ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Il Grande Gioco 1×01/1×02!!
No, non è una serie tv sul calcio. O almeno, non solo. Il Grande Gioco è la nuova scommessa di Sky Originals, ideata da Alessandro Roja, che gli amanti di Romanzo criminale ricorderanno per aver interpretato il personaggio del Dandi nella popolarissima serie crime italiana. Non è facile raccontare lo sport attraverso le serie tv, men che meno il calcio, che è una delle principali fonti di intrattenimento al mondo, specie nel nostro Paese. E infatti Il Grande Gioco (siamo stati all’anteprima) non è un racconto sportivo, né ambisce ad esserlo. Lo show con Francesco Montanari – anche lui, guarda caso, divenuto famoso soprattutto grazie a Romanzo criminale -, appena sbarcato su Sky e già disponibile in streaming su Now, si serve del calcio per parlare fondamentalmente di potere. Il potere che muove tutto, nel mondo criminale, nel macrocosmo della finanza, nella politica come pure nello sport. Di serie tv sul potere ne sono pieni i cataloghi di tutte le piattaforme e di tutti i palinsesti televisivi. Ma il potere ha tante sfaccettature, tante diramazioni e, soprattutto, tante vittime. Raccontare come questo incida sulla vita delle persone, come stravolga il mondo di personaggi di volta in volta diversi, è la grande sfida di ogni buon dramma che si concentra sul substrato opaco dietro le luci scintillanti.
Un substrato fatto di zone d’ombra, di macchinazioni agghiaccianti, di sprezzante cinismo, di complotti e inganni.
Il Grande Gioco 1×01/1×02 ci introduce nella serie prodotta da Luca Barbareschi e diretta da Fabio Resinaro & Nico Marzano. Una serie che ha per protagonista l’indimenticabile Libanese di Romanzo criminale, che torna a mostrarci il suo volto cupo e corrucciato. Corso Manni è un ex procuratore molto apprezzato nel mondo del calciomercato, uscito però dal giro a causa di un’accusa su alcune scommesse clandestine che lo ha trascinato a processo. In seguito a quelle accuse – architettate ad arte dal fondatore e CEO della ISG, Dino Di Gregorio -, Corso perde il proprio lavoro, la propria posizione e persino il matrimonio con Elena, la figlia di Di Gregorio. Colpito ma non affondato, l’ex principe del calciomercato si muove ora ai margini delle grandi trattative, cercando di infilare sempre il proprio zampino nelle transazioni che contano. Freddo, scaltro, intelligente e glaciale, Corso Manni è una mina vagante che riesce ancora ad orientare equilibri e a muovere pedine sulla propria scacchiera. Dall’altra parte, c’è il suo ex datore di lavoro e fondatore della ISG, la più importante società italiana di procuratori. Dino Di Gregorio (Giancarlo Giannini) è un businessman cinico e distaccato, ambizioso come tutti gli uomini d’affari e tormentato come ogni re a capo di un impero.
I suoi figli, Elena (Elena Radonicich) e Federico (Lorenzo Cervasio), hanno vissuto una vita intera all’ombra del padre, sopportandone le umiliazioni e tollerandone le mancanze. Federico sognava di aprire una Academy per giovani promesse, convinto che il calcio – prima ancora che dei soldi – dovesse curarsi del talento. Il progetto, osteggiato dal più pragmatico e materiale genitore, viene però accantonato quando al ragazzo viene offerta l’opportunità di subentrare al padre come CEO della società. A Federico, giovane istintivo e inquieto, le dinamiche di potere interessano poco. Ma il mondo del calcio è un mondo fondato essenzialmente sul business ed è sulle macchinazioni e sui quattrini che si reggono le sue dinamiche. Dinamiche che però gambizzano i sogni e falcidiano vittime. Federico, principe ereditario per sua sventura, da quelle logiche perverse finisce per essere calpestato e schiacciato, lasciando che siano altri a trascinarsi addosso il peso di ingranaggi viziosi e scellerati. Elena è invece una donna molto più concreta, capace di muoversi con circospezione negli ambienti che contano. Il personaggio che emerge da Il Grande Gioco 1×01/1×02 sembra uno dei più promettenti, lacerato quanto basta sia dall’ambizione che dai legami affettivi, ma piuttosto determinata a far sentire la propria voce in un universo dominato principalmente dagli uomini.
Il Grande Gioco si presenta dunque come una Succession del mondo del pallone. O almeno vorrebbe provare ad esserlo.
Un dramma famigliare cinico e nervoso, dal ritmo sostenuto ma con qualche pecca soprattutto nei dialoghi. Le prime due puntate ci hanno dato le coordinate entro le quali muoverci lungo tutto il corso della serie (che avrà un totale di otto episodi a rilascio settimanale): da una parte c’è la famiglia Di Gregorio, con il boss del calciomercato Dino – interpretato da un sempre credibile Giancarlo Giannini – che consolida le basi del suo regno; dall’altra il competitor russo Sasha Kirillov (Vladimir Alexsic), che prova invece a sfilare talenti alla ISG. La competizione tra le due agenzie di procuratori è quasi una guerra aperta e, come tutte le guerre, si combatte su un filo molto sottile, ricorrendo spesso a scorrettezze, raggiri, inganni, menzogne. Chi si aspettava una serie tv sul calcio potrebbe rimanere deluso da Il Grande Gioco, che è invece uno show che sembra virare sul crime e sul thriller. Tra le due potenti agenzie che si spartiscono i talenti da gettare nella mischia, il personaggio di Francesco Montanari va dove lo porta la sete di rivalsa. Tagliato fuori dai giochi per un’accusa costruita ad arte dai suoi nemici, Corso Manni ritenta la scalata al potere, assestando un colpo ad uno e promettendo lealtà all’altro. L’affetto che lo ha legato ai figli del “procuratore dell’anno” Giancarlo Giannini potrebbe essere un freno all’ansia vendicativa di Corso Manni? Di certo, Il Grande Gioco imbastisce una serie di relazioni, famigliari e non, che vanno a complicare l’architettura della trama, mischiando giochi di potere, drammi famigliari, storie di amori finiti e di amicizie stroncate.
L’attesa per l’uscita de Il Grande Gioco era tanta. Tra i prodotti Sky Originals, la serie con Francesco Montanari e Giancarlo Giannini era una delle più promettenti sulla carta. Sky sta sfornando prodotti sempre più raffinati e di alta qualità e le aspettative sullo show creato da Alessandro Roja sono tante. I primi due episodi hanno tracciato il quadro di riferimento, ora toccherà aspettare l’arrivo delle nuove puntate per capire realmente dove questa serie possa andare a parare e a cosa possa effettivamente ambire. I nomi dei protagonisti – Francesco Montanari e Giancarlo Giannini su tutti – sembravano essere una garanzia per un pubblico abituato a guardare prodotti di buona qualità sui canali Sky. Questa serie sul calcio che non parla di calcio potrebbe addirittura aumentare la platea di spettatori curiosi di vedere in che modo i personaggi possano calarsi in un mondo essenzialmente ingordo, famelico, brutale e distaccato. Il gioco vero, quello praticato con gli scarpini sui campi d’erba, è qui solo un flebile rumore di sottofondo, appena percepibile sotto gli strali del Grande Gioco – o del Gioco dei Grandi -, quello in cui sgambetti e falli di reazione sono tollerati e anzi rappresentano il fulcro della competizione, con buona pace del fair play e ddi quel romanticismo del pallone qui del tutto assente. D’altronde, come diceva qualcuno, chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio.