sesso? Un matrimonio? Una relazione pericolosissima? L’occasione giusta per fuggire prima che sia troppo tardi? Valutate voi, e fatelo basandovi sulla matrice che avete visto all’inizio del paragrafo. Una matrice ricalcata sul modello ideato da Barney, non uno schema: le donne sono imprevedibili e si spostano da una zona all’altra con imbarazzante facilità.
Torniamo agli unicorni, i protagonisti sono loro. Trovarli non è semplice e vi regaleranno più soddisfazioni del Pikachu che avete trovato stamattina nel bagno del McDonald’s. Ma cosa sono? Nient’altro che una cerchia rarissima di donne molto gnocche e allo stesso poco pazze. Poco pazze fino ad un certo punto in realtà, perché in una scala da 1 a 10 non ne esiste una che lo sia al di sotto del 4. Secondo Barney Stinson sono delle fig(ur)he mitologiche al punto da definirli “unicorni”. Oppure sono dei transessuali, a detta sua. Noi non la pensiamo così e le ampie conoscenze enciclopediche sul mondo seriale a nostra disposizione ci hanno permesso di smentire la tesi del luminare statunitense. È stato sufficiente un viaggetto all’interno della storia delle serie tv.
La zona “Non ne vale la pena”
La prima regione antropologica presa in esame è un’area nella quale non auguriamo a nessuno di trovarsi mai nella vita, ma in caso d’emergenza si può trovare facilmente una soluzione. Individuare un’area nella quale il livello gnocca balli tra lo 0 e il 5 e quello della pazzia tra il 4 e il 10 è semplice. L’esito è immediato: non ne vale la pena. La capitale della regione è Approdo del Re, dominata al momento da Cersei Lannister, ottimo esempio in questo senso. La Mad Queen è passata dalla “danger zone” alla “no go” dopo il taglio di capelli discutibile voluto fortemente dall’Alto Passero (livello gnocca da 7 a 3). Vickie Mendoza si rapò a zero, ma anche Cersei non scherza. Sulla pazzia non c’è granché da aggiungere: la 6×10 di Game of Thrones l’ha portata da un ottimo 8 ad un maestoso 10.
La regione del “no go” è popolata anche da Marie Schrader (Breaking Bad), Missy (Doctor Who), Kimmy Schmidt, Janice Litman Goralnik (Friends), Mary Morstan (Sherlock) e Nadine Buttler (Twin Peaks).
La prova più difficile
Lasciate ogni speranza, o voi ch’intrate. Questo è l’Inferno, e ognuno capiterà nella regione citata almeno una decina di volte nella vita. Barney Stinson la vede come una “danger zone”, e fa bene: non esiste uomo che non si ritrovi irrimediabilmente attratto da una gnocca dal 5 al 10, pazza allo stesso tempo dal 5 al 10. L’equilibrio perfetto, in teoria. L’incubo più sexy, in pratica. Ogni volta si pensa di lasciar perdere e poi ci si trova coinvolti fino al collo. Che sia una giornalista capace di fare danni persino da morta (Zoe Barnes), una moglie incapace di reggere le pressioni del cambiamento esistenziale del marito (Skyler White), una pazza in grado di sedurre uno dei bastardi più folli del mondo (Myranda, amante di Ramsay Bolton), il risultato è sempre lo stesso: si è consapevoli di essere in una regione estremamente pericolosa, ma la pazzia è una droga che crea dipendenza e si butta via il passaporto. Più si pensa di esserne immuni, più ci si concede ad una nuova notte di fuoco.
Non mancano gli esempi di donne che popolano la “danger zone”: Taylor e Marissa (O.C), Jessica Day (New Girl), Regina (Once Upon a Time), Alex Parrish (Quantico), Rosita Espinosa (The Walking Dead), Jackie Burkhart (That ’70s Show), Bonnie Plunkett (Mom), Lagherta (Vikings), Vanessa Ives (Penny Dreadful), Blair Waldorf (Gossip Girl) e Kris Furillo (Wildfire).
Poi c’è lei, la più imprevedibile: dalla “danger zone”…
… alla “no go” il passo è breve.
Divertiamoci, senza impegno
E poi c’è la “fun zone”. Il livello gnocca è piuttosto alto (dal 5 all’8), ma quello della pazzia (dal 4 al 6) impedisce di stare del tutto tranquilli. Programmare è impossibile, ma vale la pena provarci e divertirsi un po’. Questa zona è il regno incontrastato di Max Black, una donna procace e solare con la quale si può trascorrere divinamente del tempo tra un pancake e l’altro (possibilmente con qualche altro intrattenimento). Oppure Krysten Ritter in due reincarnazioni seriali (Jane di Breaking Bad e Jessica Jones). Oppure Clarke Griffin (The 100).
