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C’è chi lo odia e c’è chi lo ama, ma a prescindere dai gusti il finale di How I Met Your Mother è stato in grado di scaraventare ciascuno di noi in un vortice di emozioni contrastanti. È perfetto, assolutamente perfetto, a prescindere da come avremmo voluto che finisse la storia, perché su quelle note finali il nostro cuore corre in automatico a tutto ciò che è stato, tutto ciò che insieme ai cinque amici abbiamo vissuto.
La vita scorre veloce, assolutamente imprevedibile, scaltra e troppe volte crudele. E ci hanno fatto male, ci hanno distrutto tutte quelle piccole certezze che in cuor nostro conservavamo gelosamente. Craig e Thomas hanno realizzato in nove stagioni qualcosa di impensabile per una “comedy” fino a quel momento, tant’è che per descrivere How I Met Your Mother è stato inventato il termine di “dramedy“.
Avete presente tutti quei piani che ci immaginiamo tra i 18 e i 25 anni e forse anche più avanti?
Della serie: vorrei sposarmi entro i 26 anni, vorrei fare un figlio entro i 30, ovviamente vorrei avere una carriera di successo non appena finita l’università, senza escludere il classico “tra vent’anni ci ritroveremo al solito pub dove abbiamo passato tutte le nostre serate di sempre“.
E poi arrivano i 26 anni e non hai ancora una laurea in mano, magari, o forse non hai il lavoro che tanto agognavi. Se senti parlare di matrimonio ti viene uno sfogo psicosomatico su tutto il corpo, sempre che tu abbia al fianco quella fantomatica anima gemella con cui immaginare il tuo futuro. E figli? Va beh, meglio lasciar perdere.
Ecco, How I Met Your Mother fa esattamente ciò che fa ciascuno di noi: sogna, immagina, fa di tutto per arrivare a realizzare l’obiettivo, e poi subentra la vita e manda tutto in frantumi, getta tutto nel caos e ricombina le carte continuamente, e noi non sappiamo più da che parte girare la testa. E per questo, e soltanto per questo, il finale di How I Met Your Mother non si può che ritenere assolutamente perfetto: in un paio di puntate Craig e Thomas hanno riassunto il concetto che stava alla base di tutti i nove anni precedenti, in 40 minuti appena racchiudono il concetto stesso di vita, costringendoci a odiarli per averci illusi e poi gettati nel caos, costringendoci a imparare qualcosa, a cavarcela in un qualche modo, come al solito.
E alla fine di quell’ultima terribile e meravigliosa puntata un grido si alza sulle note di Heaven dei The Walkmen.
Our children will always hear
Romantic tales of distant years
Our guilty age may come and go
Our crooked dreams will always glow
Stick with me, oh you’re my best friend
All of my life, you’ve always been
I nostri figli ascolteranno sempre storie romantiche di anni distanti, perché in quelle storie diventiamo
immortali; in quelle storie la
felicità di un tempo non si esaurisce mai. Nei
ricordi tutto diventa inevitabilmente
perfetto, unico. Tanto perfetto e meraviglioso da farci male. E non importa se sono stati anni dolorosi, non importa se abbiamo versato lacrime, e ci siamo sentiti dei falliti. Non importano più tutte le volte che siamo caduti e
ci siamo sentiti persi e soli: gli occhi dell’oggi sono gli occhi di qualcuno che è riuscito a
sopravvivere, che ha imparato da quegli errori e si è fatto grande.
Nel passato, i sogni continuano a brillare fregandosene della nostra età colpevole. E
Ted in
How I Met Your Mother ci racconta la sua storia con gli occhi dell’oggi, con quegli occhi di un
sopravvissuto che inevitabilmente continuano a frantumarsi in quei vecchi sogni immortali.
E la voce della canzone prega la migliore amica di restare con lui. Perché per tutta la vita lei c’è sempre stata, perché nonostante il tempo che fugge, i cambiamenti e gli errori, certe cose in fin dei conti non cambiano mai. La vita è strana, e sarà inevitabile allontanarsi dalle nostre radici, allontanarsi da quegli amici che ci sono sempre stati. Quei per sempre sospirati a bassa voce, quei ricordi che costruiamo giorno dopo giorno, a un certo punto ci sembreranno qualcosa di lontano, di ineffabile, di doloroso in cui ci rifugeremo in cerca di salvezza quando il mondo sarà troppo buio e freddo.
Don’t leave me, oh you’re my best friend
All of my life, you’ve always been
Don’t leave me now, you’re my best friend
All of my life, you’ve always been
E quella migliore amica è
Robin. Non voglio parteggiare per nessuno, e il legame tra
Tracy e Ted è assolutamente innegabile, meraviglioso e fondamentale. Ma la storia non ci ha voluto raccontare di come è stato il grande amore di Ted e Tracy. In
How I Met Your Mother solo come il protagonista è riuscito ad arrivare fino a quel punto. E la figura chiave nel cuore di Ted per tutto il suo percorso in
How I Met Your Mother è stata quella ragazza conosciuta per caso al solito pub.
Robin è la migliore amica, la donna che è stata al fianco di Ted per tutta la vita, anche se non proprio come le storie da romanzo vorrebbero. E il loro rapporto non è più quello dell’inizio della storia: Robin e Ted sono diventati più che adulti, e hanno ormai una vita alle spalle con troppe cose da ricordare, troppe cose con cui fare i conti; ma lei è la sua migliore amica, la stessa con cui era stato stipulato il patto dei quarant’anni.
Quanto può essere folle un amore dopo che si è amato e perduto? Ma dopo l’amore folle, c’è quello che vive per sempre.
Remember remember
All we fight for
Remember remember
All we fight for
E questi quattro versi sono tutto; sono il tributo musicale a tutto How I Met Your Mother, la Serie Tv che ha segnato la prima decade degli anni 2000.
Ricorda tutto ciò per cui noi abbiamo combattuto, ricorda quei sogni dimenticati, ricorda quelle ambizioni arenate, ricordati di quei desideri che hai dovuto vedere infrangersi contro gli scogli del tempo.
È come se a quel tavolo ci fossero tutti e cinque, ormai adulti, ormai delusi, forse stanchi, ma sempre insieme, sempre forti, pronti ad affrontare ciò che la vita ancora riserva. È Marshall che si volta verso la nuova generazione alle sue spalle: avete la minima idea di cosa è successo qui, proprio in questo pub?
E come è possibile riassumere tutto? Come si può riassumere quella volta in cui Ted vide Robin per la prima volta, o quando le ha detto “ti amo” al primo appuntamento? E invece quella volta in cui Barney usciva con una spogliarellista e voleva rendere ogni sera una serata leggendaria? Ma anche quella volta in cui Lily e Marshall si erano lasciati e lei si era finta un gobbo per inseguire la nuova ragazza di Marshall? E ricordate quella volta in cui Robin era diventata una star facendo atterrare l’elicottero e salvando il pilota e se stessa?
Bisogna ricordare, dovete ricordare ciò che è stato, ed è questo che grida la canzone. Ricordate la vita passata, rendetela una storia, rendetela un’eredità immortale. Perché a un certo punto, in questa vita, non restano altro che i ricordi.
How I Met Your Mother con quell’ultima canzone ci ripropone le immagini dell’inizio, e ce lo grida perché non si dimentichi mai: remember remember all we fight for. È solo attraverso ciò che è stato, solo attraverso quei ricordi e quella dolce nostalgia del passato che possiamo rendere giustizia a ciò che siamo, e comprendere davvero il senso della nostra storia.
Cos’è successo qui, proprio in questo pub? Solo tantissime cose.