How to Get Away with Murder: Annalise Keating, una delle protagoniste più sfaccettate delle serie tv degli ultimi anni, scrive queste parole sulla lavagna per introdurre il suo corso universitario. Ma i destinatari non sono soltanto gli studenti: nel corso delle sei stagioni della serie tv, anche lo spettatore riesce a farsi un’idea piuttosto precisa di quelle che sono le cosiddette regole del delitto perfetto. Annalise Keating e i suoi seguaci, infatti, sembrano seguire un’unica formula per allontanarsi dai guai e sviare i sospetti. Certo, in alcuni casi è stato davvero complicato uscire da situazioni intricate, ma la professoressa di legge e i Keating 5 se la sono quasi sempre cavata. In che modo?
Ecco le 7 regole del delitto perfetto secondo How to Get Away with Murder.
1) Nascondere l’arma del delitto
Qualcuno ha commesso un delitto: è il presupposto di ogni stagione di How to Get Away with Murder. Che avvenga per legittima difesa, per vendetta o addirittura per sbaglio non importa: quando i personaggi si ritrovano davanti a un corpo inerme che ha esalato l’ultimo respiro per colpa loro non c’è altro da fare se non capire come togliersi dai guai. Il primo passo è dettato dalla logica, bisogna nascondere l’arma del delitto. Per farlo, i protagonisti della serie tv di Shonda Rhimes utilizzano due strade diverse: seguendo la prima, si liberano dell’arma in questione trovando un nascondiglio ad hoc o cercando di distruggerla. Resta però il rischio che l’oggetto venga ugualmente trovato, che sia intero o in piccoli resti. Allora subentra la seconda strategia, che è quella adottata ad esempio da Frank Delfino nella terza stagione, quando nascose l’arma utilizzata per l’omicidio di Mahony nella vettura del figlio di quest’ultimo – ossia, si cerca un modo per incastrare un’altra persona.
2) Far ricadere la colpa su un’altra persona, se è morta è meglio
Collocare strategicamente l’arma del delitto per incastrare un’altra persona non è l’unico stratagemma per sviare i sospetti. Ci sono molti modi per far ricadere la colpa su altri e i protagonisti di How to Get Away with Murder, nel corso delle varie stagioni, li usano praticamente tutti: insinuazioni sussurrate al giusto orecchio, piani orchestrati ad arte, registrazioni di frasi a metà o ricatti non importa. Ma quando la banda di Annalise Keating si trova nella possibilità di accusare un morto, allora è proprio quella la via che segue.
La morte di Wes? Uno dei momenti più tristi di How to Get Away with Murder, che però ha risolto molti problemi.
Annalise Keating, nonostante l’affetto provato per Wes, non ci ha pensato due volte a renderlo colpevole di vari delitti, non soltanto quelli davvero commessi – come l’omicidio di Sam per salvare Rebecca.
3) Farsi aiutare da una cerchia di amici fidati. O altrettanto disperati
Si dice che l’unione faccia la forza e questo è vero anche per quanto riguarda How to Get Away with Murder. Sebbene Annalise cerchi di passare per un animale solitario che non ha bisogno di un branco, in un modo o nell’altro si ritrova sempre a dover contare sui cosiddetti Keating 5, gli studenti che ha selezionato il primo giorno di università, oppure i fedelissimi Bonnie e Frank – che, certo, ogni tanto si sono allontanati dal nido, ma sono sempre tornati dalla loro amica. La possibilità di avere accanto qualcuno di cui fidarsi è stata fondamentale. Altre volte, però, l’aiuto che i protagonisti si sono dati è stato frutto di disperazione: nei guai fino al collo, spesso non c’è stato altro da fare che darsi una mano a vicenda. In ogni caso, quale che sia la motivazione del lavoro di gruppo, nessuno di loro sarebbe andato molto lontano da solo.
4) Farsi difendere da Annalise Keating. O forse è meglio di no
Arma ritrovata o tentativo di incastrare altri andato in fumo, molti personaggi della serie si sono ritrovati a un vicolo cieco, col terrore di finire dietro le sbarre. Ed è qui che avere un avvocato come Annalise Keating ha fatto la differenza: in un mondo in cui non sempre la giustizia fa il suo corso, la Keating ha imparato a danzare abilmente tra legalità e illegalità per difendere i suoi protetti. Lei sa sempre cosa cercare, cosa dire, come piegare la realtà dei fatti in suo favore.
Tuttavia, in alcuni casi avere accanto la Keating non è la scelta migliore: un avvocato del genere può diventare arma a doppio taglio, soprattutto se si sta cercando di vincere una causa contro qualcuno ce ce l’ha con lei e se avete seguito la serie, saprete che questo è piuttosto ricorrente.
5) Non fuggire
A tentare la fuga è stata Annalise Keating stessa e non per un singolo delitto. La protagonista col volto di Viola Davis a un certo punto non ce l’ha più fatta: troppi guai, troppi segreti, mezze verità e mille tentativi per non far cascare in mille pezzi tutto quello che ha cercato di costruire. L’unica soluzione sembrava quella di fuggire. Lasciarsi tutto alle spalle. Ma i problemi della fuga sono essenzialmente due e la protagonista di How to Get Away with Murder ha fatto i conti con entrambi: innanzitutto, se è vero che fuggendo si lasciano dietro tutti i problemi, è altrettanto vero che si abbandonano anche gli affetti, le persone care e le cose belle. Vale la pena pagare questo prezzo? In secondo luogo, si può comunque essere intercettati e trovati: ed è proprio quello che succede ad Annalise. Un passo falso, dunque, da evitare.
6) Non fare danni maggiori nel tentativo di coprire danni minori
Qualcosa che i protagonisti della serie non hanno mai imparato, ma che dopo 6 stagioni il pubblico ha ben capito, è che per gestire un delitto bisogna avere calma e sangue freddo. Non si può occultare un cadavere radendo al suolo una casa o nascondere un’arma lasciando impronte digitali in ogni dove. Il grande rischio con cui i Keating 5 – rispetto magari a Bonnie e Frank che sono più esperti – hanno spesso a che fare è quello di fare danni maggiori nel tentativo di coprire danni minori. La scena di un delitto è come una grande ragnatela e le possibilità di rimanere invischiati sono tante, senza una mente lucida non si va da nessuna parte.
7) Non deve avere senso, deve sembrare un casino
Queste parole di Annalise Keating sono un po’ il riassunto di tutto il suo operato e possono costituire l’ultima regola, ma probabilmente la più importante: va bene la metodologia, va bene il sangue freddo, ma nella maggior parte delle occasioni i personaggi se la sono cavata…facendo confusione. Hanno seguito l’istinto – o forse l’impulsività, hanno scommesso su sé stessi nelle situazioni più improbabili, hanno camminato in equilibrio sul filo del pericolo, ma ce l’hanno fatta. Quasi tutti.