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Hunters 2 – La Recensione della stagione finale della Serie Tv targata Prime Video

hunters 2
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ATTENZIONE: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Hunters 2.

Dal 13 gennaio 2023 è disponibile su Amazon Prime Video la seconda e ultima stagione di Hunters, serie creata e scritta da David Weil (Invasion e Solos) con la collaborazione di Charley Casler (The Bold Type) e Tori Sampson (Solos).
La prima stagione, rilasciata alla fine del febbraio del 2020, aveva riscosso un ragguardevole successo, apprezzata dal pubblico quanto dalla critica per il suo stile tarantiniano. Davvero una piacevole sorpresa che aveva impreziosito il catalogo degli Amazon Studios. Le aspettative per questo secondo e ultimo capitolo, quindi, erano decisamente elevate anche perché il finale della prima stagione aveva sollevato diversi interrogativi. Primo fra tutti: avremmo rivisto Al Pacino, nei panni di Meyer “The Wolf” Offerman? Non è certamente spoiler rispondere affermativamente a questa domanda dato che l’arcano è stato uno dei primi a essere svelato durante questi tre, lunghi, anni di gestazione, in parte dovuti alla pandemia da COVID. Sì, Al Pacino sarebbe tornato a interpretare i panni dell’ideatore di quel gruppo di cacciatori (Hunters, appunto) di nazisti che, pur macchiandosi di delitti, restituivano un’idea di giustizia ponendo fine alla vita dei gerarchi nazisti sfuggiti al Processo di Norimberga.

Al Pacino, quindi, è tornato. Ed è tornato alla grande. Forse ancora di più rispetto alla prima stagione, che l’aveva già visto candidato al Golden Globe come miglior attore protagonista in una serie drammatica. Ma della sua interpretazione parleremo tra poco.
Cominciamo, invece dalla fine. E cioè: è davvero finita? Oppure dopo Hunters 2 ci verrà offerta anche la terza stagione? Perché Jonah Heidelbaum, interpretato da Logan Lerman (Percy Jackson), ormai sposato e in luna di miele a Miami, sembra un po’ troppo interessato a quel signore che ringrazia, in tedesco, un cameriere che gli porta da bere. Inoltre, che fine ha fatto Travis, interpretato da Greg Austin (Mr Selfridge), sopravvissuto a un colpo di fucile alla testa e tuffatosi giù dal tetto di un magazzino?
Interrogativi non da poco, che lasciano uno spiraglio piuttosto largo per una terza stagione. Della quale, in tutta sincerità, faremmo volentieri a meno visti i risultati, purtroppo non all’altezza delle aspettative.

Logan Lerman e Jennifer Jason Leigh 640×360

Perché Hunters 2 è, diciamolo pure, una mezza delusione. Più per la storia che altro, la quale ricomincia due anni dopo la fine della prima stagione. Il gruppo si è disperso, in giro per il mondo, e non sembra interessato a ricominciare a dare la caccia ai criminali nazisti. Come in ogni thriller che si rispetti, però, un evento obbliga la squadra a ritrovarsi, e, dopo un’attenta analisi valutativa sui pro e contro, riunirsi, con l’aggiunta di alcune nuove facce tra cui la sorella dell’indimenticabile Ruth (Jeannie Berlin), la savta di Jonah.
Il gruppo punta al pesce più grosso, stavolta: nientemeno che Adolf Hitler (Udo Kier), mai morto a Berlino nel 1945 e rifugiatosi, invece, in un compound nella pampa insieme a Eva Braun, ora sua moglie. I cacciatori si trasferiscono in Argentina e cominciano, tra mille peripezie, una caccia spietata al Führer nazista, affetto dal morbo di Parkinson e in procinto di rientrare in scena con l’intento di ricreare il Quarto Reich e conquistare il mondo.
Accanto a questa storia viene narrata quella della creazione degli Hunters. Come in una sorta di prequel David Weil ci racconta di come Meyer Offerman abbia dovuto creare i cacciatori per poter sopravvivere e continuare nascondersi al mondo.

Proprio questa narrazione parallela mette in luce quel grande interprete che è Al Pacino. Non più protagonista a tutti gli effetti lo è comunque della sua storia e lo fa in maniera egregia, sostenuto da una regia che ne evidenzia le espressioni facciali quanto la gestualità, incredibilmente ritualistica.
Al Pacino è un grande, si sa, e non è certamente questo ruolo a dover confermare la sua grandezza. Ma l’interpretazione che ci viene regalata è davvero magistrale e risolleva, non di poco, le sorti di una seconda stagione che altrimenti, con la sola storia dei cacciatori, risulterebbe piuttosto moscia, scontata e persino banale. Perché l’idea di dare la caccia a Hitler non ha nulla di particolarmente originale essendo già stata vista e rivista in film, libri e fumetti e l’utopica e catartica fantasia del suo processo interessante, certo, risulta, purtroppo, mal sviluppata.

