Esistono nel mondo delle serie tv alcune confessioni che anche il più temerario degli spettatori proverebbe timore ad esprimere pubblicamente. Sto parlando di rivelazioni che hanno il potere di far sì che chiunque le pronunci venga guardato di traverso, come per esempio “Non ho mai visto Breaking Bad“, o “Grey’s Anatomy è oggettivamente meglio de I Soprano“, o ancora “The Office non fa ridere“. Sebbene queste dichiarazioni siano solo a titolo esemplificativo e non riflettano i miei trascorsi da fan, quello che sto per confessare non sfigurerebbe affatto al loro fianco: ho adorato il finale di How I Met Your Mother. Anzi, vi dirò di più, penso che sia stata proprio la puntata conclusiva a farmi rivalutare l’intera serie.
Lo so, lo so, è un’opinione impopolare. How I Met Your Mother è una delle comedy più amate della storia della televisione, forse addirittura un cult del genere, mentre il suo finale è riconosciuto da molti come uno dei peggiori mai andati in onda. Perciò, mentre sono qui a cercare di esporre le mie ragioni, mi trovo ancora una volta a riguardare “Last Forever” (questo il titolo dell’episodio finale, tradotto in italiano con “Amici per sempre”), a sezionarlo, a immaginare alternative migliori. E la verità è che, per quanto mi sforzi, non me ne vengono in mente.
Sì, è vero, il finale non è affatto esente da difetti, alcuni dei quali sono davvero impossibili da ignorare. È veloce, troppo. Si succedono anni ed eventi senza dare il tempo di orientarsi, una scelta narrativa che rappresenta un brusco cambio di rotta rispetto alla direzione intrapresa soprattutto con la nona stagione della serie. Una stagione finale, la nona, che pur composta anche di episodi indimenticabili, ai miei occhi si presenta come una grande occasione sprecata, che snatura completamente How I Met Your Mother e che a mio avviso è la vera ragione per cui il finale è poi risultato così inaspettato. Perché invece, se si considerano le otto stagioni precedenti, quella conclusione cosi malinconica, così destabilizzante eppure così realistica, mi è parsa assolutamente coerente con la serie.
Lasciatemi spiegare perché.
Dopo 22 episodi ambientati nell’arco di un unico weekend, la decisione degli autori di concentrare gli eventi dei successivi 18 anni in 40 minuti scarsi è apparsa a molti fan incomprensibile. Anche io mi sono trovata a contestare questa scelta, ma non perché ha indebolito il finale, bensì perché ha reso la nona stagione poco sensata, ripetitiva, del tutto differente dalle precedenti otto stagioni. Infatti prima di allora How I Met Your Mother si era sempre preso i suoi tempi, anche correndo il rischio di lasciare temporaneamente spiazzati gli spettatori. Come era possibile il racconto di una storia d’amore che per praticamente tutta la sua durata non contemplava l’introduzione dell’amata? Per otto stagioni abbiamo atteso l’arrivo della madre, abbiamo ascoltato Ted che proseguiva con il suo racconto e ci siamo ritrovati a chiederci quanto ancora avrebbe dovuto aspettare, consapevoli che la sua attesa era la nostra attesa. Eppure, alla luce del finale, tutto risulta chiaro.
Il motivo per cui non riuscivo ad amare How I Met Your Mother mentre le guardavo per la prima volta, pur riconoscendone la qualità e affezionandomi ai personaggi, era proprio questo: non capivo dove volesse andare a parare. La serie mi aveva confusa, perché per tutto il tempo avevo l’impressione che questa non fosse altro che la storia dell’amore di Ted per Robin, che rimaneva una costante nonostante l’evoluzione di trama e personaggi, ma allo stesso tempo ero conscia che proprio quella stessa evoluzione rendesse questo amore impossibile. Ted e Robin volevano cose diverse. Robin amava Barney. Ted avrebbe incontrato la donna dei suoi sogni, l’avrebbe sposata, avrebbero costruito una famiglia insieme. Come era possibile allora che questa contraddizione tra il racconto e la sua evoluzione fosse così viva? Non riuscivo a comprenderlo, mi sembrava che fosse un’incongruenza troppo grande per perdonare la serie, per innamorarmene o anche solo per godermela davvero.
Eppure il finale è stato abbastanza coerente e coraggioso da affrontare quella che avevo erroneamente etichettato come un’incongruenza, dimostrando che in realtà l’intera storia dell’incontro con la madre non fosse che un espediente per Ted, un momento di presa di conoscenza e catarsi e non un resoconto della sua vita. Se infatti già durante le stagioni precedenti ci eravamo accorti che spesso Ted Mosby non fosse un narratore affidabile, che il suo racconto fosse frutto di ricordi a volte confusi e spesso ricontestualizzati, il finale mi ha permesso di capire che il fulcro della serie era proprio lì: nel modo in cui Ted aveva scelto di raccontare la sua storia. Un modo inevitabilmente parziale, del tutto soggettivo, il cui inconsapevole scopo era quello di raccontare a se stesso la verità sul suo amore per l’amica.
Non è una cosa facile da accettare in quanto spettatori. Anzi, è probabile che guardando per la prima volta quel finale così affrettato e agrodolce vi siate sentiti traditi. In fondo How I Met Your Mother non ci aveva promesso il lieto fine? Non abbiamo forse vissuto tutte le avventure di Ted, Robin, Barney, Lily e Marshall pensando che alla fine tutti i loro errori e le loro battute di arresto li avrebbero ricondotti sulla strada giusta? “Last Forever” invece ci riporta bruscamente alla realtà e lo fa senza per questo snaturare la serie, senza cancellare quanto accaduto nelle prime otto stagioni di How I Met Your Mother (la nona è invece per me difficile da integrare con il resto e soprattutto con quel finale, per cui è esclusa da questo discorso). Perché la morte, il divorzio, l’allontanarsi dagli amici che prima erano il centro del nostro mondo fanno parte della vita. E, soprattutto, avevano già fatto parte di How I Met Your Mother molto tempo prima che il finale li riportasse così inaspettatamente sullo schermo.
Perciò guardando la conclusione di una serie che non ero mai riuscita a comprendere e ad amare realmente prima di allora, ho capito invece quanto questa fosse potente. Quanto davvero fosse stata in grado di rendere sullo schermo la ricostruzione della vita di Ted esattamente come lui aveva scelto di ricordarla in quel momento. How I Met Your Mother ha avuto il coraggio di mostrare quello che altre serie comedy che pure ho preferito, come Friends o The Office, o persino la mia amatissima Scrubs, non hanno voluto far vedere: che la vita va avanti, che le strade si dividono, che come decidiamo di ricordare il nostro vissuto e quello che questo è realmente possono confondersi fino ad essere indistinguibili.
Una delle più celebri battute che Barney Stinson pronuncia nella serie si rivela profetica alla luce del finale: una bugia è solo una bella storia che qualcuno rovina con la verità. Il finale di How I Met Your Mother è l’incarnazione della verità, del momento in cui il racconto di Ted viene smascherato come frutto di proiezioni illusorie. Il finale di How I Met Your Mother è lo svelamento della magia, il momento il cui ci rendiamo conto con Ted di quanto profondamente è riuscito a ingannare sia noi che se stesso. È un colpo al cuore, ma è anche la chiusura del cerchio, è la puntata in cui finalmente How I Met Your Mother mi ha ricordato la vita, in cui ho capito quanto fosse davvero realistica. Il finale di How I Met Your Mother non è perfetto, è difficile da digerire e non regala il tanto atteso lieto fine, ma io l’ho amato profondamente.