Ted Mosby in tutti gli episodi di How I Met Your Mother è uscito con cinquantotto ragazze, ha (con tutta probabilità) avuto un ménage à trois battendo perfino Barney e ha amato profondamente due donne. Spesso ha dimostrato di essere più abile dell’amico nel “rimorchio”, riuscendo a far meglio per qualità se non per quantità grazie all’intelligenza, alla cultura e sensibilità mostrata. Se dovessimo fare un rapido calcolo delle relazioni avute in vita nostra, sia più serie che saltuarie probabilmente non arriveremmo neanche a un terzo dei numeri di Mosby. Ma, alla luce di queste cifre può Ted Mosby essere considerato un latin lover?
Sicuramente ne avrebbe tutti i crismi. Non solo per la quantità di ragazze avute ma anche per le doti messe in campo in tecniche di rimorchio. Sicuro di sé, divertente, risoluto, dritto al punto. Certo, qualche giro a vuoto lo ha avuto anche lui: la dichiarazione d’amore precoce rivolta a Robin che ha fatto allontanare la ragazza, l’incapacità di liberarsi di qualche relazione ormai esaurita, la cocente delusione amorosa con Stella quando il ragazzo era ormai pronto a convolare (follemente) a nozze. Ma non è tanto per questo che Ted può scrollarsi di dosso il titolo di playboy. O meglio, come vedremo, questi episodi sono la spia del motivo profondo per cui il protagonista di How I Met Your Mother è ben altra cosa rispetto al Barney degli inizi.
Ma qual è questa ragione intima?
Ted si fionda su ogni ragazza, affretta i tempi, si innamora di qualunque bel faccino. Spesso si è dimostrato superficiale, altre volte desideroso solo di qualche momento di ebrezza. Non ha avuto scrupoli ad andare a letto con Karen, già sua ragazza ai tempi del college, nonostante la donna fosse fidanzata. Anche in altre occasioni ha mostrato di tenere in scarsa considerazione il fatto che l’oggetto delle sue attenzioni fosse già impegnato. Perfino quando il diretto interessato era il suo amico Barney ha rischiato di destabilizzare il rapporto dichiarandosi per l’ennesima volta, disperatamente, a Robin. Insomma, non proprio un comportamento invidiabile. E poi, diciamocelo, pur non arrivando ai livelli di Stinson, Ted ha avuto flirt con ragazze decisamente incompatibili con lui. Unico elemento in comune? Sono state tutte bellissime donne, una più irresistibile dell’altra quanto ad aspetto (tanto che ne abbiamo fatto un’ironica classifica qui).
Molto superficiale il ragazzo, insomma. Se Tracy ha rappresentato infatti la perfezione, la metà mancante, la sintesi di tutto quello che Mosby avrebbe sempre voluto, lo stesso non si può dire per le candidate che l’hanno preceduta. Alcune sciocche, altre psicopatiche, altre ancora semplicemente troppo diverse da lui, perfino “migliori” di lui. Ma lui non si è mai fatto scrupoli, nessuna scrematura: un bel faccino (e spesso un davanzale prosperoso) e il “romantico” Ted capitolava con piacere.
E allora perché non considerarlo un Barney solo un po’ più ipocrita ed esigente? È arrivato il momento di spiegarlo, prima che le troppe ragioni contrarie ci portino a dubitare perfino della nostra convinzione iniziale. La ragione è semplice: Ted cerca l’amore. Tutto qui? Tutto qui. In ogni ragazza che vede, in ogni sorriso in cui si perde, ogni volta che flirta, ogni balzo al cuore (o più in basso) che sente, il protagonista di How I Met Your Mother ha una cosa in testa. L’amore. È per amore che insiste, spesso sconsideratamente, con alcune ragazze (Victoria, per esempio). È per amore che forza il matrimonio con Stella, per amore che ruba un corno blu francese, per amore trascina stancamente alcuni suoi rapporti tentando disperatamente di tenerli a galla. Per amore o piuttosto per desiderio d’amore.
Fin dal primo episodio ce ne rendiamo conto: Ted Mosby è alla disperata ricerca dell’amore della sua vita.
