Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler importanti su How I Met Your Mother
How I Met Your Mother è una storia di cambiamenti. Cambiamenti veri, che ti segnano e ti permettono di crescere. Ma anche di compromessi, con la vita. Dettati dal destino, beffardo e paterno. Beffardo nel togliere, paterno nel dare. In un circolo mai vizioso di bilanciamenti cosmici, la positività che impregna le nove stagioni della serie attraversa momenti drammatici con la luce della speranza e, allo stesso tempo, momenti di gioia travolgente oscurati dal velo malinconico degli ostacoli che ogni grande avventura ci mette di fronte.
È stato così fino alla fine, di fronte alla tragica morte di quella che avrebbe dovuto essere la grande protagonista del racconto, la madre. Un passaggio doloroso e insopportabile agli occhi di chi l’aveva attesa per nove anni, ma mitigato dall’eterno ritorno di un amore incapace di trovare soluzioni di continuità, anche a distanza di tanti anni. Dolceamaro, come dolceamara è sempre stata How I Met Your Mother: quel che il destino toglie, il destino restituisce. A patto di avere la forza di scrutare l’orizzonte con un sorriso sul volto anche nei giorni più difficili.
La serie ce l’ha detto, l’ha raccontato, l’ha esplicitato. Ma l’ha anche nascosto tra le righe, ancora una volta attraverso l’utilizzo attento dei colori. Qualche tempo fa avevamo evidenziato il significato profondo del viola, soprattutto in relazione al triangolo amoroso formato da Ted, Robin e Barney, mentre oggi vogliamo concentrarci sul rosso. Il colore della rinuncia, ma anche del dono. Del sacrificio, voluto o meno. E delle mille vie percorse dal fato per rimettere a posto gli equilibri dell’universo. How I Met Your Mother l’ha fatto, e l’ha fatto per nove stagioni. A partire da un oggetto ricordato da tutti che non sembra altro che un espediente comico, ma che cela un significato molto più profondo.
Parliamo degli stivali rossi da cowboy di Ted Mosby.
Comparsi per la prima volta nel terza stagione, sono saltati fuori a più riprese e indossati per motivi diversi da svariati personaggi. Figli di un acquisto impulsivo frutto di un consiglio molto interessato, Ted li ama e li mostra con orgoglio. Ma è l’unico ad apprezzarli. A eccezione di una coppia di gay che li adora, tutti li trovano terribili, tutti li odiano, tutti li disprezzano. Tutti consigliano vivamente all’architetto di disfarsene, ma lui è testardo e se li tiene ben stretti. Quasi fossero una metafora delle tante relazioni avute non approvate dagli amici. Si sente bene con gli stivali rossi addosso, anche se agli occhi dei più possono sembrare piuttosto ridicoli.
A un certo punto fanno una brutta fine, e qui capiamo cosa significhino davvero nella narrazione attenta e coerente di How I Met Your Mother. Nel corso dell’ottava stagione, infatti, vengono distrutti in un folle incendio da Jeanette, l’ultima ex di Ted prima di incontrare l’amata Tracy. Li distrugge insieme a un altro oggetto iconico della serie, il Playbook di Barney Stinson, e non è un caso: il rogo, infatti, rappresenta idealmente la fine di un’era. Per Barney, ormai a un passo dal grande passo con Robin, la donna della sua vita. Ma anche per Ted, pronto a lasciarsi alle spalle definitivamente la vita frivola di un tempo, incarnata dagli stivali, per abbracciare l’età della maturità e, di lì a poco, del matrimonio con quella che diventerà la madre dei suoi figli.
Ted rinuncia quindi a qualcosa (gli stivali) per avere in cambio qualcos’altro (il grande amore tanto inseguito).
Attraverso un rogo, la distruzione, un doloroso addio. E fin qui tutto è molto lineare, chiaro, esplicito. Ma How I Met Your Mother ama complicarsi la vita, e fare del criptico simbolismo uno dei suoi tratti peculiari. Perché gli stivali rossi, alla luce di un’analisi più attenta, rappresentano solo una delle manifestazioni del rosso all’interno della serie, tutte con lo stesso significato sulle spalle. Basti pensare infatti a due tra i momenti più ricordati dell’ottava e della nona stagione, con protagonista la stessa donna: Robin.
Ricordate cosa indossasse al momento del fatidico viaggio in limousine che l’ha portata dritta tra la braccia di Barney, pronto a farle la proposta di matrimonio per scrivere in modo spettacolare l’ultima pagina del suo Playbook? Un vestito rosso, rossissimo. Col quale rinuncia a qualcosa una volta per tutte (Ted, suo compagno nel viaggio verso la sede della GNB) per trovare il grande amore, quello che sembrava poter durare per sempre. Così, tuttavia, non è stato, e l’abbiamo scoperto nel controversissimo finale della serie, in un momento dove il rosso domina ancora una volta la scena.
