How I met Your Mother ci ha appassionato per nove stagioni, ci ha fatto ridere e disperare, e noi l’abbiamo amata profondamente. Cinque ragazzi newyorkesi, cinque amici, cinque come noi che cercano di affrontare la vita senza lasciarsi abbattere dalle continue difficoltà cui vengono sottoposti con risate e sprezzante senso dell’ironia. Come tutte le serie televisive, anche questa ha subito una propria evoluzione lungo tutto il suo percorso, dopotutto 208 episodi sono proprio tanti, ma non ci ha mai stufato, non ha mai allentato la presa e la motivazione è molto semplice: per rappresentare al meglio un’amicizia, o un amore, non basta immaginarlo, ma è necessario viverlo, conoscerlo come le proprie tasche, perchè solo in questo modo è possibile trasmettere quelle emozioni e quei ricordi che riscaldano il nostro cuore e che hanno contraddistinto la sitcom che più di tutte ha segnato questi primi anni del terzo millennio.
Era il lontano anno 2005. Due ragazzi poco più che trentenni hanno un sogno: Craig Thomas e Carter Bays lavorano nel campo da anni, con un’esperienza che spazia da American Dad al Letterman’s Show, ma prima che colleghi sono amici che si ritrovano a bere una birra al solito pub, a chiacchierare di quei drammi sentimentali che ciascuno di noi deve aver vissuto almeno una volta nella vita, e che hanno condiviso tutte quelle meravigliose e folli esperienze da ventenni newyorkesi impossibili da dimenticare.
How I met your mother comincia proprio così, da una chiacchiera qualsiasi in un pub qualsiasi.
Anche se definirlo proprio “qualsiasi” non è del tutto corretto: infatti Bays e Thomas si sono ispirati per il McClaren’s Pub proprio ad uno dei loro pub preferiti, il McGee il cui proprietario “casualmente” si chiama proprio Carl. Seguendo pedissequamente la regola dello scrivere di ciò che si conosce, i due amici decidono di raccontare quella che era stata la loro semplice esperienza di vita, di “scrivere sui nostri amici e le cose stupide che abbiamo fatto a New York”, ed ecco che da Craig Thomas prende avvio il personaggio di Marshall Ericksen, mentre da sua moglie Rebecca (conosciuta per l’appunto durante il primo anno di college) nasce la dolce e tremenda Lily Aldrin. Carter Bays invece era alla ricerca costante dell’amore della vita, proprio come Ted Mosby, che tra mille avventure (e disavventure) nella Grande Mela, alla fine raggiunge il suo tanto sudato e sofferto lieto fine.
Tutti noi, pubblico degli anni ’90 o precedenti, abbiamo ricollegato questa serie a Friends, che ha segnato la nostra epoca e sicuramente il futuro di tutte le sitcom che l’hanno seguita, ed esattamente come noi, anche Bays e Thomas erano fan della serie anni ’90, e, per quanto abbiano cercato di discostarsene, l’influenza della prima sulla seconda è stata inevitabile: ma i due autori si sono riproposti sin dal principio di sviluppare all’ennesima potenza quelle tematiche già affrontate, hanno voluto non solo trasportare la sitcom nei primi anni del III millennio, ma anche approfondire i caratteri dei personaggi senza aver paura di cadere anche nel drama: hanno cercato di rappresentare non solo 5 amici alle prese con situazioni esilaranti ed esperienze fittizie, ma in un qualche modo, e soprattutto con il proseguire delle stagioni, si sono presi la libertà di rappresentare quanto più fedelmente possibile per una sit-com quella che è la vita di tutti i giorni.
Il primo attore ad entrare a fare parte del cast è proprio il protagonista Josh Radnor che nel febbraio ottiene il ruolo senza colpo ferire, mentre inizialmente il ruolo di Lily era stato offerto a Rebecca, la moglie di Thomas, ma da fan sfegatati di Joss Whedon i due scelsero di comune accordo Alyson Hannigan che in quel periodo era libera e proprio in cerca di un ruolo comico da interpretare. Come Alyson, anche Neil Patrick Harris (Barney), Jason Segel (Marshall) e Cobie Smulders (Robin), ottennero il ruolo nel marzo, anche se Cobie si aggiudicò la parte solo dopo che Jennifer Love Hewitt (Melinda Gordon di Ghost Whisperer) la rifiutò per dedicarsi al programma che l’avrebbe resa famosa; Bob Saget ottenne il ruolo di voce narrante di Ted del futuro, ma essendo impegnato in uno spettacolo a New York registrò la sua parte in separata sede.
