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La Madre di How I Met Your Mother meritava più spazio?

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How I Met Your Mother è una creatura complessa, molto più complessa di quello che potrebbe sembrare a una prima visione. Nata dall’irriverente penna di Craig Thomas e Carter Bays, How I Met Your Mother si è affermata come una delle più importanti sitcom degli ultimi anni. Talmente importante da essere stata dichiarata erede ideale di FRIENDS, con la quale condivide non solo molte analogie, ma anche un forte valore simbolico: tanto FRIENDS è stata serie immagine degli anni ’90, così How I Met Your Mother può essere vista come manifesto degli anni 2000 e di quei millennials sempre alla ricerca di non si sa bene cosa, ma comunque sempre disposti a provarci.   

Nonostante una struttura episodica tutto sommato simile e una composizione di personaggi fin troppo analoga (la coppia che perdura, il latin lover, lo sfigato con un amore idealizzato, l’independent woman dal lavoro complesso), la serie ha cercato comunque di differenziarsi su un elemento: il leitmotiv iniziale.

La crescita personale come fulcro del racconto

How I Met Your Mother racconta innanzitutto la storia di cinque amici mentre compiono il percorso di vita che li farà crescere e diventare adulti. Tutto inquadrato in una cornice più ampia, che costituisce il calcio d’inizio dell’intera narrazione. Già dalla prima scena, infatti, è possibile osservare quella che sarà una vera novità nel panorama delle sitcom: Ted Mosby, il discusso protagonista della storia, decide di raccontare ai suoi figli come ha conosciuto la loro madre tramite flashback. Il titolo, letteralmente “Come ho incontrato vostra madre”, richiama dunque questa motivazione di fondo, lo scopo verso cui l’intera narrazione tende.

Questo scopo si chiamerà Tracy McConnell, un personaggio in grado di lasciare il segno anche solo per pochi minuti. Ma ci torneremo tra poco, perché nel corso del tempo la madre diventerà solo un pretesto per raccontare una storia più ampia: quella di un’amicizia. Infatti, è senza dubbio il rapporto tra i cinque, alla fine ugualmente protagonisti, il vero fulcro della storia: ogni episodio si concentra sulla loro crescita personale e su come essa incida sulle dinamiche del gruppo.

La madre: originalità o errore di sceneggiatura?

Ma allora, se la madre appare solo nelle battute finali e rappresenta un pretesto per raccontare un’altra storia, qual è il posto che merita nella narrazione? È stata solo un errore di scrittura o una mossa brillante degli sceneggiatori? Rispondere, come dicevamo all’inizio, è più complesso di quello che sembra perché sembra necessario quasi sdoppiare il focus per analizzare la cosa su due livelli differenti.

Dal punto di vista emozionale, la struttura regge bene quasi fino alla fine, scricchiolando solo nell’ultima puntata. Le storie dei protagonisti sono talmente avvincenti ed efficaci che poco ci importa di quella madre relegata sullo sfondo o, quando capita, negli ultimi secondi di un episodio. Il fatto di sapere che la madre sarà la moglie di Ted non fa altro che astrarla, trasformandola nella definizione più pura e utopistica dell’amore. Amore già declinato nelle forme più disparate, da quello banalizzato di Barney a quello abituale della coppia Lily/Marshall, ma che si sublimerà in Ted fino a trasformarsi in un ideale irraggiungibile, quasi malsano.

Come irraggiungibile diventa Robin, come irraggiungibile è quella madre che vedremo solo negli ultimi minuti della serie.

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Quando Ted incontrerà finalmente la madre, non sarà altro che la concretizzazione della crescita del personaggio, perché la incontrerà solo quando abbandonerà la sua visione irreale, assolutistica e infantile dell’amore per approcciarne una più realistica e adulta. È solo dopo la madre che Ted capisce di amare ancora Robin, nonostante tutto. A questo punto Ted non erge più l’amore su un piedistallo, ma lo trascina a terra con lui come un qualsiasi sentimento umano e terreno. In questo senso capiamo come la madre non sia mai stata davvero il fulcro della narrazione. Anche il concetto di “madre” cambia: madre non è colei che genera figli, anche loro un pretesto per raccontare altro, ma è colei che viene amata. Madre diventa ogni donna che Ted incontra. Quasi ironico che lo diventi Robin, la quale non può avere figli.

