Viola Davis è stata il punto centrale di How to Get Away with Murder. I tanti alti e bassi dalla serie a lei sono sempre stati estranei. Ogni scena che vedeva coinvolta Annalise Keating, per un motivo o per l’altro, è rimasta iconica.
Ma chi è Annalise Keating? O, meglio: chi crede di essere Annalise Keating? Ci viene mostrata fin da subito come una donna forte, consapevole, una professoressa di legge con polso e pochi peli sulla lingua. Al centro dell’aula, di fronte a un gruppo di bambocci che probabilmente, sommati, non combineranno un quinto di ciò che ha fatto lei da sola.
Incurante degli schermi e dei tabù, la donna chiama la sua prima lezione con una frase che avremo imparato ad amare “How to Get Away with Murder“. Ma lei ci è riuscita?
Non vogliamo girarci troppo attorno, ma al solo pensiero di spiegare com’è cambiata Annalise Keating dalla prima all’ultima stagione della serie (che abbiamo recensito qui), ci scoppia la testa. Perché effettivamente la risposta vera è strana.
Annalise Keating è cambiata in tutto, ma in una sola cosa.
A partire dalla sua compagnia amorosa. Annalise ci viene presentata come la metà di una “power couple” notevole, affiancata dal marito Sam. Un uomo di presenza e all’apparenza perfetto se non fosse per l’oscuro passato alle sue spalle. Tra tradimenti, incesti, gravidanze, Sam ci e la saluta ben presto, durante la prima stagione, con una Annalise che aiuta i propri studenti a coprire l’omicidio.
La donna nel corso degli anni non si è tenuta a freno nelle relazioni, tra uno psicologo con intenzioni più personali e il suo capo Emmett Crawford, decisamente invaghito di lei. Nota di rilievo sicuramente va alla relazione con Nate, più duratura ma interrotta in modo brusco. Alla fine tra vecchie fiamme che ritornano e compagni che passano a miglior vita, il suo futuro lo passa al fianco di Teagan, invecchiando e vivendo con lei.
Senza dimenticare le imprese lavorative. È passata da semplice avvocato di successo e professoressa di legge a una delle donne più discusse degli Stati Uniti, avendo portato alcuni casi davanti alla stampa nazionale e addirittura alla corte suprema. E perfino quando le è toccato difendere se stessa, lo ha fatto con successo e talento, cose di cui è ricolma.
E potremmo andare avanti, parlando di come sia riuscita a circondarsi di gente che piano piano è crollata intorno a lei, tra vittime e oppressori del sistema. Assassini e assassinati. Del suo fantastico rapporto con Bonnie e Frank, probabilmente gli unici due veri amici che abbia mai avuto nonostante discussioni e litigi. Ma sarebbe inutile continuare ad elencare queste tantissime minuscole differenze.
Buttiamo fuori l’elefante dalla stanza. Annalise Keating è cambiata in una sola cosa.
Non si incolpa più di tutto.
Ogni altro cambiamento di Annalise è nulla in confronto a ciò. Volete sapere perché Annalise alla fine di How to Get Away with Murder riesce a vivere felice e contenta? Perché riesce a mettersi il passato alle spalle.
L’intero processo finale della donna, messa di fronte a tutto ciò che è accaduto nel corso delle sei stagioni, dovrebbe essere atto a minarne le fondamenta e farla tremare. Se Annalise avesse affrontato un caso del genere agli inizi, dopo anche un solo omicidio, non avrebbe resistito.
Questo non perché fosse una donna incapace o impotente. Ma perché non aveva ancora imparato a sconfiggere la sua più gran nemica: se stessa.
La Keating è vero che parte come una donna forte e sicura di sé, ma sotto l’apparenza si cela un essere umano fragile e tormentato, che ha perso la lotta con la vita e cerca di essere migliore, fallendo ogni giorno. Tra l’alcol, un matrimonio tossico e infiniti spettri dal suo passato, la nostra protagonista sarebbe crollata sotto la pressione.
Ma ora no.
Ora non è più forte: ora è più sicura. Basta incolparsi della morte di Wes. Basta incolparsi del feto che è stata costretta ad abortire. Basta sentirsi in colpa perché Nate sr. è stato assassinato. Non è colpa sua.
Tutti puntano il dito contro di lei ma non è colpa sua. Il mondo le dice di aver portato avanti omicidi e ripicche ma non è colpa sua. Tutti quegli assassini e assassinati avevano cercato di far finire il sangue su di lei ma non è colpa sua. E lei lo ha capito. Basta prendersi il peso di tutto. Basta essere vittima per far vivere meglio gli altri. Annalise vuole vivere e ha diritto di farlo.
Perché la donna forte che si presenta nella prima puntata non sarà il suo vero atteggiamento ma è ciò che merita di fare e dire ogni giorno. Camminare a testa alta, sicura e fiera di una vita durante la quale chiunque l’ha definita una cattiva persona solo per sentirsi meno in colpa. Annalise Keating è la più pura di tutti, e al processo lo dice. Anzi, correggiamoci.
Anna Mae Harkness è la più pura di tutti. Una donna afro-americana di successo, derisa per il suo sesso e la sua etnia da giovane, e ora temuta per la sua mente e il suo talento. Chi le punta la pistola addosso la teme, e sa che non sarà il grado di fermarla in altro modo. Ma Anna Mae non ha più bisogno di parrucche per sentirsi bella e accettata.
Lei è in pace con sé stessa, e chi se ne importa del resto del mondo.
Incurante degli schermi e dei tabù, la donna chiama la sua prima lezione con una frase che avremo imparato ad amare: “How to Get Away with Murder“. E lei ci è riuscita!