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I Simpson sono ancora tra noi, e non chiamateli più “zombie”

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Di recente anche su Disney+ è approdata la trentatreesima stagione de I Simpson, che negli Stati Uniti ha visto la luce a partire da settembre 2021 e in Italia un anno dopo grazie al passaggio televisivo in Mediaset, ma ora l’arrivo sulla piattaforma della casa di Topolino ha reso definitivamente accessibili a tutti i nuovi episodi della serie cult creata da Matt Groening, che intanto negli Stati Uniti si sta avviando verso la fine del capitolo numero 34. Col passare degli anni, e di conseguenza delle stagioni, aumentano sempre di più le domande intorno al futuro de I Simpson, serie di una longevità estrema, che però sembra davvero non voler morire mai, al netto di alcune fisiologiche difficoltà dovute, banalmente, al tempo che passa.

Anche questa trentatreesima stagione ha confermato l’estremo vigore de I Simpson, sempre vivi e pronti a lottare, altro che “zombie” come molti li chiamano. Con una lunga panoramica sull’ultima stagione rilasciata di recente da Disney+, andiamo a parlare del valore attuale de I Simpsons, che nonostante il tempo che passa restano ancora tra noi e non perdono la classica forza che li ha sempre contraddistinti, rinnovando il segreto del loro successo.

I Simpson
I Simpson 32×06 (640×340)

L’obiettivo de I Simpson è quello di rimanere al passo coi tempi

Parliamoci chiaro: se una serie, dopo 33 stagioni, riesce a mantenere questa forte presa sul pubblico, allora deve nascondere qualche segreto di lunga vita cui attinge per mantenersi in forza. Nel caso de I Simpson, questo segreto è il riuscire a mantenersi sempre al passo coi tempi, evolvendosi, di fatto, con l’evoluzione della società e del tempo stesso, senza però mai snaturarsi completamente.

La serie di Matt Groening è nata, nell’ormai lontanissimo 1987, come una feroce parodia della società americana, mettendo in scena la classica famiglia media e decostruendo completamente lo stile di vita statunitense. Il successo globale della serie, poi, è riconducibile all’influenza mondiale che gli Stati Uniti esercitano a livello culturale e sociale e così la parodia messa in atto da I Simpson si è estesa a praticamente tutto il globo, di pari passo col loro successo. Chiaramente la società del 1987 è diversa da quella di oggi, così come lo era quella dei primi 2000 o degli anni Dieci: I Simpson, in sostanza, sono riusciti a fotografare momenti storici molto diversi tra loro, non perdendo mai però la loro identità, basata sempre su questa pungente parodia, pur mutando pelle quando necessario.

Il segreto della produzione presente su Disney+ è proprio questo riuscire ad aggiornarsi di continuo e in tal senso la trentatreesima stagione de I Simpson conferma questo trend, perché mette in scena moltissime situazioni decisamente aderenti al presente. Questa evoluzione riguarda ogni aspetto della narrazione: i linguaggi usati, le tematiche affrontate, il calco dei personaggi. Tutto muta ne I Simpson, adattandosi al tempo che passa e mantenendo quel vigore che, dopo 33 stagioni, è semplicemente impressionante.

Qualche esempio pratico

Proviamo a dare un po’ di concretezza a quanto detto ed entriamo nello specifico della trentatreesima stagione, andando a illustrare alcuni esempi che mostrano la costante evoluzione de I Simpson che abbiamo delineato. Abbiamo parlato di linguaggi e in tal senso vediamo un ampio ricorso a tratti distintivi della narrazione odierna, come ad esempio le scene musicali, presenti in modo abbondante e che strizzano l’occhio alla parodia di una certa sovrabbondanza, che investe soprattutto il mondo Disney, di intermezzi musicali, ben evidenti più che altro nei tanto chiacchierati live action. Anche il linguaggio stesso dei personaggi è molto in linea con quello attuale, così come gli schemi narrativi, con un massimo esempio preso dalla coppia di episodi A Serious Flanders che mostra un’audacia vista poche volte nella serie.

Abbiamo parlato di personaggi e allora scopriamo dei background su alcuni protagonisti di contorno della serie, dalla figlia del sovrintendente Chalmers nella puntata Girls Just Shauna Have fun fino alle origini intellettuali di Brandine in Pretty Whittle Liar. Poi ci sono tutta una serie di nuove citazioni filmiche e seriali, anche queste spesso al passo coi tempi, come la versione Gen Z di The Ring col video diffuso tramite TikTok. Anche l’elemento parodistico rimane estremamente vivo e spicca la scena di Loki, una delle più riuscite della stagione. Tanti elementi concorrono a mantenere I Simpson ben ancorati alla realtà, tra cui spiccano però determinate questioni affrontate.

Sono proprio i temi di questa trentatreesima stagione a mostrare a pieno la vitalità de I Simpson. Troviamo questioni calzanti come le truffe online in Bart’s In Jail, un bel focus sulla body positivity in Lisa’s Belly, la denuncia del fast fashion in Portrait of a Lackey on Fire e del meccanismo dei titoli clickbait online in You Won’t Believe What This Episode is About – Act Three Will Shock You! con un titolo che è già, di per se, un capolavoro. I Simpson, insomma, mantengono un’aderenza alla realtà impressionante e non si limitano a mettere in scena questi temi, ma li affrontano conservando la loro potente identità, quella della feroce parodia, che rimane sempre pungente e tagliente. Il segreto della serie è quello di raggiungere un delicato equilibrio tra l’evoluzione e la tradizione, nonostante il tempo che passa, comunque, si faccia sentire.

I Simpson 32×13 (640×340)

I Simpson sono vivi, nonostante l’orologio continui a ticchettare

Finora abbiamo elogiato I Simpson e la loro attualissima trentatreesima stagione, ma d’altro canto non bisogna nemmeno far finta che il tempo non passi e non lasci i suoi segni. È chiaro che, dopo 36 anni e 33 stagioni, la serie di Matt Groening abbia un volto molto diverso rispetto a quello originale. I Simpson, come detto, hanno sempre cercato, e in gran parte ci sono riusciti, di conservare la loro identità, ma aggiornandosi continuamente sono comunque andati incontro a cambiamenti inevitabili e fisiologici.

Il pregio è che questi cambiamenti paiono, appunto, evoluzioni e non drastici cambi di rotta. Per mantenersi flessibile e adattarsi ai tempi, la serie presente su Disney+ ha dovuto cambiare qualcosa di se e oggi appare come un prodotto diverso rispetto a quello che è stato in altri momenti della sua esistenza, ma non per questo meno se stesso. Bisogna prendere I Simpson per quello che sono: una serie in continuo aggiornamento, che fa dell’aderenza alla realtà il segreto del suo successo, e che chiaramente mostra i segni del tempo che passa, ma li esorcizza evolvendosi col contesto in cui si trova.

Finché manterranno questa capacità di aggiornarsi, I Simpson conserveranno la loro proverbiale forza e quella vitalità che, in barba a chi li definisce zombie, non fanno fatica a mostrare. Ancora oggi, pure dopo 36 anni e 33 stagioni, che da settembre daranno 34 anche in Italia. Un lungo viaggio che, almeno per il momento, non sembra destinato a fermarsi e che in fondo non ha nessun motivo di farlo.