Lo avevano detto. Gli showrunner di How to Get Away with Murder lo avevano detto, che questo finale di serie sarebbe stato simile a Game of Thrones. In principio non avevamo capito e ci eravamo chiesti: ma cosa vorrà dire, esattamente? Tradimenti? Morti? Tutto questo, ma a quanto pare anche molto di più. Andiamo con ordine.
Lo capiamo sin da subito che è questa la puntata in cui i riferimenti a Game of Thrones, paventati prima dell’inizio di questa carrellata finale di episodi, sarebbero venuti fuori. Lo capiamo quando Tegan lo dice in tribunale ad Annalise: che sarà la sua Khaleesi, e che il riferimento è proprio a Game of Thrones. Sarà la stessa Keating, più avanti, a parlare di aver sfoderato il drago. Ma il botto finale in chiave correlazione a Game of Thrones verrà fuori dopo, a fine puntata. Ci arriveremo.
Il capitolo 12 di questa sesta stagione è iniziato con Michaela e Connor in preda alle paranoie, ma anche ai sensi di colpa. Divorati dai rimorsi di coscienza per aver messo la vecchia matrona nei guai fino al collo e terrorizzati all’idea di poter essere intercettati, i due studenti residui di Annalise cominciano a pensare a un’exit strategy da questa situazione scabrosa assieme a Oliver, dopo che tutti e 3 hanno scoperto da Gabriel il vero responsabile dell’uccisione di Asher.
Da un trio all’altro, quello formato da Annalise, Bonnie e Frank, al solito, complotta. Sostenuto da Tegan che lo dice chiaro e tondo: non vuole essere esclusa dai loro giochetti, perchè lei è ormai una di loro. Tutti sono ormai a conoscenza del gran segreto: l’FBI, coi Castillo dietro, ha ucciso Asher. Ad Annalise e i suoi lo dice la madre di Gabriel, sperando che Mrs. Keating decida dopo questo favore di proteggere il figlio.
Sulla base di questi assunti si sviluppa una puntata roboante, in pieno stile How to Get Away with Murder, che trova il suo apice in due specifici momenti. Il primo riguarda la cattura di Javier Castillo. Messo ad indagare sull’agente Pollock, ovvero colei che ha ucciso Asher, Frank trova di più. Trova una possibilità di vendetta. Trova Javier Castillo.
“Questa è la mia aula di tribunale. So cosa sto facendo”
Frank ha la possibilità di vendicarsi. Di vendicare ciò che Javier ha fatto a Laurel, e di vendicare ciò che Javier ha fatto a lui. L’intento è quello di farlo confessare, di portare il più insulso dei Castillo dalla loro parte allo scopo di farlo testimoniare per scagionare Annalise. Ma prima, Frank, vuole divertirsi un po’. Vuole ripagare Javier con la stessa, sporchissima moneta che il messicano gli ha lanciato in testa qualche tempo prima, quando lo torturò e lo ridusse in fin di vita.
Javier prova anche a tentarlo con un’offerta economica, che “Se hai tradito Annalise una volta, puoi farlo una seconda”. Ma Frank ora è cambiato. Amaramente pentito di quel che ha fatto ai tempi, non tradirà mai più la sua venerata dea. Ed è cambiato anche nel riuscire a trattenere i propri impulsi. Non più freddo killer, ma fine stratega: consegna Javier Castillo a Nate, al fine di portare quest’ultimo di nuovo dalla loro parte, dopo che l’ex poliziotto è venuto a sapere da Annalise che proprio loro hanno in custodia colui che ordinò la morte di suo padre. Il problema, però, è che Nate non sarà così clemente e arriverà ad uccidere Javier, mettendo probabilmente nei guai tutta la banda Keating per l’ennesima volta.
Il secondo grande evento della puntata riguarda il clamoroso scacco di Annalise ai danni di Connor e Michaela. I due giovani, sinceramente pentiti, vanno a casa dell’avvocatessa e gli dichiarano di avere in mano una registrazione di Gabriel che scagionerebbe la Keating per l’omicidio di Asher. Annalise però ha tanti altri problemi con cui fare i conti e lo dice ai suoi ex alunni: “Qualcuno mi ha tradito”. E i due, emotivamente esausti, confessano: sono stati loro, così da sfuggire all’FBI che li incolpava per l’omicidio di Millstone. Ma questa è la soluzione perfetta: con la registrazione Annalise scagionerà se stessa e i due ragazzi usciranno dall’accordo con l’FBI, agevolando la stessa Annalise. Everybody wins. In teoria.
Già, perchè la Keating sa che questo in fondo non basta. E siccome nessuno può mettere Annalise in un angolo, all’udienza per decretare ammissibile o meno la pena di morte, la donna sfodera un clamoroso asso nella manica. Una registrazione di Connor e Michaela che confessano ad Annalise di aver fatto quell’accordo solo poichè sotto pressione dell’FBI, colpevole dell’uccisione di Asher. La pena di morte non viene dichiarata ammissibile, e Annalise risale. Mentre Connor e Michaela tornano a scendere, in questo infinito ascensore criminale che è How To get Away with Murder.
Ma il vero e definitivo colpo di scena arriva, come sempre, alla fine. Vivian Madox piomba in casa di Annalise per raccontarle una verità che nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire. No, non il fatto che sia stata Hannah Keating a iniziare la guerra contro di lei, ma il motivo per cui è accaduto.
“Per via di quel che è successo tra lei e Sam”.
Gelosia, che si era capita. Ma sembrava la gelosia folle di una sorella che si era vista portare via l’amato fratello da una donna che odiava e non stimava. Invece, a quanto pare, potrebbe esserci sotto molto di più. Non solo i tradimenti, non solo le morti, ma quando gli showrunner di How to Get Away with Murder hanno parlato di ‘similitudini con Game of Thrones’ in questo finale di serie, probabilmente ci stavano suggerendo qualcosa di molto più specifico. Alla base della spirale di delirio in cui è finita Annalise Keating, trascinandosi dietro tutti i suoi adepti, potrebbe esserci un incesto. Una relazione segreta tra Sam e sua sorella Hannah, con quest’ultima che dopo la sua morte in preda al dolore da amore – non solo fraterno – perduto, potrebbe aver scatenato di tutto. Mancano solo 3 puntate ala fine della serie, e mai come ora è il caso di dirlo: l’Inferno sta arrivando.