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Il Muro del Rimpianto – Non abbiamo avuto un degno finale di Chilling Adventures of Sabrina

Chilling adventures of Sabrina
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Ogni narrazione è un percorso, una strada che ci accompagna attraverso luoghi nuovi e inesplorati. Fruirne è come viaggiare: all’immobilità fisica contrapponiamo un moto immaginativo. Non c’è in fondo molta differenza tra chi viaggia e chi si mette di fronte a una storia: ci sarà chi ha più l’attitudine del viandante, chi del pellegrino, chi dell’esploratore, ma poco cambia. Ogni volta che ci troviamo dentro a una narrazione nuova, dunque, che sia letteraria, filmica o seriale, ci stiamo incamminando lungo un sentiero sconosciuto e non sappiamo cosa ci attenda. Seguendo il paragone, l’elemento che più si lega al nostro ruolo di spettatori è il bivio. O meglio, la potenzialità del bivio. In questo concetto risiede il nostro più grande potere di fruitori: noi siamo sì, in parte, passivi nell’esperire quella storia, ma siamo attivi nell‘immaginarne possibili deviazioni. Con le serie questo poi capita spesso: finisce un episodio sul più bello e noi ci chiediamo, almeno fino alla visione di quello successivo, quale possibile strada prenderà la storia, a quale opzione cederà la narrazione. Quando poi scopriamo cosa accade, ecco che una delle strade che ci si erano prospettate nella mente viene come sbarrata da un muro. Talvolta non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma altre non riusciamo a togliercelo dalla testa: eccolo lì a privarci del diritto di intraprendere quella strada, di scoprire quel mondo, di dare quel senso alla storia. É in momenti come questo che si fa largo in noi il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e non sarà. Andiamo avanti – viandanti, pellegrini o esploratori – lungo la via di quel racconto, ma nella testa torna spesso un pensiero, un’immagine: il Muro del Rimpianto.

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Chilling Adventures of Sabrina è stata una fortunata serie tv che è iniziata con il lancio di un fuoco d’artificio ed è terminata con uno sbuffetto di fumo. È stata quella serie di cui abbiamo amato gli outfit, l’ambientazione e i personaggi, la stessa che abbiamo odiato per colpa delle attese tra una stagione e l’altra o per gli sviluppi inaspettati dei nostri personaggi preferiti. Chilling Adventures of Sabrina è stata quella serie tv che ci ha riportato allo stile anni 60 e che ci ha regalato la possibilità di credere di nuovo che i mondi magici non siano fuori moda. Chilling Adventures of Sabrina è stata una serie intelligente e ben strutturata, che ha saputo prendere in prestito, gentilmente, degli elementi da Sabrina, Vita da strega aggiungendone di nuovi e più personali.

Aveva un gran carattere, c’è da dirlo, e tutti i personaggi erano piuttosto ben contestualizzati ed approfonditi. Non erano personaggi minori perché era riservata loro meno cura degli altri, ma semplicemente perché apparivano meno sullo schermo. E non c’è niente di più vero se pensiamo a chi ha costituito il mondo di Sabrina Spellman nelle prime stagioni. Ogni strega, bestia satanica, mostro o demone che fosse aveva un passato alle spalle e un presente in cui il suo ruolo era centrale per la scena e la vicenda. Infatti soprattutto nelle prime stagioni, i personaggi che entravano a far parte delle vicende, per quanto marginali fossero, avevano comunque un buon motivo per essere lì.

Ad esempio, la potente strega Gryla che vediamo nello speciale natalizio Un racconto di mezzo inverno, viene chiamata in causa per aiutare Sabrina a contrastare un demone che trasforma i bambini in statue di cera. Gryla viene introdotta alla perfezione, tramite il dialogo di Sabrina e Zia Zelda che raccontano di come la strega abbia perso suo figlio per colpa del cannibalismo e di come ore il suo unico scopo sia quello di lenire la propria ferita, accudendo spiriti e folletti come figli propri. Anche noi perciò ci rendiamo conto che non possiamo fare a meno del suo aiuto. La vediamo poi risolvere l’intera vicenda e una volta terminato il suo compito, lasciare la scena per ritornare alle Montagne e continuare la sua ricerca di bambini soli da aggiungere alla sua famiglia. Perciò anche un personaggio presente in un unico episodio aveva a disposizione un futuro, uno sviluppo postumo a cui si lascia intendere.

