Sotto l’incredibile sicurezza di cui si è sempre ammantata la Scherbatsky, si nasconde una ragazzina che non si è mai sentita accettata dal padre, cresciuta per la gran parte della sua esistenza con una madre debole e ferita da un padre despota. Educata fino all’adolescenza come un maschio, non ha mai avuto la semplice possibilità di sentirsi fragile e, per questo, protetta da qualcuno, ma sempre costretta a doversela cavare da sola. Ad un certo punto, però, si è ritrovata affianco qualcuno che voleva sostenerla, che l’accettava esattamente per ciò che era. E la sua vita cambia.
Sono tanti gli esempi che potrei prendere in considerazione, ma quello che vale più di tutti, a mio avviso, è il momento in cui Robin scopre di non poter avere figli. Lei non ha mai desiderato averne, ma improvvisamente anche la possibilità svanisce nel nulla e Robin cade nella più tremenda delle sensazioni: la solitudine.
Non vuole nessuno. Non chiede a nessuno. Robin non ha bisogno di nessuno. Robin se la deve cavare da sola. Ma qualcuno per lei c’è sempre, c’è sempre stato e per sempre ci sarà. A prescindere da tutto e tutti Ted rimane lì per lei. E non importa se Robin sceglie Barney. Non importa se Ted trova Tracy. Ci sono sentimenti che di scelta non te ne lasciano alcuna.
Robin è la donna che ha portato due uomini fino all’Inferno, due uomini che l’hanno amata immensamente. Ma, per diverse ragioni, lei era sbagliata per entrambi, ed una parte di loro forse ne era consapevole, sicuramente lei ne era consapevole, ma per amore a volte si vuole credere di poter cambiare.