Il mio nome è Robin Scherbatsky. Non so quanto possa essere utile effettivamente scrivere il mio nome per intero, ma la verità è che avevo bisogno di fare questa cosa.
Avevo bisogno di tirare le somme, di farmi due conti. Perché ormai, arrivata a questo punto della mia vita, con tutto quello che ho passato fino adesso, era necessario fare un confronto.
Voglio capire, una volta per tutte, chi ero e chi sono. Chi era Robin prima, e chi è diventata Robin adesso.
A dire la verità penso di non essere mai stata una tipa da diario segreto. Insomma, andiamo, sono una donna adulta e vaccinata, perfettamente in grado di gestire i miei problemi, i miei pensieri, e perché no, anche i miei segreti. Ho sempre messo in ordine ogni cosa senza bisogno di ricorrere a carta e penna.
Dunque, perché lo sto facendo? Beh, devo aver sicuramente tralasciato qualcosa di importante, e nonostante tutti i miei tentativi di rimettermi in piedi dopo diverse delusioni, in qualsiasi ambito, è come se ad un certo punto tutto avesse cominciato a diventare troppo… Troppo asfissiante, troppo soffocante, troppo tutto.
C’è stato un momento della mia vita in cui ho davvero avuto paura di crollare. Come se io, Robin Scherbatsky, mi trovassi di fronte ad un precipizio e qualcuno mi stesse spingendo per farmi cadere nel vuoto. Io avrei voluto oppormi, ma le mie forze sembravano non essere sufficienti.
Volevo anche urlare a squarciagola e chiedere aiuto ai miei amici, ma sono sempre stata troppo orgogliosa per farlo.
Per tutta la mia vita ho sognato di essere una donna indipendente, e anche se ne parlavo sempre troppo poco avrei davvero voluto la vita che ogni donna desidera: una famiglia, dei figli, un futuro tranquillo e sereno con un buon lavoro. La verità è che questo mio sogno non si è mai avverato, anche se ad una parte di esso ci sono andata molto, molto vicina.
Andiamoci piano, la Robin che sono diventata, in questi ultimi anni, mi piace moltissimo. Sono fiera di me, perché mi sto evolvendo, su più di un fronte. Solo che penso davvero che, per godermi appieno questo momento, io debba fare pace con la me stessa del passato. Con la me stessa del periodo buio, e con tutti gli errori che mi hanno effettivamente portato a quel momento.
Credo che una parte di me sia rimasta distrutta dall’amore. Non è un grande segreto in realtà. Voglio dire, tutti sanno quanta fiducia effettivamente riponevo nella mia storia con Barney, nel nostro matrimonio, nel nostro futuro. Robin e Barney: la storia perfetta.
In realtà sapevo già che sarebbe stata una vita senza figli, e dato che ero convinta di averlo accettato, mi andava bene così.
La verità è che non credo di aver accettato davvero nemmeno quello. Ci sono notizie che possono rovinare l’esistenza di una donna, e sono abbastanza sicura che il sentirsi dire di non poter avere figli sia in cima alla lista. Soprattutto se, come me, avete tenuto per voi il desiderio di costruirvi una famiglia, un giorno.
Certo, ai tempi la notizia di non poter mai rimanere incinta mi sconvolse pesantemente. È vero, non avevo mai pensato di diventare mamma, ma la consideravo un’opzione, che tenevo nascosta nell’angolo più recondito e nascosto della mia anima. Era una bella opzione, e forse non sarà stata la prima della mia lista, come invece lo era per Ted.
Il fatto che sia stato comunque lui a correre in mio soccorso in quel momento, senza che io dicessi nulla, ha significato per me più di quanto non abbia fatto qualsiasi altra cosa. Era ciò di cui avevo bisogno, ma non sapevo che fosse davvero così finché non l’ho avuto sotto i miei occhi. Non sapevo di dover essere salvata, finché non mi è successo.
Se devo essere sincera, pensavo che anche il matrimonio con Barney mi avrebbe potuto salvare. Ok, forse “salvare” non è il termine più adatto che userei per definire quel momento specifico della mia vita, però, con il senno di poi, forse ci si avvicina. Il sentimento che provavo per lui era sincero, o se non altro questo è quello che ho pensato per tanto tempo.
