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L’episodio de I Griffin dal quale non mi sono mai più ripresa

I Griffin
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I Griffin si sa sono una comedy brillante, politicamente scorretta e democratica oltre ogni immaginazione. Nelle sedici stagioni in cui abbiamo imparato a conoscere le dinamiche più demenziali e strampalate mai viste in tivù, abbiamo anche avuto modo di constatare quanto tridimensionali e ben studiati siano i membri della famiglia Griffin. Brian e Stewie in particolare rappresentano un universo a se stante. Gli intrecci che li vedono protagonisti sono in grado, da soli, di bilanciare la comicità della Serie Tv, altrimenti troppo tendente alla demenzialità grazie al padre di famiglia, Peter Griffin. L’umorismo un po’ british di Stewie e l’esilarante cane che si comporta da umano completano il quadro di un prodotto riuscito e apprezzato.

Ma Brian e Stewie non sono solo una delle coppie più amate nel mondo delle commedie animate, sono anche un solido esempio di amicizia e lealtà. Come alcuni ricorderanno, nelle prime stagioni de I Griffin, Stewie era un demonietto assetato di vittoria che nel suo animale domestico vedeva solo la spalla di Peter, e comunque non più che un intralcio alla sua genialità. Tra un “Victory is mine” e la costruzione di un’arma di distruzione di massa, le vicende del piccolo che voleva uccidere sua madre si svolgevano in solitaria. Quasi fosse uno Stewie contro tutti. Gradualmente però gli showrunner hanno scelto di avvicinarlo a Brian, sviluppando tra loro un rapporto che crescesse sotto gli occhi degli spettatori di episodio in episodio. Di stagione in stagione.

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Ci siamo ritrovati a considerarli l’uno l’estensione dell’altro, nonostante il fatto che il loro rapporto non fosse alla Snoopy e Charlie.

Il legame tra i due, ottimamente sviluppato e modellato come argilla, raggiunge il suo culmine in un episodio in particolare che mi sento di definire: “L’episodio de I Griffin dal quale non mi sono mai più ripresa”.

Stiamo parlando della 8X17 intitolata proprio “Brian e Stewie“: una puntata che inizia in modo diverso dalle altre. Mentre solitamente ogni episodio inizia con la sigla (anche quelli speciali per i quali a volte ne viene confezionata una ad hoc) questo parte in medias res. I due unici protagonisti in questo caso sono nel caveau di una banca, dove Brian sta recuperando la sua cassetta di sicurezza in compagnia di Stewie. La sigla partirà solo dopo che la trama dell’episodio sarà chiara: Brian e Stewie sono rimasti chiusi dentro e non potranno uscire fino all’apertura delle porte automatiche del caveau, due giorni dopo.

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Quei due giorni rinchiusi da soli all’interno della banca saranno per loro la più importante delle avventure. Più dei viaggi insieme in giro per il mondo e delle scorribande saltellando per epoche diverse.

Tutto ciò che i due hanno per affrontare il weekend rinchiusi è il contenuto della cassetta di sicurezza di Brian: una bottiglia di scotch, una pistola e una prima edizione del libro “David Copperfield” di Charles Dickens. Nel corso dell’episodio non mancano gag e momenti di ilarità in pieno stile  I Griffin, ma tutto ha un singolare e unico sottofondo malinconico. Durante la prima notte imprigionati, i due si consolano con qualche bicchierino e come loro solito iniziano a battibeccare. Le fragilità di Brian si manifestano a 360 gradi a Stewie, reo di aver toccato un punto dolente nella vita del suo compagno di avventure mettendo in dubbio in un momento di poca lucidità il senso della sua vita, la sua utilità.

Quando Stewie incalza Brian sulle ragioni che spingano lui, un liberale contrario alle armi, a tenere una pistola in una cassetta di sicurezza, il sottofondo malinconico dell’episodio diventa una virata netta verso il finale, uno dei più belli e toccanti mai visti in una Serie Tv animata.

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Quella pistola rappresenta per Brian un’uscita di emergenza: la sicurezza che se le cose si mettono male e la vita diventa un macigno da portare sulle spalle, lui ha un’opzione B. Per lui anche solo sapere di possederla è già un sollievo. Brian sente di non riuscire a vivere nel presente e si tortura cercando uno scopo alla sua esistenza. Perché le sue doti, la sua capacità di parlare e comportarsi come un umano lo hanno relegato in un limbo.

Brian non è nè un cane nè un umano. È solo Brian.

Mancando di un senso di appartenenza vero e proprio alla sua specie, quale che sia, Brian sente di non appartenere a niente e di non avere un posto nel mondo. Ma un posto nel mondo ce l’ha, e Stewie è lì per mostrarglielo, per dargli una ragione di vita.

Sei l’unico a cui tengo

Con queste parole di Stewie capiamo che quel sodalizio che avevamo davanti agli occhi già da qualche stagione è diventato una delle colonne portanti dello show. Il rapporto tra lui e Brian è quello più forte di tutta la serie e inaspettatamente può portare a trattenere a stento le lacrime. Con un grande giro di parole Stewie dice a Brian che lo ama.

Ti amo, non nel senso “dai facciamo un party in mutande” o qualunque cosa facciano gli adulti innamorati. Voglio dire, io ti amo come una persona ne ama un’altra di cui semplicemente non può fare a meno

Stewie dà un senso alla vita di Brian e Brian dà un senso alla vita di Stewie. Loro sono inseparabili, e non lo sono da sempre ma lo sono diventati. Stewie si addormenta sulle gambe di Brian mentre lui gli legge David Copperfield e quando le porte del caveau si aprono, egli lo prende in braccio che ancora dorme, ed esce da lì con sguardo fiero. Ora sente di appartenere.

L’episodio si chiude così, nel silenzio, con Brian di spalle che esce dalla loro prigione con Stewie tra le braccia che dorme, sicuro. Brian e Stewie salvati a vicenda dall’amore dell’altro.

È vero che io mi commuovo facilmente, ma devo dire la verità: da questo episodio de I Griffin non mi sono mai più ripresa.

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