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Il Grande Gioco 1×07/1×08 – La Recensione del finale di stagione

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ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su Il Grande Gioco 1×07/1×08!!

Nei minuti finali di una partita, quando il risultato è in bilico e la squadra si affida ad uno sprazzo di genio dei top player in campo, bilanciare bene azioni offensive e scelte difensive può fare la differenza. Quando il cronometro corre, i minuti passano e il triplice fischio si avvicina, c’è poco spazio per elucubrazioni tattiche: concretezza, determinazione e compattezza possono segnare il solco definitivo tra la vittoria e la sconfitta. Se la palla è in possesso degli avversari, le marcature non funzionano e gli anticipi difensivi non portano i frutti sperati, c’è solo un intervento da fare: il tackle in corsa. È un intervento rischioso, certo. Se fatto male, con i tempi sbagliati, leggermente in anticipo o leggermente in ritardo, può costare una sanzione da parte dell’arbitro. Per funzionare, il tackle va fatto sul pallone. Non un millimetro in avanti – altrimenti si rischia di lisciare la palla e mandare in porta l’avversario -, non un millimetro indietro – altrimenti si prendono le caviglie del giocatore e l’arbitro assegnerà una punizione all’altra squadra. Bisogna essere precisi per fare un intervento in scivolata. Chirurgici, certosini, ma anche animati da una vena di folle coraggio. Altrimenti sarà stato tutto vano. Corso Manni (Francesco Montanari) e la sua squadra vogliono chiudere il match e conquistare tutti i punti in palio, lasciando gli avversari tramortiti sul tappeto.

Il Grande Gioco 1x07/1x08 (640x360)
Il Grande Gioco 1×07/1×08 (640×360)

Il Grande Gioco 1×07/1×08 ci trascina nel finale di questa serie Sky, creata da Giacomo Durzi, Tommaso Capolicchio e Marcello Olivieri e con Francesco Montanari e Giancarlo Giannini tra i suoi protagonisti.

Una serie che ci mostra il lato più grigio e affarista del calciomercato, quello stesso calciomercato che riempie ancora le prime pagine dei giornali sportivi e che si infila nelle discussioni quotidiane della maggior parte degli italiani. Una serie che si presenta come dramma familiare, con i colori e i toni cupi di un gangster all’italiana, ma che parla del gioco che appassiona più di ogni altro il pubblico di casa nostra: il calcio. Che poi è solo un pretesto per raccontare di come ci si azzuffi dietro le quinte di una delle imprese più redditizie del mondo. Sono dunque i soldi, gli affari, il maledetto business, a muovere le trame de Il Grande Gioco, anche nei suoi episodi finali. Francesco Montanari ha provato a dribblare gli avversari per lanciarsi in porta, ma la sua rivale numero uno – nonché sua ex moglie – Elena De Gregorio (Elena Radonicich) si è rivelata un osso duro da battere. Ne Il Grande Gioco 1×07, il penultimo della serie Sky, il procuratore russo Kirillov riesce finalmente a portare Quintana al Milan, dopo che il club rossonero ha scelto di non investire sull’extracomunitario Andric, con cui l’accordo era stato trovato dopo un’estenuante trattativa portata avanti da Corso con l’aiuto di Dino De Gregorio. Sfumato l’affare Andric, il Milan si accontenta di Quintana, ma Elena, pur di scombinare i piani del russo, pubblica un video compromettente del calciatore, costringendo i vertici del club a rescindere il contratto e annullare l’accordo appena raggiunto col top player argentino.

Il Grande Gioco 1×07/1×08 (640×360)

È qui che rientra in gioco Corso, provando a strappare la palla alla sua ex moglie e a riportare Quintana all’Atletico Madrid, procurandosi le prove che inchiodano Elena alla diffusione fraudolenta del video. Intanto, Antonio Lagioia si tuffa a capofitto nella sua nuova vita da calciatore professionista, una vita così abbagliante da rischiare di far perdere i punti di riferimento a chi ci entra dentro all’improvviso. La ISG di Elena De Gregorio sfrutta la giovane promessa Lagioia solo per portare nuova acqua al proprio mulino, ma la nuova stella del Milan continua a mostrare grande insofferenza per la gestione della sua immagine. Le partite che si giocano ne Il Grande Gioco 1×07/1×08 sono due: la prima, sul campo di San Siro, è quella tra Milan e Atletico Madrid, ovvero tra Carlos Quintana e Antonio Lagioia, due calciatori che appartengono a generazioni diverse. L’astro nascente contro il fuoriclasse nella fase discendente della carriera. Il calcio come riscatto personale e sociale contro il business e le transazioni milionarie. La serie Sky vuole mettere a confronto due modi di intendere il calcio, due idee confliggenti del gioco o, meglio ancora, due distorsioni della stessa idea. Il ragazzino pieno di entusiasmo che si affaccia per la prima volta sul prato di San Siro affronta il veterano del calcio disilluso e arrabbiato per il quale contano solo i soldi e l’immagine. Quale delle due visioni risulterà la vincente?

Dietro il match di San Siro, però, c’è un’altra partita che si sta giocando.

Il Grande Gioco 1×07/1×08 (640×360)

Una partita molto più complessa perché giocata nell’ombra, sul filo della scorrettezza, dietro le luci abbaglianti dei riflettori: è la partita di Dino De Gregorio per riprendersi la ISG con l’aiuto di Corso Manni. Il sodalizio tra i due è il contropiede che consente alla squadra di portarsi nell’area avversaria, di sorprendere la difesa sguarnita e di avvicinarsi pericolosamente alla zona tiro. Corso riesce a mettere Elena con le spalle al muro, invitandola a dimettersi dalla società e spianando la strada a Dino, che riprende il suo posto di CEO offrendo in cambio a Kirillov i terreni milionari che avrebbero dovuto ospitare l’Academy di Federico e Corso. Il tackle ha funzionato, il contropiede si è concretizzato e un bel gol ha consentito a Dino di morire in pace, se ancora alla pace potesse aspirare un personaggio come il suo. Ma il vero plot twist che ha portato alla vittoria è la decisione finale del boss della ISG di affidare a Corso i tanto ambiti terreni come omaggio a suo figlio Federico e come ultima possibilità di redenzione per un uomo che difficilmente avrebbe potuto aspirare al Paradiso.

L’idea iniziale della serie Sky era che alla fine potesse esserci un sussulto, uno scatto d’orgoglio a muovere qualcosa nel cuore dei protagonisti.

Come a dire che alla fine potrà essere anche il cinismo a spostare i fili, ma è con il ritorno all’innocenza che si rimetteranno a posto gli ingranaggi della grande macchina da soldi che è il calcio. Il Grande Gioco ha provato a raccontare lo sport più popolare d’Italia da una prospettiva inedita, quella dei procuratori che lavorano ai margini ma sono tra le pedine più influenti del gioco. Sotto alcuni punti di vista, la serie con Francesco Montanari e Giancarlo Giannini ha deluso un po’ le aspettative, ma ha presentato al pubblico un connubio inedito tra sport e affari, proponendo un tipo di racconto di cui finora non c’era ancora traccia tra le produzioni italiane di Sky. Una serie che forse non scalderà il cuore dei tifosi, ma che ha provato a giocare la sua partita alzando poco alla volta il baricentro offensivo e sperando di lanciarsi in porta. Non esattamente la più esaltante delle produzioni televisive sullo sport, ma un’occasione per sbirciare il dietro le quinte del grande spettacolo del calcio.