Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di How I Met Your Mother
How I Met Your Mother non è solo una serie televisiva, non lo è mai stata. Ha sempre avuto un retrogusto malinconico che ci legava alla narrazione di una generazione sull’orlo di una crisi di nervi ma sempre con un senso dello humor spiccato e attento. Chi l’ha vista quando è uscita, dal 2005 al 2014 (se vi sentite vecchi, non siete soli), sa che How I Met Your Mother è qualcosa di più rispetto alla semplice serie comedy. Certo è la tipica serie tv che diventa confortevole, quella che guardi quando vuoi essere sicuro di non avere sorprese, quella che sai che non ti deluderà.
Ma ha lavorato molto per diventare tutto questo e chi l’ha guardata, è cresciuto con lei. Praticamente di pari passo con i protagonisti. È, letteralmente, una serie generazionale che non si sofferma solo sulla crescita dei personaggi ma moltissimo sul suo spettatore.
Da sempre How I Met Your Mother richiama quell’atmosfera confortevole di Friends, quella narrazione piena di citazioni dal mondo pop che vedevamo in Dawson’s Creek, e soprattutto quella musica che ha segnato parte della vita di molte persone. Fra gli altri Jonathan Bates, Pixies, Radiohead e Bon Jovi. Senz’altro, in How I Met Your Mother, la colonna sonora è un personaggio, seduto tra loro al MacLaren’s Pub.
Quante cose, negli anni, sono state dette su How I Met Your Mother, quante domande ci siamo posti, quante teorie abbiamo portato avanti su un finale divisivo (ha addirittura ispirato uno spin off). Il bello delle serie tv come How I Met Your Mother è anche questo: anche dopo dieci anni dalla sua ultima puntata, i suoi spettatori sono ancora pronti a lottare per dire la loro opinione, tutti uniti sul fronte dell’affetto per i personaggi. Quante di queste riflessioni si sarebbero potute tradurre in musica? Più o meno, tutte quante. Se c’è una cosa che How I Met Your Mother ci insegna, oltre al valore dell’amicizia e all’importanza del non prendersi troppo sul serio, è che con la musica si possono dire molte cose. Anche quando ci sembra che sia stato detto tutto, lo sfondo sonoro ci aiuta a trasmettere un’emozione ancora diversa, ancora più complessa e soprattutto più diretta.
Perché How I Met Your Mother è pieno di parole, e altrettante ne sono state dette sul suo conto, ma quello che davvero importa è quello che si dice senza parole.
E allora, una serie come How I Met Your Mother, dibattuta e conosciuta quasi fino al midollo da chiunque l’abbia mai vista, ha un solo modo per essere raccontata davvero, ancora.
Cosa possiamo dire attraverso la puntata 2×01, la puntata in cui Marshall cerca di riprendersi dalla brusca rottura con Lily?. Siamo all’inizio della seconda stagione, la prima si è conclusa con l’ultima cosa che avremmo voluto vedere: Lily e Marshall dividersi. Siamo devastati quasi quanto lo è Marshall, che diventa l’ombra di se stesso e regredisce anche nella azioni più quotidiane. Alla fine della puntata, dopo che Marshall ha affrontato la verità nuda e cruda, grazie a delle parole molto forti da parte di Ted che lo sprona a tornare a essere l’uomo che era prima, suona Boys Don’t Cry dei The Cure.
“I tried to laugh about it, hiding the tears in my eyes. ‘Cause boys don’t cry”, perché gli uomini non piangono.
Perché le emozioni troppo forti non vanno mostrate. E invece, How I Met Your Mother ci racconta il contrario, Marshall piange e anche molto e noi con lui. La puntata, che racconta insieme al resto anche molto dell’amicizia tra Ted e Marshall, mostra uno sfaldamento totale del tipico pregiudizio di cui parla la canzone dei The Cure ed è proprio per questo distacco che funziona. Vediamo per la prima volta Marshall, e vediamo per la prima volta la sua vera natura, emotiva e irrazionale. Marshall se ne frega che i ragazzi non dovrebbero piangere, e noi con lui.