Tracy quindi, assolto il suo compito di sublimazione al contrario, sparisce come giusto che sia in un lasso di tempo molto breve, perché quello che è veramente importante è il viaggio. Alla fine sono i nostri cinque amici quello che ci mancherà, non il rapporto tra Ted e la madre. Il finale di How I Met Your Mother è sì troppo veloce e compresso, ma sicuramente non scontato, perché la storia principale non si esaurisce nella tematica prevista dal titolo e, soprattutto, alla fine il protagonista gets the girl, ma non quella che ci aspettavamo.

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Tuttavia, se decidiamo di spostarci dall’elemento emozionale, c’è un livello più tecnico da considerare. Le critiche rivolte al dibattuto finale hanno contemplato non solo le sensazioni a caldo derivate dalla nona stagione ma anche la scrittura vera e propria, quella sceneggiatura così veloce che ha cambiato tutto. La scrittura delle ultime stagioni prevede una condensazione orizzontale con archi più lunghi, per raccontare vicende che non si esauriscono più in un solo episodio ma necessitano più spazio. L’arco lungo più importante è senza dubbio costituito dalla storia tra Barney e Robin, fondamentale per la crescita di entrambi e di riflesso anche per quella di Ted.

Ancora una volta è l’amore a definire il percorso dei personaggi, ma in questo caso non in una versione idealistica e irraggiungibile, bensì una più reale e concreta. Robin e Barney crescono e sbagliano, superano i loro personali limiti e si scelgono. La loro maturazione sembra giungere a compimento con il matrimonio ed esso sembra sugellare anche il passaggio di Ted dall’idealizzazione infantile alla realtà adulta.

Questo viaggio non avviene dall’oggi al domani, ma nell’arco di ben cinque stagioni. Una costruzione meticolosa fondata su basi interessanti e, forse per la prima volta in una sitcom di questo tipo, coraggiose.

È nell’ottica di questo character journey che possiamo vedere l’errore di sceneggiatura, una struttura così ben architettata che viene distrutta in poche battute nel finale. In questa scelta fatale la madre diventa solo potenziale sprecato, buttata nella mischia perché parte della premessa e del titolo, ma ormai troppo ingombrante e quasi del tutto estranea alla vicenda. Il distacco tra la premessa iniziale e lo svolgimento diventa così quasi fastidioso e il finale prende la parvenza di una forzatura all’interno di una storia che ormai ha preso una piega autonoma. Così il matrimonio di Barney e Robin naufraga off scene, cancellato in un battito di ciglia assieme alla loro crescita personale. Per Barney si è costretti addirittura a inserire un elemento non previsto (la figlia) che dia uno scopo all’ormai ex latin lover.

E Ted? E il suo racconto? E la cornice iniziale?

Tutta una scusa, questa volta non più sottintesa ma esplicitata anche dai figli, per parlare di qualcos’altro, qualcosa che non è nel titolo e neanche nella premessa iniziale: l’eterno, sofferente, irrealistico amore per Robin, la zia. Ancora.

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Questo finale infastidisce soprattutto dal punto di vista del puro storytelling, perché una madre tanto desiderata e presente nella vita del protagonista ci viene tolta nel modo più crudele nel giro di pochi istanti, senza darci il tempo di gustarcela.

Anche lei schiacciata dagli ingranaggi di un errore di sceneggiatura che svilisce tutti e tutto. La sensazione che ci prende è quella di un tradimento delle aspettative, del sacro patto che gli spettatori sanciscono fin dall’inizio con la storia. E il tradimento è ancora più bruciante quando ci rendiamo conto di quanto Tracy sia giusta, nonostante il poco tempo che la sceneggiatura impietosa decide di dedicarle. In virtù dell’alchimia perfetta che la madre sembra ricreare con la sua semplice presenza, siamo certi che avrebbe meritato di più.

Ma forse è proprio questo il punto. La madre, qualunque sia il punto di vista che decidiate di considerare, ha in ogni caso raggiunto il suo risultato: portare Ted ad essere felice amando profondamente, così facendo meritando a pieno il suo spazio nel mondo. E nel titolo, di How I Met Your Mother.

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