Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler de Il Conte di Montecristo
Arrivati alla quinta puntata (qui per la recensione delle precedenti), appare ormai chiaro quanto la miniserie Il Conte di Montecristo non abbia più molto intenzione di essere fedele al romanzo in tutto e per tutto. Non tanto per una presa di posizione, almeno non sembra, quanto per una certa continuità narrativa, resa più fluida dalla cancellazione di alcuni passaggi più macchinosi.
Nella quinta e nella sesta puntata de Il Conte di Montecristo, che sono decisamente puntate di transizione della serie, capiamo infatti come molte delle trame perfettamente intessute da Alexander Dumas in maniera complessa, si dispieghino e si intreccino in modo quasi giallistico nella miniserie di Rai Fiction.
Va detto che, considerando che la serie avrà un totale di otto episodi, è comprensibile una certa fretta e una certa costrizione a sovrapporre più trame. Il rischio è quello di rendere il tutto meno complesso di quello che è in origine e di creare una leggera confusione in alcuni passaggi. Ma c’è da dire che per il momento la serie di Rai Fiction, disponibile sempre anche su RaiPlay, sa difendersi molto bene. Tolta l’impalcatura del romanzo di Dumas e vista con un occhio meno critico, Il Conte di Montecristo ha un bel potenziale che sta sfruttando nel modo migliore che può.
Come si accennava, la quinta e la sesta puntata sembrano essere di passaggio o di transizione. Non vediamo grandi colpi di scena, ma semplicemente il nostro Conte che continua a tessere i suoi inganni velati. Ingaggi che portano, la maggior parte delle volte, a degli intrighi quasi da romanzo thriller, che coinvolgono amori e tradimenti ma anche spionaggio e segreti importanti.
Edmond, che ormai ha completamente preso possesso delle sue vesti di Conte di Montecristo, prosegue la sua lotta serrata verso la sua vendetta con un pubblico piuttosto incapace di coglierne le sfumature.
Villefort, Danglars e Fernand, infatti, (che sono le sue principali vittime, come ricorderete) sembrano non accorgersi di nulla. E, anzi, continuano a cedere al fascino del Conte sconosciuto che continua a bussare alle loro porte. E quindi Danglars verrà ingannato sul suo lavoro di banchiere, Villefort cadrà vittima di un inganno familiare che coinvolgerà persino sua figlia e Fernand, il marito di Mercedes, sarà la prima vittima vera e propria. Ma non ci siamo ancora. Per il momento la serie Il Conte di Montecristo decide di dedicarsi al romanticismo, che per il momento era un grande assente, e dedicare un bellissimo dialogo tra Mercedes e il Conte. O meglio, tra Mercedes ed Edmond.
Sì, perché nella quinta e nella sesta puntata de Il Conte di Montecristo cominciamo a vedere anche una parte più malinconica e solitaria del nostro protagonista. Pur non riconoscendo la scelta della somministrazione personale da parte del Conte di qualche droga non meglio specificata (nel romanzo di Dumas non è presente) per la sua persona, ne comprendiamo in significato.
Edmond, nella sua intimità, è straziato da anni di fatica e rimorso. Fa fatica a stare da solo con i suoi pensieri e il ricordo di Mercedes sembra continuare a essere l’unico che riesce a farlo emozionare come una volta. Anche per questo il loro incontro, che sfata tutti i dubbi che Mercedes mostra di avere fin dall’inizio sulla vera personalità del Conte, è molto intenso.
Attraverso l’espediente dell’orologio da lei donatogli prima di essere arrestato con l’inganno (altro oggetto completamente inesistente nel romanzo di Dumas ma di cui comprendiamo la forza narrativa), Mercedes e Dantes sembrano finalmente riconoscersi a vicenda. Non solo Mercedes capisce chi ha davanti, ma anche lo stesso Edmond apre finalmente gli occhi sulla sua amata e comprende quanto ormai siano troppo lontani tra loro. Quanto le loro vite siano ormai irrimediabilmente divise, seppur non per loro scelta.
A questo punto, intuiamo davvero che la serie di Rai Fiction Il Conte di Montecristo sta davvero prendendo una sua forma, un suo stile narrativo. Anche se per fare questo ha necessità di distaccarsi dal romanzo d’origine. Nonostante questa scelta possa far infuriare i puristi della letteratura o i fan più accaniti del romanzo, Il Conte di Montecristo fa una scelta che al momento sembra ponderata. E che, a lungo andare, potrebbe essere vincente. Ovviamente il romanzo di Dumas è una meraviglia senza tempo ed è ovvio che la trama che intesse è una delle meglio scritte nella storia della letteratura.
Ma è vero anche, allo stesso modo, che la sceneggiatura di una serie tv come Il Conte di Montecristo, che deve necessariamente avere dei tempi diversi, ha bisogno di espedienti diversi.
Paradossalmente, anche per cercare di restituire al meglio l’atmosfera che Dumas dona ai suoi personaggi e alla sua storia di vendetta. Ci allontaniamo quindi dal romanzo, e il Il Conte di Montecristo prende forma di per sé. E lo fa anche in maniera piuttosto coerente con la sua trama interna e con la rete che la distribuisce.
Nella quinta e nella sesta puntata la moderazione è la chiave, è un momento di calma apparente, di lettura delle emozioni, di battito rallentato. Il che ha senso, se pensiamo che le prossime due puntate dovranno essere quelle conclusive, in cui ci aspettiamo grandi colpi di scena e momenti di tensione altissima.
E, anche in questo, la serie con Sam Claflin Il Conte di Montecristo è piuttosto brava a costruirsi una strada. Aveva, precedentemente, posto le basi di una storia avvincente. Ha poi dato pathos a delle trame intricate, tessendo la tela degli inganni di Dantes. E ora ha tirato un respiro più profondo dandosi il tempo di ragionare e di meditare sulla prossima mossa. Un po’ come è abituato a fare il nostro Edmond Dantes. Una serie, insomma, Il Conte di Montecristo, in linea con la sua distribuzione ma anche con i suoi stessi personaggi.
A questo punto, siamo pronti alla fine. O almeno ci stiamo preparando a quel finale che dovrà, per forza di cose, essere palpitante. Se con la quinta e la sesta puntata abbiamo potuto ammirare la calma prima della tempesta, ci aspettiamo che la tempesta sia una di quelle perfette. Una di quelle che travolgono tutto e che fanno dimenticare qualsiasi cosa accaduta prima. Villefort, che pare essere l’unico ad avere un minimo sospetto sul Conte, sta per essere smentito. Danglars, che invece dimostra ancora grande assertività nei suoi confronti, sta per essere smascherato nella sua ora più buia. E per Fernand, ci sarà da tenersi forte. E poi Haydèe (Karla-Simone Spence), che nel romanzo è uno dei personaggi più interessanti dell’intera storia, che dimostrerà il suo valore in quanto alleata di Dantes e lo aiuterà a chiudere definitivamente col passato.
Il Conte di Montecristo forse è pronto a sorprendere persino chi ha letto Dumas.
Perché a questo punto siamo pronti ad accettare che Il Conte di Montecristo sia un prodotto a sé, che non dobbiamo per forza fare un paragone perché se la cava benissimo anche da solo. E sì, ci sono e ci saranno ancora molte incongruenze e alcuni dettagli tralasciati, ma finché Dantes seguirà la sua strada di vendetta personale, ci possiamo ritenere soddisfatti.