I Soprano è una delle primissime serie che ci ha insegnato a convivere con i difficult men, i famigerati antieroi che al giorno d’oggi sono diventato irrinunciabili. Non soltanto a conviverci, ma anche ad apprezzarli. A partire dal capostipite Tony Soprano, passando per i vari Christopher, Silvio, Paulie e perfino Vito, tutti personaggi estremamente tormentati e ambigui, capaci di piacere al pubblico, in certi casi creano un legame indissolubile con lo spettatore, nonostante un temperamento complicato e continue azioni riprovevoli. Tra i tanti volti de I Soprano c’è anche Ralph, Ralph Cifaretto, probabilmente il più facile da odiare, ma allo stesso tempo, con quel suo modo di fare violentemente stravagante, ai limiti del grottesco, capace di attirare l’attenzione su di sé più di tanti altri personaggi che sono stati soltanto di passaggio nella serie. Oggi proviamo a raccontarvi di Ralph e del perché sia così dannatamente detestabile.
Ralph Cifaretto è l’esasperazione della spavalderia ne I Soprano
Il suo modo di essere parte da lontano, da un rimorso recondito, maturato negli anni e mitigato con un’arroganza di facciata decisamente fuori luogo e pericolosa, perché in un ambiente criminale come quello raccontato ne I Soprano, composto perlopiù da uomini d’onore vecchio stampo che credono profondamente nel paradossale senso del rispetto di cui si vantano, uno come Ralph Cifaretto non può trovare vita facile. In giovane età non prese parte al colpo che spianò la strada agli Aprile per la conquista del New Jersey, non riuscendo dunque a scalare le gerarchie insieme a Tony e gli altri e finendo per rifugiarsi ed adagiarsi in quel di Miami, terra di vizi diabolici e perdizione che, sicuramente, non poteva fare sconti a uno come lui. E mentre i vecchi amici si arricchivano e facevano “carriera”, Ralph se ne stava in disparte “accontentandosi” di una vita di eccessi sfrenati. Ma il destino, che nel percorso del suo personaggio gioca un ruolo fondamentale, lo riporta a casa, nel New Jersey, per chiudere un cerchio rimasto aperto per troppo tempo.
Ralph Torna da Miami fortemente provato dalla sua dipendenza, che ha sprigionato il suo vero essere, sfoggiando fin da subito il suo temperamento ma riuscendo a ritagliarsi uno spazio, sfruttando la sua spregiudicatezza, nelle gerarchie della famiglia DiMeo, ovvero sposando la vedova di Jackie Sr., Rosalie Aprile. Guadagnatosi uno status da intoccabile, Ralph può esprimere la sua personalità e comincia a fare quello che vuole, appellandosi al senso di attaccamento alla famiglia di Tony, che si vedrà costretto a passare sopra a tantissime scorribande. Pian piano Ralph si mostra per quello che è, un violento e arrogante criminale di basso rango che, con la giusta dose di astuzia e di fortuna, è riuscito a scalare le gerarchie di un contesto a cui non appartiene e non apparterrà mai. Nel suo percorso tortuoso si rende protagonista di alcune tra le azioni più violente e spregevoli dell’intera serie, a partire dall’efferato omicidio di Tracee, spogliarellista del Bada Bing e sua amante, da cui lo stesso aspettava un figlio. In quella scena emerge il suo lato più animalesco e il rapporto con Tony si rompe definitivamente, ma il destino ha ancora qualcosa in serbo per lui. Ralph è vittima e carnefice di se stesso, ma è anche il personaggio meno vulnerabile a quel senso di colpa così umano che aleggia su tutti i gangster de I Soprano. E ciò è presto dimostrato quando diventa il mandante dell’omicidio di Jackie Aprile Jr., figlio della sua compagna e del defunto capostipite della famiglia. Ralph è l’uomo perfetto per compiere simili imprese, perché lui, realmente, il senso di colpa non sa nemmeno cosa sia. Le sue gesta, così simili a quelle del miglior Joe Pesci di Martin Scorsese, chiaro riferimento e omaggio allo stile filmico che più di tutti ha influenzato I Soprano, lo portano presto sulla via dell’irrazionalità e dell’incontrollabile follia, rappresentata al meglio dalla scena cult in cui bullizza e colpisce il povero buttafuori del Bada Bing, di fronte a tutti gli uomini d’onore, recitando la celebre scena de Il Gladiatore e sfoggiando di proposito il suo vero io, più vicino alla sfera animale che a quella umana.
Eppure, tra i tanti irrimediabili difetti, un pregio Ralph ce l’ha, ossia quell’innata astuzia e capacità di intrufolarsi, come un ratto o un verme viscido e silenzioso, che gli permette di restare a galla nonostante tutto. E così, essendosi accasato con Janice, riesce a disinnescare il clima teso e a restare ben saldo al suo posto, ancora una volta. Ma in lui pervade e prevale l’arroganza animalesca, che ben presto lo porta a rischiare la vita, quando si rende protagonista di una battuta infelice sulla moglie di Johnny Sack. Il tutto nel paradosso più estremo, perché la prima volta che Ralph Cifaretto va davvero vicino alla sua fine è per una battuta velenosa, nonostante la scia di sangue che si porta dietro, a riprova del peso dell’immorale senso del rispetto dei gangster ne I Soprano. Il cerchio, tuttavia, è destinato a chiudersi in modo ancora più paradossale, inaspettato e frenetico. Non poteva che essere Tony a fare fuori il più grande figlio di buona donna che abbia mai calcato il palco de I Soprano, nella celebre scena dell’efferata lotta sfociata quando il boss apprende che l’odiato Ralph si è sbarazzato del cavallo a cui si era affezionato per recuperare i soldi dell’assicurazione. Un passo falso così silenzioso ma al contempo ricco di significato per Tony, che non riesce più a contenere la sua rabbia e decide di eliminarlo, facendo poi a pezzi il cadavere e rispedendolo nel dimenticatoio. Questo è stato Ralph Cifaretto, un uomo profondamente detestabile, spinto così oltre dalla spavalderia e dalla fortuna, astuto e meschino ma non abbastanza da reggere il peso del suo ego che, come nella maggior parte dei casi, finisce per schiacciare personaggi come lui.