I Medici sono un progetto, uno di quelli grandi, paziente.
Il tutto è partito due anni fa, quando per la prima volta viene scritta per immagini la storia di una delle famiglie più importanti della penisola italiana. La scelta è stata insolita, perché si è deciso di partire per questo viaggio nel tempo con Cosimo De Medici, capostipite della famiglia. La prima stagione è stata un susseguirsi di tasselli mancanti, pezzi di puzzle indispensabili che abbiamo visto collocarsi ognuno al proprio posto. Un’idea apparentemente vincente a cui mancava quella scintilla, quel magico tocco che gli consentisse di compiere il vero e proprio salto di qualità. E adesso, quel progetto tanto ambizioso lasciato a riposare per ben due anni, sembra rinascere in tutto il suo splendore. Mentre le riprese della terza stagione sono già iniziate, analizziamo la seconda.
La terza e la quarta puntata della seconda stagione de I Medici segnano una svolta importante, un cambio di registro che non deve passare inosservato.
Dai temi trattati, ai colori, alle performance. Due episodi che con grande sorpresa hanno saputo dare quel qualcosa in più che adesso andremo ad analizzare.
Le maschere
Fondamentale in queste due puntate è il tema delle maschere, dell’apparenza. I vari nuclei narrativi che compongono la trama di questi 120 minuti ruotano prevalentemente attorno alla facciata, a ciò che la gente vede e crede.
Di chi stiamo parlando?
Partendo dal tanto agognato matrimonio fra Bianca e Guglielmo Pazzi. Questo è stato solamente possibile per evitare a entrambi l’esclusione e il giudizio dell’alta società. Grazie all’intervento di Lorenzo, i due hanno potuto finalmente coronare il loro amore, giocando in modo molto astuto sulla forza invisibile dell’opinione pubblica. Bianca è consapevole che una volta consumato il rapporto con il suo amato non potrà tornare alla sua condizione di prima, non potrà più aspirare ad essere una donna rispettabile, se non sotto il nome Pazzi. Una scommessa giocata sul tenace potere dell’opinione.
Abbiamo poi il Duca di Milano che finge di concedere misericordia per salvare la faccia davanti ai suoi sudditi.
Passiamo a Simonetta Vespucci, personaggio già introdotto nelle puntate precedenti. Intorno al nome di questa donna circolano numerose storie, racconti e anche leggende. La sua bellezza fuori dal comune le ha permesso di essere molto spesso oggetto di poesie, opere e amori poco fortunati. Simonetta sembra essere stata non solo musa ma anche amante di Botticelli (secondo alcune teorie), come anche per Giuliano de Medici. La serie recupera questa storia, creando uno splendido rapporto platonico fra il pittore e la fanciulla, il quale ha la necessità di rappresentare la bellezza della Signora Vespucci, poiché essa sembra racchiudere la magnificenza dell’opera di Dio.
Botticelli vede nella donna la tristezza, la prigionia. E dinnanzi a cotanta bellezza, l’artista offre il suo dono più grande, tutto ciò che lui può dare: l’eternità, la cura contro i colpi del tempo.
Anche Giuliano rimane fatalmente attratto dalla giovane Signora Vespucci, creando un rapporto pericoloso, difficile, inevitabile. Che sembra andare al di là dell’aspetto.
Non è la maschera ad attrarmi. Ma quello che c’è dietro
Francesco Pazzi
Personaggio chiave delle nuove puntate de I Medici è stato sicuramente il più grande dei fratelli Pazzi, interpretato da un magnetico Matteo Martari, tutta scuola italiana.
Partendo da un flashback si pone subito la posizione di amicizia e continua rivalità fra Francesco e Lorenzo il Magnifico. Alleanza insolita che nasce fin dalla tenera età e sembra rinvigorirsi sull’orizzonte di una possibile futura Repubblica per Firenze. I due riescono a salvare la situazione sia permettendo il matrimonio fra i due rispettivi fratelli minori, sia con la battaglia a Volterra.
I colori
Una delle caratteristiche che non mi stancherò di sottolineare riguardo a I Medici è l’utilizzo equilibrato, scelto e calcolato dei colori.