Se anche voi, come me, siete passati da questa sensazione sapete una cosa, viceversa ve la rivelo: quando cercate con ostinazione l’amore, vedete l’amore in ogni dove. Vi innamorate delle coincidenze, dei piccoli dettagli che sembrano unirvi, delle sensazioni momentanee che l’ossitocina e misteriose reazioni chimiche vi spingono a provare. In quel momento, in quell’attimo amate davvero. O almeno siete convinti di amare. Ted è così: un inguaribile ma anche per questo patologico, malato romantico. Non è un latin lover ben consapevole che il suo unico obiettivo è aggiungere una tacca, soddisfare il bisogno momentaneo, divertirsi per una notte e assecondare quei bisogni fisici e chimici del nostro organismo.
No, Ted è così ingenuo da pensare ogni volta che sia amore. Rispetto al ben più navigato Barney che sa bene che ad attrarlo non è un sentimento profondo ma solo l’istinto naturale di riproduzione, il nostro Schmosby si autoconvince ogni volta che chi ha di fronte sia quella giusta. Un’illusione, un autoinganno, certo, ma giustificabile. La sua disperazione è tale da renderlo cieco, così è stato con Stella più di tutte nonostante gli amici lo ammonissero su quanto precipitosa fosse la sua scelta. È per questo che vediamo Barney innamorarsi solo due volte in tutto lo show ma in maniera profonda e verace: lui sa distinguere meglio di chiunque altro l’infatuazione di un momento dal sentimento reale. Non Ted che ci induce in ogni occasione a credere che quella che abbiamo davanti possa essere la “mother” tanto attesa. Per questo i fan di How I Met Your Mother sono compatti nel ritenere Nora e Robin le migliori compagne per Barney mentre c’è una diatriba violenta su Mosby in un girotondo di fazioni pro Victoria, pro Robin, pro Zoey. Solo la comparsa di Tracy ha ricomposto le divisioni prima che il finale causasse una nuova spaccatura, stavolta irreversibile.
E sì, ogni tanto Ted ha avuto qualche relazione che può considerarsi occasionale ma chi non ne ha avute? Chi non ha avuto bisogno di lasciarsi andare, anche solo per una notte, alla follia di un’emozionante passione incontrollata? Non glie ne possiamo certo fare un torto. In tutti gli altri casi è sempre stato il Ted romantico: superficiale? Forse. Spesso, come detto, è bastato un bell’aspetto a fargli perdere la testa. Non possiamo certo negare una sua immaturità in questo, nella convinzione che le sensazioni provate per un bel corpo e un viso angelico possano battere quelle che solo un rapporto che si approfondisce passo dopo passo può regalare. Ma anche questo deriva dalla sua fretta, dalla sua impazienza di trovare “quella giusta”, di iniziare il prima possibile la seconda parte della sua vita.
Una vita fatta di matrimonio, figli e una casa.
Ne è così attratto, da questa vita, da iniziare a costruirla ancor prima di incontrare la persona giusta, quando compra una casa diroccata e la trasforma lentamente in quella che sarebbe diventata “Our House” come recita la canzone che conclude l’episodio 5×20 mentre sulla scena lentamente quel vecchio appartamento si trasforma nel caloroso sfondo con divano dove i figli ascoltano la storia del loro padre. Ted non è un latin lover è solo un “disperato”, come molti di noi. Un impaziente che desidera troppo l’amore e finisce per vederlo ovunque. Alimenta dentro di sé aspettative, immagini di sogno oscurando la reale immagine della persona che ha davanti, idealizzando all’estremo qualunque ragazza. È un malato, malato d’amore, ma non un latin lover.
How I Met Your Mother ci ha messo di fronte a tutta la complessità dei rapporti umani, delle relazioni amorose. Ci ha fatto capire che esiste più di un amore nella nostra vita (o almeno ci ha provato) perché esistono momenti diversi nella nostra esistenza, fasi che ci portano a diventare compatibili con l’altro, in cui gli astri si allineano e il tempismo diventa perfetto. Ted Mosby è un’espressione di questa complessità, un’espressione di noi stessi, del nostro disperato bisogno di affetto, della ricerca di completezza. Vediamo attorno a noi vecchi amici che costruiscono una famiglia, che iniziano placidamente la seconda parte delle loro vite e ci chiediamo quando toccherà a noi, quando troveremo qualcuno con cui iniziare il viaggio. E se il desiderio è troppo forte finiamo per sbagliare, per credere all’amore anche quando amore non è. Ted Mosby non è un latin lover, non lo è come non lo siamo noi, costantemente, follemente alla ricerca del nostro lebenslangerschicksalsschatz, dell’anima perfetta, del “dono del destino di tutta una vita”.