A distanza di anni, credo davvero che, se l’amore che ci univa fosse stato sincero in tutto e per tutto, avremmo trovato un compromesso.
Avremmo fatto in modo di venirne fuori insieme e più uniti, nonostante le difficoltà… Come Lily e Marshall, del resto. Ma è più probabile che io volessi che fosse vero, e che ci credessi così tanto da convincermene.
Non è stato così, in ogni caso. La nostra complicità era storica, certo. Eravamo indistruttibili, ci sentivamo indistruttibili insieme. Ma se fossimo rimasti soltanto amici, se avessi evitato di dare retta a quella parte del mio cervello che mi spingeva verso Barney, ora le nostre vite sarebbero diverse. Non è una semplice ovvietà: sarebbero meno incasinate, avremmo avuto meno problemi… Sarebbero state vite normali.
Il ritorno ai suoi istinti, poi, è una delle cose che mi ha ferito di più. Io non ho mai cercato di cambiarlo, lui ha scelto di cambiare per me. Di certo questa cosa mi ha fatto piacere, così tanto che mi sono crogiolata nella possibilità dell’essere in grado di cambiare un uomo. Ma tutti noi sappiamo quanto questo sia impossibile.
Se una persona decide di cambiare per amore di un’altra lo fa autonomamente, senza spinte dall’esterno. E dovrebbe essere una cosa naturale. Il fatto che per me e Barney non lo fosse, la dice lunga su di noi. Robin e Barney avrebbero davvero potuto essere leggen… Aspetta un momento… Dari, ma probabilmente solo sul fronte amicizia.
In più di un’occasione, tra l’altro, mi sono trovata a chiedermi se non fosse colpa mia. Voglio dire, essendomi sempre considerata una donna indipendente, ho anteposto la mia carriera lavorativa ad ogni cosa, mandando spesso a quel paese moltissimi miei legami, primi fra tutti quelli sentimentali.
Dato questo, perché il tracollo del mio matrimonio non avrebbe dovuto essere totalmente colpa mia?
Ci ho messo un po’ a farmene una ragione, ed è stato un lavoro piuttosto lungo ammettere che forse no, non era del tutto colpa mia. Ho fallito nella buona riuscita del mio matrimonio, è vero, ma non ho fallito da sola. E non ho fallito nemmeno perché il mio lavoro mi portava in parti diverse del mondo.
Non posso nemmeno dire che “ho fallito” sia l’espressione giusta, perché la verità è che “abbiamo fallito”. Già, è così: Barney e Robin non ce l’hanno fatta. In un matrimonio è necessario essere in due. È necessario che entrambe le parti della coppia si muovano nella stessa direzione per andare avanti, per crescere, per maturare. Noi volevamo riuscire nel nostro intento, e ci credevamo davvero.
Ma i casi sono due: o spingevamo in due direzioni opposte, nella ferma convinzione che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato, oppure abbiamo deciso di arrenderci alla stanchezza e di smettere di lottare. A dire la verità, io penso che ci fosse un’unione di queste due cose insieme.
Insomma, alla fine l’abbiamo fatto. Abbiamo messo la parola “fine” alla nostra storia d’amore. Una storia che ci ha cambiato, ci ha reso diversi, e che ci ha fatto capire che possiamo essere diversi, forse migliori di quando eravamo semplicemente più giovani.
Ma non possiamo essere persone del genere se stiamo insieme.
Così, a scelta fatta, ho deciso di prendere tutta un’altra via. Mi sono ributtata nella mia carriera, perché in quel momento era l’unica cosa che mi era rimasta, l’unica cosa che potessi considerare mia in tutto e per tutto. E questo, per quanto sia stato solo un primo passo verso quella che mi piace definire “la ricostruzione di me stessa“, mi ha fatto rinascere.
World Wide News mi ha permesso di crescere in maniera esponenziale nel lavoro che amo. Mi ha portata a viaggiare in giro per il mondo, e tra Grecia, Russia e Marocco, ho davvero cambiato la mia prospettiva sulla realtà. Il mondo è grande, e vasto, e la vita è decisamente troppo breve per rimanere ancorati ai dolori e agli errori del passato.
