Eccoci daccapo, Ted. Eccomi di nuovo nel mio letto troppo grande per la mia solitudine.
Un’altra giornata a sperare, Ted. A illudermi che questa volta sarà diverso, che questa sarà la svolta. Stanotte l’ho sognata: era un puntino là in lontananza. Sfocato e irreale. Sapevo che era lei, sapevo quello che sentivo. Quel calore e quel salto al cuore che ti fa trasalire. Che ti fa capire che è lei quella giusta. Un puntino, niente più. Mi avvicinavo ancora e ancora e ancora. Ma la tua immagine restava sfocata. Eri lì ma un invisibile muro ci separava. Eri vicina eppure irraggiungibile. E più mi sforzavo di vederti più la tua immagine si annebbiava. Dove sei?
Ma basta, basta con questi pensieri: è tardi. Vorrei restare così per sempre. Assaporare questa sensazione di amore che mi paralizza e mi tiene lontano dal mondo ma non posso: devo andare. La vita mi chiama. La vita… Questa quotidianità fatta di attese tradite, di sogni irrealizzati. Penso troppo, ha ragione Barney. Vorrei solo poter vivere come lui, alla giornata. Senza pensieri e angosce. Ma forse anche lui indossa una maschera, forse anche lui dietro quell’abito firmato sente il peso dell’essere soli. Potrei parlarne con lui, potrei sentirmi meno incompreso. Ma so già che non si aprirebbe con me, mi canzonerebbe e inserirebbe qualche sua frase-tormentone bell’e pronta.
Mi alzo. Ora mi alzo. Ne parlo con Marshall. Lui capirà. Lui riesce a capirmi. Ma no, no. Forse neanche lui può: lui che vive l’amore ogni giorno con la sua Lily. Non può sapere, non può conoscere la solitudine di chi cerca disperatamente la persona in cui specchiarsi. Non ho nessuno.
Le giornate sono tutte uguali.
Sono sempre fermo. Faccio colazione, mi lavo i denti, mi vesto. Ogni giorno è come il precedente. Ogni giorno lo vivo così. Consoliamoci un po’: ho dei capelli fantastici. Davvero stupendi. Questa camicia mi fa sembrare troppo perfettino? Dovrebbero permettere di presentarsi in t-shirt alle lezioni. Sarebbe molto meno formale. Ma che dico, forza, è ora. Un bel respiro: usciamo.
Ora giro l’angolo, giro l’angolo ed è lì. Mi fermo in caffetteria e la trovo lì a leggere. E tutto scorre via. E tutto diventa semplice. Uno, due…! Beh, a meno che non sia una settantenne pimpante direi che non è lei. “Un caffè, grazie”. Ma perché mi ostino a sperare? Perché penso che l’universo voglia sempre condurmi da te? Che tutto quello che ho fatto e passato sia in funzione tua? Come posso amare qualcuno che neppure conosco? Sento dentro di me di essere pronto, di voler iniziare la mia vita con te ma tu non sei qui.
Che hanno detto all’altoparlante della metro? Ah, perfetto! Arriverò anche in ritardo ora. E questo vagone puzza terribilmente. Pieno di strambi e improbabili personaggi… Ma?! Chi c’è lì?
Sta leggendo “L’amore ai tempi del colera”! E non sono le parole crociate del Times quelle? Un basso nella custodia… Chi si nasconde dietro la copertina di quel libro? Che finalmente sia lei? Devo crederci, può essere lei. Devo poterci sperare. Sì, sento dentro di me che è lei! Ne sono sicuro. Lo sento, lo sento. “Scusa…”. “Ah! Ah! Fre…gato!”. “Barney?!”. “Theodore Evelin…”, “Non è il mio secondo nome”, “…Mosby! Chi pensavi fossi, eh? Ancora con questa lagna dell’amore della tua vita? Ma daaai! Finiscila un po’. Stasera ho in programma qualcosa di unico. Sarà leggen… Dario! Leggendario, Ted!”.
“Barney, puoi essere serio per un momento, puoi fermarti un istante?! Ascolta…”. “Dopo Ted, dopo! Guarda quell’esemplare di lesbicona d’assalto! Con questa parrucca bionda sono irresistibile e questo libro mi dà l’aria da intellettualoide come te! Ah, ah! Pronto all’abbordaggio, signore! Convertiamo questa anima smarrita e riportiamola sulla retta via!” “Ma fai sul serio? Non funzionerà mai!” “Sfida… accettata! Ci si vede, fratello”.