Purtroppo questa cura dei dettagli è stata completamente tralasciata nell’ultima stagione e soprattutto nel finale. I personaggi compaiono senza una ragione precisa, come il venditore di cianfrusaglie, che vediamo apparire un paio di volte ma di cui non viene spiegata la funzione. Di conseguenza non sappiamo che ruolo abbiano e nemmeno se per loro ci sarà un seguito. Addirittura questa negligenza è stata estesa anche ai personaggi principali come Lucifero, che non riusciamo a capire come abbia fatto a morire. Oppure Lilith di cui non conosciamo lo scopo, e tutti gli amici mortali di Sabrina. Cosa faranno dopo la sua morte? Nessuno è in grado di dirlo.

Chilling Adventures of Sabrina

Sabrina ha però spezzato l’incantesimo con cui la guardavamo, ha sbattuto la porta in faccia a tutti coloro che aspettavano speranzosi l’episodio conclusivo. La quarta stagione è stata una delusione sin dalle prima puntate. Ha rovinato l’atmosfera di tutte le altre stagioni introducendo un ritmo troppo incalzante e frettoloso che non è affatto funzionale a una serie di questo genere. In ogni episodio vediamo un Orrore di Eldritch e ognuno di essi sembra essere autoconclusivo, non ci lasciano niente e fatichiamo molto a capire dove ci vogliono portare. 

Il finale di questa serie è un grande rimpianto. Il momento in cui non solo una parte, ma ogni possibile bivio è stato sbarrato. I personaggi, un tempo così ben caratterizzati, perdono ogni forza e noi ogni interesse nel guardarli. Per esempio Lucifero. Lui era uno di quelli promettenti, su cui si poteva fare affidemento, insomma qualsiasi cosa accada Satana resterà Satana. E invece no, purtroppo. Si è trasformato in un uomo banale, che negli Inferi ha meno voce in capitolo di Caliban (che se ci ricordiamo è un semplice mucchietto di fango, sul serio). I suoi poteri non fanno più paura a nessuno, anzi è quasi ridicolo il suo credersi ancora un re. Ha bisogno dell’aiuto di minatori stregati per compiere la propria giustizia. Lo vediamo davanti a casa Spellman, con un esercito fantoccio e un profondo bisogno di compassione.

Provare pena per Lucifero non credo che fosse nei piani originali della serie, ma è ciò che ha suscitato in noi il suo catastrofico declino. Non ci servono a molto le sue azioni nella puntata finale, le scene in cui lo vediamo sembrano essere dei semplici escamotage per raccontare elementi importanti della trama in modo rapido. A Lucifero è anche stata negata la possibilità di un futuro. Non siamo nemmeno certi che sia morto.

Tutta la puntata finale in ogni caso sembra voler temporeggiare. All’inizio Sabrina fa scomparire ciò che la circonda misteriosamente, ma nessuno sembra accorgersene. Dopo aver combattuto contro il Vuoto, che inghiotte e anietta ogni cosa e in cui Sabrina ha fatto una passeggiata di salute rimettendoci il proprio corpo, la prima cosa a cui pensano è uno scherzetto infantile.

Non è divertente. Fai tornare subito la torta, tua zia Hilda ci ha messo molto per prepararla.

Decisamente un nodo narrativo poco credibile e che ci fa sentire anche presi in giro. Noi ci affidiamo al narratore, mettiamo la nostra fiducia nelle mani di chi racconta una storia ed è un patto che va rispettato da entrambi le parti. Il cambio repentino dei sentimenti di Nicholas non rispetta affatto il nostro accordo. Non è giustificato da nessun movimento di trama e non porta da nessuna parte. La passione di prima tra lui e Sabrina è comunque svanita e il lieto fine, a cui si allude con l’ultima scena, ha delle fondamenta profondamente instabili. 

Anche lui è stato liquidato frettolosamente, non gli è nemmeno stata concessa un’occasione per mostrare sé stesso. Lo vediamo regalare un ciondolo a Sabrina, con la promessa di amore eterno sugli scalini di casa, esattamente come aveva fatto Harvey tre stagioni fa. Eppure Nicholas è il bello e dannato (in tutti i sensi), il bad boy che si impara a conoscere piano piano, mentre Harvey è sempre stato il ragazzo d’oro, dal cuore tenero e un po’ impacciato. Aver perso quest’occasione per mettere in risalto le differenze tra i due rivali in amore è stato davvero un grande spreco.

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Un altro grandissimo punto interrogativo è stato come hanno trattato Padre Blackwood. Sorprendentemente è il personaggio più coerente di tutta la serie. A contraddistinguerlo è la sua malvagità, la doppiezza e l’essere sempre e comunque il personaggio più meschino. Avremmo forse voluto vederlo morto da tempo, ma è un elemento chiave per la trama e mantiene saldo il suo ruolo fin dal principio.

