Penultimo appuntamento con Il Miracolo, con le puntate “La fiamma pilota” e “La principessa delle piscine”.
È difficile immaginare scenari più desolanti e tristi di quelli che aprono la prima puntata. Nicolino, con un padre che lo ama troppo e che si trova di fronte a una scelta indicibile. I figli di Sole e Fabrizio che origliano alla porta e, quando cercano un abbraccio consolante, viene loro sottratto anche l’ultimo barlume di speranza. La discutibile, ma pur sempre presente Olga.
Sole è una madre-padrona, isterica, fuori controllo, egoista, superba, continuamente insoddisfatta di tutto. Fabrizio, al momento, ha problemi ben più pressanti rispetto ai capricci della moglie.
“Viviamo in un paese con tendenze suicide, c’è qualcosa di masochistico che spinge gli italiani a fare sempre le scelte sbagliate: non riescono a vedere al di là.”
Ecco la fotografia perfetta del premier in crisi dell’Italia di oggi e sfido chiunque a dargli torto.
Nel frattempo la statua, giorno dopo giorno, influenza i sogni, gli incubi e le visioni dei protagonisti. Anche quelli del generale Votta che, in una scena incredibile, sogna di diventare cibo per tutti, tra le corsie di un supermercato.
Votta è un uomo chiuso e pragmatico, ha una mamma di ottantasei anni all’ospizio che si è innamorata di Pablo, un idraulico più giovane di tre anni. E quando Votta vuole lasciarle una replica della statua, gli risponde: “Ne hai più bisogno tu, di me”.
Tutto è incentrato sulla Madonna che piange, poi, congelata, smette di piangere, ma non smette di operare in modi misteriosi.
Ho sentito il miracolo, la voce di Dio, dice Padre Marcello, che ormai redento, cerca di aprire gli occhi a un Fabrizio disilluso. E Marcello è davvero cambiato, perché non è più lui. Per la prima volta, parla da vero uomo di Chiesa, anzi, da illuminato, come qualcuno che ha visto la luce.
Uno dei militari che fanno la guardia alla piscina porta la nonna malata a recitare il rosario davanti alla statua piangente, perché, adesso, c’è qualcosa che dà speranza, che cambia le idee e che fa riflettere.
Quella statua, infatti, è servita a commemorare un vero e proprio miracolo: un camper volato giù da un dirupo di sei metri, senza feriti o morti L’edicola eretta era stata voluta proprio da uno degli scampati a morte certa. È dal Santuario di Barbana che quella statua proviene ed è forse da lì, un luogo ormai dimenticato anche dai turisti, che si può iniziare a dipanare la trama de Il Miracolo.
Sempre più forte è la contrapposizione tra coloro che credono, o iniziano a credere, e gli scettici che ancora non sono riusciti a vedere nulla di particolare nella statua che piange sangue. Anche se, pure per loro, è solo una questione di tempo.
Perché via via, anche Fabrizio inizia a vedere qualcosa, un qualcosa che lo lega ai propri figli.
Temporaneamente, lo vede anche Sole, che ammette infine le proprie debolezze e riesce finalmente a chiedere scusa al marito per tutte le proprie mancanze. Lo vede Sandra, che arriva fino in Francia per conoscere Amin Tarek: l’uomo che ha un 95% di somiglianza con il volto associato al DNA del sangue pianto dalla Madonna. Ma lui si muove in una realtà di dimenticati; di senzatetto che vivono ai margini della società; di clandestini che lavorano nel buio agli ordini di uomini senza scrupoli, che non vedono esseri umani, ma forza lavoro che, se muore, va semplicemente nascosta sotto terra.
Questo è il suo mestiere e, no, non è una brava persona.
E, no, non lo è neppure Sole.
È un finale che turba, quello della seconda puntata, che lascia interdetti e spiazzati, intrecciando strettamente tra di loro le sorti dei figli di Fabrizio e Sole, di Sandra e il clandestino e di Padre Marcello.