Com’è noto i personaggi di Hunters sono basati sulle biografie di reali cacciatori di nazisti sebbene nessuno venga specificatamente rappresentato. Nella serie, però, fa la sua comparsa Simon Wiesenthal (Judd Hirsch) che, contattato da Meyer Offerman, è forse il primo a sospettare che dietro il personaggio interpretato da Al Pacino ci sia qualcosa di più che un semplice sopravvissuto ai campi di concentramento. I due personaggi hanno una disputa etica e legale su come dovrebbero comportarsi i cacciatori di nazisti. Da una parte Wiesenthal è il difensore dello stato di diritto e dell’idea che chiunque debba essere processato per evitare di finire dalla parte dei mostri. Dall’altra, invece, Offerman, soprattutto per interessi personali, si erge a dispensatore di una giustizia puramente divina che nulla a che fare con quella terrena e fallace. I due personaggi non trovano un punto comune e si separano con Wiesenthal che minaccia Offerman di perseguitarlo nel caso scoprisse qualcosa che lo vedesse implicato nell’omicidio di un ex gerarca nazista di cui è appena venuto a conoscenza.

Hunters 2
Al Pacino 640×360

Questo è, sostanzialmente, il nodo gordiano che viene portato avanti durante tutta la seconda stagione di Hunters e che ha il suo acme proprio nel processo ad Adolf Hitler. Un’idea davvero molto interessante da portare in scena poiché capace di stuzzicare la fantasia del telespettatore ma che si risolve in poche e male articolate battute, tristemente suddivise tra accusa, difesa, corpo giudicante e, chiaramente, imputato.
L’idea di processare il capo del nazismo avrebbe potuto essere vincente per la serie; avrebbe potuto rendere Hunters 2 un vero gioiello. In realtà serve solamente a dare una chiusura raffazzonata alla seconda stagione, fatta salva la coda accennata qualche riga più in su.
Probabilmente gli autori hanno cercato il colpacio sfruttando un’ispirita invenzione narrativa che però è implosa su se stessa e non si avvicina minimamente a soddisfarre l’acquolina creata negli spettatori. Il dibattito processuale nonché quello tra le singole parti, in particolar modo tra l’imputato e il suo avvocato difensore, sono privi della giusta importanza, della giusta costruzione narrativa e culminano in un ordinario escamotage che banalizza il personaggio di Adolf Hitler, alla sbarra. Potrebbe anche darsi che sia voluto, come a demitizzare la figura del più efferato criminale che l’umanità abbia mai visto, ma, in questo caso, è ben lontano dalla banalità del male di arendtiana memoria.

Hunters 2 dalla sua ha un cast davvero notevole. Le interpretazioni dei principali attori confermati dalla prima stagione sono consolidate e impreziosite dallo sviluppo dei rispettivi personaggi e si arricchiscono grazie alla presenza di Jennifer Jason Leigh nei panni della grintosa e vendicativa sorella di Ruth e quelli di Emily Rudd, nei panni della fidanzata ignara di Jonah.
La settima puntata è qualcosa di veramente notevole e stride con l’insieme creando non poca sorpresa. Scritta per giustificare un personaggio che potrebbe benissimo non esistere ai fini della trama, al quale però potrebbe essere dedicato un intero spin off viste le premesse, in realtà è una specie di piccolo capolavoro onirico. Una sorta di rappresentazione teatrale di una di quelle storielle yiddish che apparentemente appaiono sciocche e prive di signifcato ma che invece ne sono profondamente pregne e danno molto da pensare.

Dopo tre lunghi anni di attesa Hunters ci regala una stagione finale che non convince appieno, purtroppo. Nel guardare queste otto puntate si ha l’impressione che si sarebbe dovuto e potuto fare di più. C’ è troppa disparità tra la storia principale e quella dedicata al personaggio interpretato da Al Pacino e questa diversità fa sì che tutto l’insieme zoppicchi per arrivare alla fine dando all’opera una chiusura.
Sebbene le intenzioni siano buone Hunters 2 affronta una serie di argomentazioni probabilmente troppo complesse per esser risolte in otto, semplici, puntate. C’è troppa carne al fuoco e le sparatorie, gli inseguimenti e gli omicidi non sono più sufficienti a richiudere un vaso di Pandora ormai scoperchiato.