Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 8×09 de I Simpson
Approcciarsi all’enorme materiale narrativo messo in piedi da I Simpson nei suoi tanti anni di vita è un compito davvero complesso e ci sono tantissimi istanti della serie rimasti impressi nella storia della televisione e che ancora oggi creano un dibattito molto acceso. Di momenti indimenticabili ed estremamente chiacchierati, I Simpson ce ne hanno regalati davvero tantissimi nella loro lunga esistenza, ma c’è un passaggio in particolare che ha sempre suscitato l’attenzione del pubblico. Il quale ha provato a dare una spiegazione a una specifica battuta della serie animata, che a lungo è rimasta avvolta dal mistero.
Siamo nell’ottava stagione, puntata numero nove, dal titolo Il viaggio misterioso di Homer.
L’episodio ruota intorno a una sorta di cammino onirico di Homer, che dopo aver mangiato un peperoncino piccantissimo viene colto da strane allucinazioni, tra cui un coyote con la voce di Johnny Cash, e inizia a ragionare su chi sia davvero la sua anima gemella, dubitando che si tratti di Marge.
L’episodio si consuma sostanzialmente intorno a questo delirante viaggio di Homer, che si conclude con la consapevolezza che la sua anima gemella in realtà è proprio Marge, rafforzando quell’idea di amore predestinato che ha sempre legato i coniugi Simpson. Uno dei momenti più analizzati della puntata, però, riguarda Bart e Lisa, che in questo episodio appaiono poco, ma entrano in scena scambiandosi una battuta mentre si trovano in cucina a fare colazione. Bart sta raccontando un aneddoto su una certa Mabel, poi viene interrotto da Homer che chiede dove si trova Marge e riprende, dicendo semplicemente “Ho detto a Mabel” prima che l’inquadratura lasci i due piccoli Simpson.
Sembra uno scambio di battute innocuo, eppure è riuscito a scatenare, proprio per la sua incompiutezza, una serie di speculazioni e di teorie davvero incredibili, soprattutto a margine poi della rivelazione sul vero significato di quella battuta. Dopo parecchio tempo, infatti, sulla questione è intervenuto Josh Weinstein, produttore de I Simpson per le stagioni sette e otto, il quale ha fornito la spiegazione a quella famosa battuta “I says to Mabel, I says”, lasciando abbastanza spiazzati tutti coloro che si sono interessati alla questione.
Josh Weinstein e il vero significato di quella battuta ne I Simpson
Intorno a quella “I says to Mabel” si è creata nel web una vera e propria letteratura, con un dibattito vivo che ha portato anche allo sviluppo di teorie davvero complesse e ambiziose. Una delle spiegazioni più diffuse riconduceva la battuta di Bart a un passaggio del celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald: Il grande Gatsby. Secondo questa teoria, questa battuta è un omaggio a quel racconto perché ricalca un momento in cui Gatsby s’imbatte in una conversazione tra due signore e la interrompe, un po’ come ha fatto Homer con i suoi figli, e quel modo di dire “I says to Mabel, I says” che usa Bart fa parte del linguaggio dell’epoca e oggi in inglese suona desueto.
Altre teorie vedono in quel passaggio un intento parodistico, anche se non si è mai riusciti a cogliere bene la referenza.
Altre ancora propongono spiegazioni abbastanza incredibili, arrivando addirittura a collegare quella battuta di Bart a Bugs Bunny. Su tutto questo dibattito è calato, quindi, Josh Weinstein, che su Twitter ha spiegato che in realtà quella battuta non ha proprio alcun significato.
L’allora produttore de I Simpson ha spiegato che l’episodio era completamente incentrato su Homer e Marge e non prevedeva delle back stories su Bart e Lisa, perché il tempo per svilupparle sarebbe stato ridotto. Così, per portarli in scena e farli rimanere slegati da implicazioni narrative, ai due è stato assegnato un dialogo casuale, uno di quei discorsi che spesso fanno i bambini privi di riferimenti specifici. I Simpson, ha spiegato Josh Weinstein, nascono come una satira della famiglia americana e della loro quotidianità e quindi questo elemento di casualità è fisiologico nel racconto.
Capita spesso, in ambiente familiare e soprattutto tra bambini, che determinate conversazioni siano casuali, senza alcun significato profondo. È proprio il caso di quella battuta, con Bart e Lisa che stanno chiacchierando casualmente, senza riferirsi a nulla di specifico, quantomeno a livello narrativo. Così è spiegato il grande mistero che per anni ha cinto quella famosa gag tra Bart e Lisa interrotta da Homer, stroncata semplicemente perché non aveva alcuna importanza per la puntata e non per qualche significato nascosto.
La satira nella satira
Questo aneddoto innesca una profonda e curiosa riflessione su I Simpson e sulla loro portata. Spiegando questa battuta nell’episodio 8×09 della serie animata, Josh Weinstein ha anche sottolineato il consistente ricorso alla casualità nei dialoghi de I Simpson, spiegando come spesso si inseriscano gag casuali, come quella di “I says to Mabel”, proprio perché mimetiche della quotidianità di una normale famiglia americana. Da questo elemento si può riflettere su una sorta di satira nella satira che I Simpson riescono a fare, ironizzando persino sulla stessa risonanza che la serie ha presso gli spettatori.
Molto spesso, infatti, si parla di come I Simpson abbiano predetto un’infinità di eventi e situazioni, creando una sorta di dimensione mistica della serie.
Da questa convinzione è nata la tendenza a scandagliare qualsiasi frame della produzione, per non perdersi nemmeno una battuta o un velato riferimento alla realtà. Però, come nella più cieca caccia alle streghe, alla fine si finisce per vedere i fantasmi anche dove non ci sono. I tantissimi riferimenti parodistici e questa presa sulla realtà de I Simpson hanno portato gli spettatori a cercare significati sempre più nascosti e complessi e proprio con questa battuta possiamo vedere come spesso la situazione sfugga di mano.
Questo meccanismo, di fatti, finisce per essere una satira di sé stesso e rientra in pieno nello stile feroce e parodistico de I Simpson. La serie animata non risparmia nessuno, nemmeno i suoi fan più accaniti, e l’apporto di elementi casuali in un contesto così iper critico e analitico finisce per assumere anch’esso i contorni della satira. Si tratta, se così vogliamo definirla, di una sorta di meta-satira, perché l’ironia si spinge addirittura sull’analisi dei meccanismi che regolano l’ironia stessa. Un vorticoso gioco di specchi, che non fa che altro che sottolineare tutta la natura spontaneamente cinica della serie creata da Matt Groening.
La rivelazione del mistero che per anni ha avvolto quella battuta di Bart “I says to Mabel, I says” è solo l’ennesima dimostrazione di quanto I Simpson sanno essere geniali e spietati. La satira genuina non risparmia nessuno, nemmeno i suoi più grandi sostenitori e qui è un vero e proprio trionfo della satira, che senza alcuno sforzo, visto che si basa su elementi casuali e semplici, riesce a essere tremendamente efficace. Con le sue parole, insomma, Josh Weinstein non ha solo messo la parola fine a un dibattito lungo e complesso intorno alla serie, ma ha anche sottolineato, per l’ennesima volta, la straordinaria grandezza de I Simpson.