Quando un attore recita in una serie tv per un lungo lasso di tempo rischia di essere associato a un personaggio. È quello che è successo a James Gandolfini, il leggendario protagonista de I Soprano.
Un racconto complicato se pensiamo che I Soprano è uscita nel 1999. In Italia non vi era ancora il culto per le serie tv e questa in particolare non narrava una vicenda qualsiasi. Era una storia che metteva lo spettatore dalla parte di un gangster implicato in loschi affari.
“È vero. Tony è un pezzo grosso della malavita, eppure non è cattivo. Lui va in terapia. Da quando i cattivi vanno dallo strizzacervelli? Se decidi di parlare dei tuoi problemi con un estraneo vuol dire che ti metti in dubbio. Forse hai dei sensi di colpa, sicuramente hai delle fragilità e senza dubbio hai una coscienza. Tony è un buono.”
All’epoca sono state dette tante cose inutili su I Soprano, soprattutto da parte di alcune organizzazioni americane. Ma quello di cui non è mai stata accusata è l’assenza di talento da parte dell’attore principale. Possiamo aggiungere con assoluta certezza che, senza James Gandolfini nella parte di Tony Soprano, questo capolavoro non avrebbe avuto il successo che ha avuto. È uno di quei casi in cui l’attore ha reso la storia assolutamente perfetta.
La difficoltà maggiore nell’interpretare Tony Soprano risiede nel riuscire a trasmettere allo spettatore di non essere di fronte a un boss, ma a un uomo con le stesse nostre fragilità, gli stessi dubbi sulla vita e gli affetti. Gandolfini è stato in grado di rappresentare tutto ciò con una semplicità disarmante. Ed è proprio quando ti ritrovi di fronte a una rappresentazione apparentemente semplice che sai di aver trovato un attore di talento.
James Gandolfini, figlio di genitori emigrati dalla Campania, si è avvicinato alla recitazione per caso poiché venne scelto mentre accompagnava un amico a un provino a New York. Ha dichiarato di essere molto lontano dal personaggio interpretato nella serie durata sei stagioni.
Sono più vicino a un Woody Allen di 118 chili.
James è molto timido di fronte alle interviste. Lui dice di essere diventato attore per sbaglio. Ve lo immaginate Tony Soprano dichiarare una roba del genere? Mai. Nonostante sia un grande artista e abbia interpretato egregiamente molti ruoli, è proprio per I Soprano che si è aggiudicato i premi più importanti.
Vi ricordate il momento in cui James Gandolfini ricevette l’Emmy?
Di fronte a un’emozione come quella di sentire pronunciare il tuo nome come vincitore di un riconoscimento così prestigioso, non si può recitare una parte. È in queste occasioni che si manifesta la vera personalità di un uomo. La prima volta che vinse l’Emmy, Gandolfini era alla sua seconda nomination. Dopo aver ascoltato e applaudito la presentazione degli altri candidati, guardava il palco attendendo il nome del vincitore con un dito appoggiato sulle labbra. Un po’ in trepidazione, un po’ come se si stesse domandando se quello fosse davvero il suo posto.
Quando Calista Flockhart pronuncia il suo nome, lo vediamo chiudere gli occhi commosso per poi coprirli con una mano. Quasi imbarazzato si asciuga le lacrime. Poi realizza quello che è successo, sfodera un sorriso gioioso e va a ritirare il premio.
Bellissimo il discorso composto da una battuta autoironica e un lungo elenco di ringraziamenti. Non vuole dimenticare nessuno, per questo motivo chiede al pubblico di pazientare un secondo, abbassa la testa, fruga fra le tasche e tira fuori un biglietto sul quale ha scritto i nomi di ogni persona che ha contribuito a rendere un capolavoro I Soprano.
È bastato attendere un solo anno per riformulare la domanda: “Vi ricordate il momento in cui James Gandolfini ricevette l’Emmy?“. Già. Perché dopo aver vinto il primo per la puntata The Happy Wanderer nel 2000, se ne è aggiudicati altri due per gli episodi Amour Fou nel 2001, e Whitecaps nel 2003.
Si abituerà alla fama e al palcoscenico. Basta vederlo al terzo Emmy: si trova molto più a suo agio. Sempre emozionato ma con la battuta pronta. L’umiltà e lo stupore nei suoi occhi li troviamo ogni singola volta. Lui è cresciuto, è cresciuta la sua popolarità ma non il suo ego. Continuerà ad affidarsi al biglietto in cui ha scritto la lista delle persone da ringraziare. Come promesso al figlio Michael, farà una pernacchia al microfono e infine, con la voce commossa dall’emozione, riserverà un ringraziamento speciale alla fidanzata del college. La donna grazie alla quale ha capito che il suo desiderio più grande era quello di diventare un attore. In seguito alla morte della ragazza, avvenuta a causa di un incidente automobilistico, Gandolfini si sentiva perso ed è stata la recitazione a salvarlo, aiutandolo a tirare fuori i suoi sentimenti:
Il suo nome era Lynn Jacobson e mi manca molto.
Questa dichiarazione ci avvicina ancora di più all’attore e ci apre una voragine nel cuore al pensiero che non molti anni dopo ci avrebbe lasciati anche lui, James Gandolfini, colui che aveva dato vita all’intramontabile Tony Soprano. Un attore che è entrato nelle nostre vite fin dalle prime volte in cui lo abbiamo visto sul piccolo schermo, diventando uno di famiglia. Forse per questo motivo siamo così emozionati di fronte ai riconoscimenti di James Gandolfini.