Ogni sfumatura, ogni contrapposizione è ponderata e porta con sé un determinato significato. Un peso simbolico che non fa altro che rafforzare la potenza delle immagini e della storia stessa.
Partiamo dalla già citata contrapposizione fra Il Magnifico e Pazzi: Lorenzo indossa prevalentemente abiti blu e rossi, generalmente brillanti, che risplendono in contrasto alle tonalità scure utilizzate per il suo avversario. Verde, nero, viola. Tutti colori che sottolineano la vena sinistra della famiglia, il lato oscuro e insidioso di una delle famiglie più potenti della bella Firenze.
Dato che parliamo di opposti non possiamo non menzionare il fatale scontro fra le due donne del Magnifico: Lucrezia Donati e Clarice Orsini. Durante il confronto, il personaggio interpretato da Alessandra Mastronardi è completamente rivestito di nero: pelliccia, abito e scarpe nere. Colore della seduzione, dell’ombra, ma anche del peccato. Una rappresentazione della relazione adultera fra lei e Lorenzo. Dall’altra parte Clarice, con tonalità chiare, fresche, che rappresentano la legittimità di essere moglie e la sua forza e purezza spirituale.
Molto gradevole è stata anche la ripresa dei colori della Fortezza di Botticelli che padroneggia nella sala de I Medici. Prima negli abiti di Bianca quando si rifiuta categoricamente di rispettare gli ordini del fratello e successivamente in quelli dello stesso Lorenzo.
Durante il matrimonio c’è una splendida esplosione di colore, specialmente del rosso simbolo di passione, fertilità e vita.
Gli animali
Come ben sappiamo gli animali hanno un ruolo simbolico molto importante sia nel Medioevo che nel Rinascimento. Motivo per il quale in queste due puntate possiamo individuare il loro utilizzo come rappresentazione della condizione esistenziale dei rispettivi protagonisti.
Da una parte Simonetta Vespucci che viene paragonata a un uccello in gabbia, a cui Botticelli si offre di aprire la porta per la libertà. Nonostante ciò, l’uccellino ha le ali tagliati quindi non può comunque volare via. Che sia un presagio del tragico futuro per Simonetta?
Dall’altra invece troviamo il falco: forte, fiero, resistente e soprattutto fedele.
I falchi quando trovano una compagna è per la vita
E per far sì che la coppia di falchi possa volare insieme, è necessario che essi partano da due punti diversi. In modo tale da potersi incontrare in volo e non lasciarsi mai più. Lorenzo e Clarice sono la perfetta rappresentazione umana di questo tipo di rapporto. I due sono partiti inizialmente da posizioni opposte, lontanissime ideologicamente. Ma piano piano, con grande cautela, hanno fatto un passo sempre più vicino all’altra, andandosi finalmente a incontrare nel punto cruciale delle puntate: il dialogo nella camera da letto.
La pulizia del peccato
Successivamente al massacro avvenuto a Volterra, Lorenzo si sente sfinito, sporco, peccatore. Ed è proprio in questo punto che interviene Clarice che con fierezza mostra a suo marito quale sia davvero il fine di tutto ciò. Nonostante il peso nefando e annichilente della sconfitta morale, la giovane Orsini riesce ad affrontare la realtà così come è: nuda e cruda.
Con un gesto rituale, l’antico lavaggio delle mani sporche di sangue (a cui non si può non fare riferimento a Macbeth di Shakespeare), la moglie lava i peccati del marito. Lo purifica attraverso l’acqua. Raccoglie i pezzi restanti della sua anima e con grazia li ripone insieme. Nonostante la brutalità della guerra e della morte, Clarice riesce a far trovare in Lorenzo la speranza di andare avanti.
Lucrezia è sempre stata per il Magnifico il coronamento di un amore ideale, giovane, passionale. La musa di ogni poeta, la modella di ogni artista. Un rapporto che appartiene solo al passato.
Clarice invece è una donna reale. Forte, sicura. Una moglie che sa guidare il marito ed essere al suo fianco. Un amore del presente.
Come vera guida quando l’anima sembra essere ormai persa.