Se poi avete qualche problema in casa con i vampiri (definiti comunemente “zanzare”), potreste chiamare Buffy e unire l’utile al dilettevole. Si potrebbero fare mille esempi, ma una cosa è certa: se volete trascorrere un po’ di tempo con il sorriso sulla faccia e senza tanti impegni, trasferitevi qui.
Forse è un Purgatorio, forse è una magia
La strada per il Paradiso è ormai segnata, e non può non passare da un Purgatorio dalle mille forme. Questo non è più un documentario: questo è un viaggio mistico e Piero Angela sarà il prossimo Papa.
Purgatorio, si diceva. Nella zona appuntamenti e matrimonio la casistica si riduce pericolosamente. Le donne che si possono incontrare in quest’area hanno la fisionomia di un unicorno, ma manca qualcosa per farne delle fig(ur)he mitologiche. Sono clamorosamente belle, ma la soglia di pazzia è ancora piuttosto alta, dal 5 al 7. Eppure ne vale la pena. Eccome se ne vale la pena. Tanto da proporle un appuntamento. Oppure un matrimonio, addirittura.
L’esempio principe in questo caso è fin troppo banale. Robin, la donna che ha fatto sognare per una vita Ted e poi si è sposata con Barney, è lo stereotipo perfetto. Immaginarla in una zona piuttosto che in un’altra è fin troppo soggettivo. Volete rischiare di perdere la testa? Invitatela a cena fuori, possibilmente senza dichiararle amore eterno alla prima uscita. Oppure sposatela, tenendo in considerazione che il matrimonio potrebbe durare poco. Provateci, però: l’ha fatto persino quel luminare di Barney Stinson, perché non dovreste farlo anche voi?
Avete bisogno di maggior stabilità? Fiondatevi su Lily, ma probabilmente Marshall non sarebbe d’accordo. Facciamo qualche altro esempio: chiedete di uscire a Bernadette Rostenkowski (The Big Bang Theory), Angela Moss (Mr. Robot), Donna Pinciotti (That ’70s Show), Daenerys Targaryen (e ringraziate Tyrion, sennò avreste avuto a che fare con un’altra Cersei), Irene Adler (Sherlock) o Elliot Reid (Scrubs).
Non sapete scegliere tra le more e le rosse? Provateci con una tra Clara Oswald ed Amy Pond (Doctor Who).
Siete a vostra volta pazzi e avete deciso di sposarvi? Caroline Channing (2 Broke Girls), Joey Potter (Dawson’s Creek), Sadie Dunhill (22.11.63) e Jordan Semyon (True Detective) potrebbero essere le donne della vostra vita.
Le serie tv dimostrano che gli unicorni esistono. Ma è davvero quello che vogliamo?
L’apotesi e il Paradiso: gli unicorni esistono. Sono belli e mentalmente stabili. Sono bellissime e pazze al punto giusto. Siamo arrivati in una terra meno conosciuta di Antartide, dove manco Barney Stinson è mai approdato. La storia delle serie tv propone tantissimi esempi di unicorno, dall’eterea Margaery Tyrell (Game of Thrones), a Penny di The Big Bang Theory (un mistero più grande degli unicorni è il suo cognome, ma questa è un’altra storia). Volete qualche altro esempio? Pensate per un attimo a Elena Gilbert (The Vampire Diaries) e a Kate Austen (Lost).
Potremmo andare avanti per ore e alla fine farci una domanda maledetta: uno stereotipo di perfezione farebbe di una donna la donna perfetta? Probabilmente no. E chi siamo noi per catalogare degli esseri straordinariamente sfaccettati come le donne? La diagonale Vickie Mendoza è una grande menzogna, ammettiamolo. Non sappiamo manco cosa sia la pazzia in ogni forma, in fondo. Per non parlare dell’essere gnocca. E poi i veri folli siamo noi uomini: ogni volta che incontriamo un unicorno, finiamo in fuorigioco nella “danger zone”. Siamo umani, noi. E le relazioni tra uomini e donne sono belle perché imprevedibili e impossibili da catalogare. Alla faccia di Barney Stinson. Alla faccia dei divulgatori scientifici: ogni volta che parte l’Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach, un branco di unicorni è attratto irrimediabilmente. E noi, poveri umani, ci avventuriamo nell’ennesima relazione pericolosissima.
Antonio Casu