Il seguente articolo contiene numerosi SPOILER su The Penguin e I Soprano.
The Penguin, la serie sequel del film The Batman di Matt Reeves, è ormai storia (la trovi qui su NOW). Se già il film con Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne era riuscito a convincere buona parte del pubblico, la serie HBO ha fatto molto di più. The Penguin è riuscita in un intento non da poco: portare la storia di Batman in una dimensione gangsteristica estremamente pertinente. E nel momento in cui il genere gangster incontra lo stile HBO, il risultato non può che strizzare l’occhio alla più grande opera gangster della serialità: I Soprano. Venticinque anni fa la famiglia più disfunzionale del New Jersey faceva il suo debutto nei salotti di tutta l’America. Venticinque anni dopo, sotto gli abiti griffati del Pinguino, ecco che l’ombra di Tony Soprano si fa di nuovo viva. Nell’articolo di oggi analizzeremo le analogie tra due gangster moderni, due assolute icone HBO.
Tony Soprano, Oswald Cobb e quell’incolmabile bisogno d’affetto: lui amava lei, lei odiava lui
Non si tratta soltanto di fisicità, sebbene anche in questo senso la somiglianza sia impressionante. Già, perché quel faccione tutto raggrinzito, il fisico corpulento e la calvizie pronunciata non lasciano troppo spazio all’immaginazione. Il Pinguino di Colin Farrell somiglia dannatamente al boss di Newark, l’indimenticabile James Gandolfini. Ma se nel caso di quest’ultimo l’aspetto è stato una causa più che una conseguenza, Oswald Cobb sembra aver fatto di tutto per somigliare a Tony Soprano. Non poteva essere un caso. C’è del realismo magico in tutto ciò, del realismo che ci riporta indietro alla storia di questo genere, ancora una volta. Il Pinguino di Matt Reeves è pensato per essere un gangster moderno. E in quanto tale doveva necessariamente attingere da un immaginario ben definito. Ma, come dicevamo all’inizio, non si tratta solo di fisicità: Oswald Cobb e Tony Soprano si somigliano soprattutto nell’animo.
Un animo fragile, seppur per motivi diversi, viziato da un malsano rapporto con la più importante delle figure di riferimento: la mamma. In tutti noi vive un istinto materno che riflette quello a cui siamo abituati, ed è così anche per i gangster. Oswald e Tony, in più di un’occasione, ci sono sembrati docili, affettuosi, umani. Materni, per l’appunto. Eppure ciò che li caratterizza più di tutto è l’odio represso nato dal rapporto con la propria madre. Tony e Livia, Oswald e Francis. Le differenze sono tante, anzi, si tratta proprio di due rapporti totalmente diversi, ma entrambi profondamente e segretamente unidirezionali. Tony Soprano era quasi innamorato di sua madre Livia, o meglio, era innamorato dell’immagine che avrebbe voluto avere di sua madre. Quella che aveva sempre sognato. Oswald, invece, ha plasmato (e plagiato) in prima persona sua madre per renderla la donna che lui voleva avere al proprio fianco.
Un odio represso che accomuna Livia Soprano e Francis Cobb. La vera differenza sta nella matrice
Livia Soprano era una donna estremamente insoddisfatta della propria vita. Aveva sempre negato l’affetto ai figli proprio per questo motivo. Ma Tony era diverso, in lui rivedeva il marito, l’uomo che le aveva distrutto la vita. E quando Tony si fa grande e comincia a seguire le orme del padre, arrivando anche molto più in alto di lui, il risentimento di Livia cresce a dismisura. In The Penguin lo scenario è molto diverso. Per tutta la serie crediamo di assistere a una esatta ricostruzione di ciò che si era visto ne I Soprano. Ma Oswald Cobb è diverso, non è solo un gangster: è un genio criminale, folle quanto astuto. Fin dalla sua infanzia, il piccolo Oswald aveva cominciato a sviluppare un affetto morboso nei confronti della madre. Cercava di ritagliarsi più spazio con lei che con i suoi due fratelli, la desiderava tutta per sé.
Non siamo sicuri di poter definire “premeditato” il crimine compiuto dal piccolo Oswald, ma quell’idea gli sarà sicuramente balenata in testa, più di una volta. Ciò che più ci ha sconvolto di quella parte della trama, di quelle scene così atroci, non è tanto l’atto in sé, quanto il dopo. Oswald torna a casa, incontra sua madre e, come se nulla fosse, si rannicchia di fianco a lei per guardare un film. Finalmente poteva sentirla tutta per sé, e anche se ogni tanto si volta verso la finestra e nota la pioggia che cresce a dismisura, è più sereno che mai. Un criminale di un certo calibro non conosce il senso di colpa, non è nel suo vocabolario. Da quel momento in avanti, Oswald comincia a sviluppare una mentalità criminale che in qualche modo riesce a tenere nascosta. E’ come se tutto fosse già scritto.
La cosa più sorprendente che The Penguin ci ha raccontato di Oswald Cobb è il modo in cui quest’ultimo ha gestito il trauma
Un trauma auto indotto, certo, ma pur sempre un trauma. Perché per quanto un gesto simile sia da ricondurre a un mostro più che a un essere umano, Oswald era soltanto un bambino. E di fronte agli occhi gonfi di lacrime di sua madre che gli implora di raccontare la verità, questi desiste imperterrito, nonostante ci sia in ballo proprio la vita di Francis. Oswald ha rinunciato a quel ricordo, lo ha eliminato completamente, come si fa con un trauma. Non possiamo sapere quando questo sia avvenuto, se nel momento esatto in cui si è reso conto di ciò che aveva fatto o dopo. Ma quel gesto così brutale e spietato non fa più parte di lui. Mentre Francis se lo ricorda ancora, eccome se se lo ricorda. Per tutta la sua vita, Francis Cobb ha segretamente odiato suo figlio. Così tanto segretamente che, a un certo punto, anche lei ha smesso di farlo.
Ma un trauma del genere non può restare celato per sempre. Ed è qui che ci ricongiungiamo al rapporto tra Tony e Livia Soprano. Entrambe queste donne hanno covato rancore nei confronti dei loro figli, seppur per motivi diversi. E inevitabilmente entrambe sono arrivate al punto di tramare contro di loro, di desiderare che morissero, che scomparissero per sempre. Livia tenta di far assassinare Tony nella prima stagione de I Soprano, mentre a Francis accade due volte. La prima volta era appena dopo l’incidente. Presa dalla follia e dalla rabbia, Francis voleva solamente gettarsi tutto alle spalle. Ma poi quel ripensamento di fronte a una promessa che, in effetti, Oswald ha fatto di tutto per mantenere. La seconda volta, di fronte all’evidente follia di suo figlio, Francis ha tentato di fare da sé, di vendicarsi di lui in prima persona.
Oswald e Tony non potranno mai avere pace veramente: un amore puro mai sbocciato, forzato e inevitabilmente marcito in odio
Ciò che accomuna questi due personaggi apparentemente potrebbe essere ricercato in ciò che rappresentano. Oswald Cobb e Tony Soprano sono due gangster moderni, capaci di adattare la tradizione del genere al ritratto della società attuale. Ma ciò che li accusa veramente sta nelle viscere, nel motore di tutto ciò che muove l’animo umano: l’amore. Un amore bramato, inseguito per un’intera vita. Un sentimento così folle da trasformarli in due mostri tra gli uomini, due anime dannate condannate a vagare per sempre nel vuoto causato da loro stessi.