Accidenti sono in super-ritardo per la lezione di Architettura I! I miei studenti saranno disperati. Ah, almeno loro mi danno una gioia… “Buongiorno, ragazzi! Ma… Dove sono tutti?”. “Professore oggi sono iniziate le vacanze di Natale, non lo sapeva?”. Dannazione. Sorridi, Ted, sorridi e fingi che fosse tutto uno scherzo. Bene, una giornata come un’altra senza sapere cosa fare. Senza sapere dove andare. Camminerò un po’, mi farà bene. Mi farà… bene.
L’inverno a Central Park! Ah! Il lago… Central Park South e il suo laghetto… Un posto come un altro per aspettare. Per aspettarti. Chissà dove vanno le anatre ora che il lago è gelato. Ci sono solo io. Sono solo. E ogni giorno inizio a crederci sempre meno.
Guardo all’orizzonte. Lì, guarda quei due! Devono aver passato un’intera vita insieme, devono avere tutto quello che serve loro. Tutti raccolti nel loro mondo. Protetti e certi di quello che provano. Sarebbe bello, sarebbe… “Salve, giovanotto”. “Salve…”. “È qui tutto da solo?”, “Ah, beh, avevo bisogno di riflettere un po’, sa… Trovare il mio spazio…”. “Mi sembra una persona molto triste… Quali preoccupazioni ha?”. “Beh, vede… potrei dirle che è perché tutti intorno a me sembrano andare avanti, costruirsi una vita e io invece rimango piantato. Potrei dirle che è perché non ho mai avuto una relazione che non sia finita in un fiasco colossale. O che superati i trent’anni non ho realizzato nulla di quello che mi ero prefissato.
Ma la verità è che sto perdendo la fede.
Sa? La fede: quella bellissima e illogica convinzione ostinata a non arrendersi mai. A credere sempre a un lieto fine. Beh, forse è ora che mi renda conto che la vita non è una favola, che la vita a volte non va come vorremmo. E che devo accontentarmi di quello che ho. Forse l’amore non esiste, esiste solo il compromesso e la voglia di resistere insieme. Forse ho sempre avuto un’idea insensata dell’amore, l’ho idealizzato! E ora sono solo”.
“Ma ragazzo mio, l’amore esiste! Glie lo dice una che lo ha atteso per tanto tempo. Da giovane mi sono preoccupata troppo della mia carriera e non ho aperto le porte all’amore. E me ne sono pentita. A distanza di anni ho pensato di averlo trovato, l’amore. Ma non era lui. Avevo solo voluto troppo amare. Troppo e troppo tardi. E così ero arrivata a cinquant’anni senza nessuno. Ma sa, ragazzo mio, l’amore arriva quando meno se lo aspetta. Arriva e ti trascina via. E a volte, semplicemente, fa dei giri larghissimi per poi tornare. Non forzi i tempi e tenga aperto il suo cuore: l’amore ha le sue logiche che noi non possiamo capire. Non si chiuda in se stesso. Abbia fede”.
Ma chi è questa anziana donna? Ha degli occhi bellissimi… Così verdi e luminosi… E quel sorriso… Io conosco quel sorriso… Ma come è possibile?
“Robin?!”. “Hey, Ted che ci fai qui? E come hai fatto a vedermi? Hai gli occhi sulla nuca?”. “Robin?! Ma io veramente… Ecco, ero venuto a riflettere un po’ qui. Mi sembrava un posto come un altro per aspettare”. “Aspettare? Aspettare cosa?”. “Ah, la sera… Non so, di vederci al pub”. “Posso aspettare insieme a te?”. “Siediti, ti presento una persona”. “Salve, amico immaginario di Ted, come sta? Ah io benissimo! Come dice? Ted è un po’ svalvolato? Mh, effettivamente lo stavo notando anch’io!”. “Ma… Era qui pochi minuti fa. Era…”. “Ted, tutto bene? Ted?”. “Sì, tutto bene. Tutto bene. Sai una volta una persona mi ha detto che vale sempre la pena avere fede nell’amore…”.