Composto il cast viene girato l’episodio Pilota, nel maggio venne approvato dalla CBS che lo manderà poi in onda negli Stati Uniti il 19 Settembre 2005.
Le curiosità su questa serie sono innumerevoli, per esempio in pochi sanno che la sigla “Hey Beautiful” è dei The Solids, gruppo di cui fanno parte gli stessi Bays e Thomas; peculiare è il fatto che, a differenza della maggior parte delle sitcom, gli episodi di How I met your mother vengono girati nell’arco di tre giorni, invece dell’unico giorno canonico di riprese, le risate sono quasi sempre registrate e che ogni episodio è composto da circa 50 scene rapide, collegate tra loro attraverso i numerosi Flashback e Flashforward.
Come afferma Radnor in una delle tante interviste reperibili su Youtube, i 5 sul set hanno instaurato fin da subito un rapporto che va al di là del mero ambiente lavorativo: la sintonia tra i membri del cast è stata immediatamente inevitabile, hanno creato un gruppo funzionale, complice, anche se tutto ciò non è qualcosa che si possa imparare o decidere, semplicemente succede e il risultato è qualcosa di meraviglioso. E forse è una diretta conseguenza di questo la partecipazione sporadica dei vari compagni di vita degli attori: tutti sapranno che Alexis Desinof, interprete di Sandy Rivers, altri non è che il marito della bella Alyson Hannigan, i quali si erano conosciuti su un altro grande set, quello di Buffy L’Ammazzavampiri, di cui i due autori si proclamano grandi fan; ma anche David Burtka, la dolce metà di Neil Patrick Harris, compare nel programma come Scooter, ex fidanzato e spasimante senza speranza di Lily Aldrin, e per finire, e questa forse è la chicca di cui non tutti sono a conoscenza, Gary Blauman, il collaboratore di Barney e Marshall è Taran Killam, il compagno nella vita reale di Cobie Smulders.
Ma oltre alla partecipazione di personaggi della vita reale dei vari attori, sono molti i collegamenti autobiografici all’interno della serie, oltre quelli alla base citati inizialmente, per esempio le origini dei diversi attori, per esempio Josh Radnor è effettivamente originario di Cleveland in Ohio e Cobie Smulders è davvero una canadese DOC, più volte presa in giro sulle scene e nel dietro le quinte dai suoi colleghi, primo fra tutti Neil Patrick Harris la cui improvvisazione ha reso “legen- wait for it- dary” questa serie.
Ma la caratteristica fondamentale di questo programma televisivo è sicuramente la modalità di scrittura ricca di flashback e flashforward all’interno di tutto il suo percorso, tutti estremamente ben pianificati fin dall’inizio, esempio lampante sono le riprese riguardanti i figli del protagonista girate praticamente tutte nello stesso periodo affinché non si notasse la crescita dei due ragazzi. E per quanto la narrazione debba essere considerata inaffidabile in quanto è il protagonista a raccontare aneddoti sul suo passato, sicuramente distorti non solo dalla memoria ma anche dalla volontà del vecchio Ted, è proprio questa caratteristica che le conferisce ulteriore veridicità e che ci permette di apprezzarla profondamente, sebbene il finale sia stato così tremendamente discusso.
Interesserà sapere, soprattutto ai più critici, che per una serie di problematiche il programma ha rischiato la sua fine alla conclusione dell’ottava stagione, il cui finale, infatti viene costruito a mo’ di finale di serie, la cui conclusione lascerebbe dunque intendere che la fantomatica mamma sarebbe Victoria, dai più ritenuta l’ex più adatta a ricoprire quel ruolo.
Ma alla fine alla nona stagione ci siamo arrivati, Ted incontra la bella Tracy e capisce che l’amore di tutta una vita è impossibile da dimenticare: gli ultimi due episodi intitolati “Last Forever” sono stati i più seguiti in assoluto dal pubblico, ci hanno fatto commuovere e forse anche un po’ disperare, ma i più disperati forse sono stati proprio i cinque interpreti che, pur portandosi via determinati “souvenir” (Josh il corno blu, Neil il tavolo del McClaren’s e non solo), hanno lasciato in quel set nove tra i più begli anni della loro vita, fatta di gravidanze, risate, matrimoni e proposte di matrimoni, premi e nomination, soddisfazioni e difficoltà, indelebili ricordi insomma che li accompagneranno (e ci accompagneranno) fino alla fine dei giorni.