Allora come è possibile che Agatha, Prudence e Rosalind abbiano bisogno di leggergli nel pensiero per capire il motivo che lo spinge ad aiutare Sabrina? Era ovvio che non fosse per bontà d’animo e quando lo scoprono le loro facce sconvolte non ci sorprendono affatto. Nessuno avrebbe mai pensato ad una redenzione di Blackwood. Anche qui è di nuovo un temporeggiare con gli spettatori. Cercano di creare momenti di suspance, di tenerci con il fiato sospeso, completamente ignari di cosa sta per succedere. Non hanno tenuto abbastanza conto del fatto che, dopo 4 stagioni, siamo allenati a riconoscere le azioni dei personaggi, perchè li abbiamo seguiti attentamente, li abbiamo studiati e siamo in grado di comprendere che cosa li smuova. Ci mettono in attesa di un colpo di scena che però quando arriva a noi fa pensare solo tutto qui?

Questa costruzione artificiale e macchinosa crea un climax che culmina con la morte di Sabrina. Morte che sappiamo benissimo potrebbe essere stata evitata in diversi modi. Uno dei più banali, ad esempio, sarebbe stato scegliere l’hobgoblin, folletto con il potere della velocità, per recuperare le persone scomparse dato che era una corsa contro il tempo. Invece nel Vuoto mandano Harvey, utile come le preghiere delle Zie, e lasciano che Robin tenga la corda. Anche questa scena gioca su una contrapposizione forzata tra i momenti felici, nei ricordi di Sabrina che ripercorre tutta la sua vita, e il momento drammatico che stanno vivendo, con la Morte sull’uscio ad aspettarla. La scena è di certo commovente e qualche lacrima la riesce a strappare, ma è una forzatura data dai punti che va a toccare. Non è una morte sensata, giustificata che arriva a porre la parola fine sulle labbra di chi guarda. Anzi. Ci lascia ancora più perplessi e spaesati, siamo pieni di perché dopo aver visto il finale de Chilling Adventures of Sabrina.

Il più grande rimpianto della puntata finale tuttavia non è tanto la sua morte, ma la sua impossibile resurrezione. Non sembra esserci il minimo spiraglio per un finale alternativo. Le domande e i dubbi sono stroncati sul nascere. Dopo un intero episodio pieno di incongruenze il finale è il gigantesco buco nero che ha inghiottito tutto.

Siamo sempre stati convinti che la fossa di Caino fosse in grado di resuscitare le streghe. Abbiamo visto più di una volta Zelda dare una botta in testa a sua sorella per poi sotterrarla in quel pezzetto di terra magica. Però non viene nemmeno presa in considerazione come possibilità. Poi c’era anche Rosalind che ha aveva appena scoperto di essere una strega, nonostante abbia avuto poteri magici sin dalla prima stagione. Non viene abbastanza sviluppata come personaggio nonostante avesse un grande potenziale e perciò risulta inutile anche nel finale.

Chilling Adventures of Sabrina

Zelda al funerale di Sabrina dice anche una frase ambigua

La morte non esiste per le streghe

Eppure lei è morta, anzi morta e sepolta, e non c’è nessun appiglio a cui possiamo agganciarci per sperare che le cose cambieranno. Addirittura vediamo Sabrina, serena, nell’aldilà pronta ad accettare le conseguenze del suo ultimo gesto. Un altro elemento molto interessante, ma per niente sviluppato è stato il venditore ambulante. Il venditore di cianfrusaglie, che sembra avere tra le mani gli oggetti più potenti al mondo, in grado di fare qualunque cosa, viene solo accennato in un paio di scene. Non fa ritorno con nessun gingillo magico per aiutare Sabrina. Zia Zelda non prova nemmeno ad usare i dadi che le aveva dato Mambo Marie, non sappiamo a cosa servissero e se avrebbero potuto aiutare. Questi sono tutti vicoli ciechi che sarebbero stati invece strade più che percorribili.

Chilling Adventures of Sabrina è terminato a causa del mancato rinnovo per un’ulteriore stagione. È stata cancellata su due piedi mentre era ancora tutto in corso d’opera e il compito di riuscire a chiuderla in così poco spazio non era semplice. Eppure la fine è importante come l’inizio, i primi minuti e gli ultimi sono come i due estremi di una corda che tenendo salda in una mano ci aiutano a percorrere un sentiero. Purtroppo però non è stato così, non abbiamo avuto una degna chiusura per questa serie e mai l’avremo. Avrebbe potuto essere un grande finale per una grande serie tv, ma non lo è stato e ci dispiace, ci dispiace molto.

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