Ho pensato a lungo che potessi andare avanti così per sempre, finché poi non ho deciso di tornare a New York. In pianta stabile, stavolta. La mia carriera continua ad essere florida e a crescere, certo, ma l’essere tornata a contatto con le mie radici, dopo tutto ciò che ho visto e fatto… Non so, mi è sembrata la cosa più giusta e normale del mondo.
Ed è proprio qui che, a distanza di anni, ho visto risorgere, lentamente, anche la mia vita sentimentale. E questa volta è stato merito di Ted.
No, posso garantire che questo finale decisamente non lo avevo previsto. Forse avevo pensato, talvolta, a come sarebbe potuta essere la mia vita se avessi scelto di stare con Ted invece che con Barney. Sarebbe stata diversa? Più normale? Più noiosa? Simile a come me l’ero immaginata? O semplicemente sarebbe stata, alla fine dei conti, la mia vita?
Sì, perché in realtà sognare di avere un certo tipo di vita non la rende certo reale. Ci vuole una buona dose di impegno perché ciò accada, e forse, in passato, non ero per niente sicura di volerlo fare… O magari non mi interessava nemmeno. Non volevo sistemarmi, non credevo nemmeno nel matrimonio, né nell’amore eterno.
Ted ha ribaltato questa mia convinzione, ed è riuscito a non farlo subito. Il nostro viaggio è stato lungo, ricco di alti e bassi e di step intermedi, che ci hanno comunque portato a ritrovarci e a riunirci, di volta in volta. Che Barney fosse uno di questi step? No, non lo credo possibile. Lui è comunque una parte importante della mia vita, e non intendo negarla né ridurla ad un momento di passaggio.
Molte cose sono cambiate, rispetto a quando io e Ted siamo stati insieme quando eravamo più giovani. Siamo più consapevoli, più maturi, e, sorpresa delle sorprese, io sono arrivata al punto in cui lui si trovava già quando ci siamo conosciuti. Già nel 2005 lui era pronto per sistemarsi, per lasciarsi amare, per crescere dei bambini.
Io non ero pronta per tutto questo. Non ero pronta e non lo volevo. La mia idea di relazione era più per il “stiamo a vedere come va”, che non per il “ti amo”. Due parole difficili da dire, talmente tanto che la prima volta ho detto falafel. Ma insomma: si cambia, si cresce, e si matura.
E si arriva a scoprire che ciò che in realtà vogliamo veramente non è quello su cui ci stiamo buttando a pesce, ma bensì tutto il contorno.
Per farla semplice: quando, diversi anni fa, frequentavo Ted, la mia priorità era il lavoro, sempre e comunque. Tutto ciò che riguardava la nostra relazione per me era un contorno, era quella seconda parte della mia vita di cui sapevo l’esistenza, ma non le davo tutta l’importanza necessaria che invece avrebbe dovuto avere.
Allora non consideravo che gli affetti sono ciò che ci porta avanti, e forse è anche per questo che ora la mia storia con Ted va a gonfie vele. Sono la sua compagna, la sua migliore amica, e, diamine, persino la zia dei suoi figli, anche se talvolta capita già che proprio loro mi chiamino con un altro nome, e non è esattamente zia.
Sono pronta a tutta questa felicità? A raggiungere tutto quello che ho sempre voluto e in realtà mi sono sempre negata? Non lo so, non ne ho la minima idea. Ma allo stesso tempo so che non lo saprò mai se non mi lancio. E con tutti i trascorsi che io e Ted abbiamo avuto, non credo ci sia una persona migliore con cui lasciarsi andare. Siamo Ted e Robin, e saremo sempre Ted e Robin.
Perciò, un piccolo consiglio a te, Robin del futuro. È probabile che ti capiti di riprendere in mano questo foglio, di rileggerlo e di rifletterci su. Non dimenticare mai chi sei stata, né tantomeno quali sono stati i momenti per te più brutti. Ricorda cosa ti ha fatto crescere, e ricorda che, se sei stata in grado di accettare ogni parte di te, non c’è limite alla tua forza.
Credici, sempre.
Robin
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