Nel corso del dialogo finale tra Robin e Barney, quello in un albergo argentino che porta alla dolorosa decisione di interrompere il matrimonio che li legava da alcuni anni, la donna è vestita ancora una volta con lo stesso colore. Il rosso della passione, del sesso, dell’istinto. Ma anche della presa di coscienza che quel fuoco, da solo, non possa essere sufficiente per immortalare l’amore. È in quel momento che Robin, così come aveva fatto tempo prima con Ted, rinuncia a Barney e ai sentimenti che prova per abbracciare una carriera lavorativa in ascesa che rappresenterà sempre la sua vera priorità. Una carriera luminosa, figlia anche di tante rinunce.
La fine del suo matrimonio, peraltro, non è stata l’unica grande rinuncia che l’ha portata a diventare la grande giornalista che è diventata.
Il destino, però, non lascia sempre a noi la scelta, e in uno dei passaggi più drammatici dell’intera serie ha preso in mano ogni cosa per mettere Robin spalle al muro. Nello struggente episodio in cui scopre di non poter avere figli, infatti, è un cappotto rosso a caratterizzare il suo outfit. Il rosso del Natale, un rosso normalmente gioioso. Ma non quel giorno, uno dei più complessi della sua vita. Un giorno buio, tetro. Ma il destino paterno, incarnato da Ted, le restituisce un piccolo raggio di luce. Perché Robin non potrà mai diventare una madre, ma non sarà mai sola: potrà sempre contare su persone che le vogliono un bene dell’anima, e che la sosterranno nel riempire quel vuoto con una carriera luminosa.
Non finisce qui, e non finisce tutto con gli stivali e gli abiti rossi di Ted e Robin. Anche Lily, infatti, è stata protagonista di un passaggio chiave della relazione col suo Marshall, ovviamente di rosso vestita. Nella sesta stagione, più esattamente nell’ottavo episodio (Natural History). Nel bel mezzo di una serata di gala dove il suo abito elegantissimo è una gemma che distoglie l’attenzione da tutti gli altri. Anche la sua attenzione, tuttavia, è catturata da qualcosa. Da una notizia, datele dall’amato marito. L’avvocato, infatti, intende firmare il contratto quinquennale propostogli dalla GNB, incarnazione di valori ben distanti da quelli che li aveva uniti ai tempi del college.
Marshall pensa al futuro della sua famiglia, da costruire con Lily. Ma Lily, in un episodio ricchissimo di flashback, sembra non volersi distaccare dall’idealismo di due giovani ragazzi che, come tutti, sognavano di cambiare il mondo.
Lily non ci sta, non riconosce più l’uomo della sua vita, sembra voler arrivare a un punto di rottura: non accetta l’idea che possa snaturarsi, diventare in qualche modo parte del sistema e non più l’avvocato ambientalista antisistema di un tempo. Non l’accetta, non ci riesce. Fino all’epifania, alla presa di coscienza di un presente che avanza, diventa futuro e ha esigenze diverse. Prima di tutto sul piano economico. Lo fa, fino a rinunciare a quella parte di sé. Cullata dalla prospettiva di un futuro con un uomo cambiato che cambiato non è per niente.
Il destino toglie, il destino dà. Dall’inizio alla fine, nei momenti più imprevedibili. E il rosso si staglia sullo sfondo, nascosto nei dettagli passati inosservati. Come fa un amore finito tragicamente che lascia spazio a una nuova vecchia avventura. Il sogno della giraffa viola, messo da parte e poi ricomparso sotto forma di un’altra giraffa, stavolta rossa. Comparsa alle spalle di Tracy nel finale di How I Met Your Mother, un attimo prima di scoprire il triste epilogo della sua storia con il nostro protagonista.
Il lutto, ormai elaborato, restituisce un uomo diverso.
Talmente diverso da essere in qualche modo uguale al ragazzo di sempre. Con un corno blu in mano, senza più gli stivali rossi ai piedi. Distrutti, per sempre. Ma niente è perduto, nemmeno l’innocenza di chi non smetterà mai di credere nell’amore. E in un fato che sa pugnalarci alle spalle con la stessa forza con cui sa cullarci. Sorridiamo, come lui sorride nonostante tutto: Ted Mosby, alla fine dei conti, non resterà mai scalzo.
Antonio Casu