E riprendiamo proprio dal personaggio di Marshall, che non per niente è sicuramente uno dei meglio riusciti in generale nella serialità televisiva, per spostarci a un’altra stagione. A un’altra puntata in cui davvero le parole servono a poco, saranno le azioni (e la musica che le accompagna) a fare la differenza. Siamo sul tetto dell’appartamento di Ted, Marshall e Lily, una terrazza che ormai conosciamo molto bene, è la puntata 4×24. È la festa che Marshall ha organizzato per tirare su il morale a Ted, che è indeciso se continuare con la carriera di architetto o se accettare la cattedra di professore. È la festa famosa per la capra che aggredisce Ted. Ma in ballo c’è qualcosa di più grande. A questo punto Marshall e Lily sono già sposati, Barney capisce di provare qualcosa per Robin e la loro storia d’amore sta per cominciare. Per Ted è un momento di decisioni importanti e Marshall prende le redini della vite di tutti loro, senza saperlo.
A.C. Newman comincia a cantare la sua Prophets, e continua a dire “one by one, one by one, one by one…”: un passo alla volta, parti da zero, un passo alla volta.
E Marshall fa “il salto”, quel famoso salto da un balcone all’altro della loro terrazza. Riempie, con un balzo di appena due metri, il vuoto che si sta creando nella vita dei suoi amici e fa trovare loro uno scopo.
Ma non c’è sempre Marshall a salvare le vite di tutti (persino quando è la sua a essere in bilico), non sempre c’è un deus ex machina che può scrollare via le responsabilità o il dolore. E allora dobbiamo vivere anche la malinconia, e Ted lo sa bene. In How I Met Your Mother più volte vediamo alternarsi scene di vita spensierata a scene di vita molto più realistica. E chi mai potrebbe descrivere tutto questo, meglio di Florence and The Machine? A questo punto, nella puntata 7×17, Ted riscopre il suo amore per Robin ma deve affrontare il fatto che lei non lo ama e, forse, non lo amerà mai come fa lui. È una puntata molto triste, ma anche molto indicativa della serie stessa che, arrivata alla settimana stagione, ha bisogno (proprio come Ted) di conferme. È una delle puntate più indicative del rapporto tra Ted e Robin, logorante ed emozionante, profondo ma anche devastante. La voce soave di Florence dice “it’s hard to dance with a devil on your back, so shake him off”, perché Ted deve togliersi una volta per tutte quel peso, deve affrontare la realtà e lasciare andare il suo demone che gli impedisce di crescere davvero, il suo amore non ricambiato per Robin.
È un grande momento di passaggio, per il personaggio di Ted, per How I Met Your Mother stessa e per noi che la stiamo seguendo fin dall’inizio. In fondo, “It’s always darkest before the dawn”, Ted lo sa e noi cominciamo a capirlo.
E quando finalmente lo capiamo davvero, quando le cose sembrano andare per il verso giusto, How I Met Your Mother ci sorprende ancora. Sapevamo che Robin e Barney sarebbero finiti insieme, per lo più lo speravamo. Sapevamo che nessuno ci avrebbe tolto la garanzia dell’amore tra Marshall e Lily, l’amore rassicurante dove andavamo a far riposare il cuore. E sapevamo che, prima o poi, sarebbe dovuta arrivare la donna misteriosa di Ted, quella per cui ha tessuto la tela più bella e ingarbugliata del mondo. E quindi conosciamo Tracy, e nella puntata 9×16, quasi sul finale, ci mostra la sua identità più bella a pura. Ci incanta con la sua voce e, ancora una volta, mentre incanta Ted rimaniamo ammaliati anche noi con lui (non per niente, è la serie che ci ha insegnato l’amore). La vie en rose, nella versione di Cristin Milioti, è una della canzoni che rimangono nella storia di How I Met Your Mother principalmente perché chiude un cerchio. Da lì, intuiamo che tutto andrà per il meglio, che siamo arrivati alla mèta e che stiamo per lasciare la nostra zona di comfort ma va bene così. Perché How I met Your Mother ci ha accompagnati nel viaggio, ci ha saziati e ci ha dissetati, ma soprattutto ci ha coinvolti in una vita rocambolesca e bellissima come fosse tutto contornato di amore, anche nei momenti più bui.