È un cartone animato, dicono, ma I Simpson non possono essere ridotti solamente a questa definizione.
È feroce critica sociale, analisi disincantata del sogno americano, presa in giro dei valori e della cultura statunitense e, ancor più in generale, della specie umana.
Se i protagonisti, Homer e la sua bislacca famiglia, incarnano l’americano medio in tutte le sue controverse sfaccettature, anche i personaggi “di contorno” forniscono spunti interessanti per un’analisi al vetriolo di tutti i difetti che caratterizzano l’animo umano.
1) Bob Terwilliger
Bob Terwilliger, in italiano Telespalla Bob, è acculturato, raffinato e di gran classe, ma in quanto spalla di Krusty il Clown viene continuamente umiliato e sbeffeggiato, ridotto a un fantoccio da prendere in giro alla completa mercé del suo capo. Acerrimo nemico di Bart, che lo fa finire in prigione già nella prima stagione, la sua complessa personalità in chiaroscuro diventa un tratto distintivo.
Telespalla Bob è convinto di essere destinato a ben altri successi rispetto a quelli televisivi di “buffone di corte”: conosce a memoria le opere di Shakespeare, parla spesso per citazioni colte, ha un quoziente intellettivo altissimo, è poliglotta e un fine stratega. Fa da contraltare a questo insieme di caratteristiche positive, la sua innata sete di vendetta: Telespalla Bob è frustrato e insoddisfatto e non riesce a perdonare chi gli fa dei torti.
È un burattinaio che elabora complessi piani per raggiungere i propri obiettivi e non importa chi o cosa deve calpestare o coinvolgere (il partito repubblicano, quando si candida a sindaco, la propria famiglia italiana, il fratello Cecil, il sistema giudiziario quando si finge morto e via dicendo), perché non ha scrupoli e non si fermerà davanti a niente e nessuno.