Il Nome della Rosa 1×05 e 1×06 sono andate in onda ieri sera. Qui di seguito la nostra recensione degli episodi.
Il Nome della Rosa ha un merito indubbio: aver riportato in classifica il libro di Umberto Eco. Questo fatto già di per sé vale un voto positivo a qualsiasi giudizio si voglia dare sull’adattamento di Battiato. Come nella più alta tradizione letteraria trecentesca, quella di Dante, possiamo apprezzare il contrappasso tra il costante calo di spettatori, dagli oltre sei milioni della prima serata ai quasi quattro di ieri sera, e l’aumento costante dei lettori del romanzo.
Come di consueto però prima di buttarci nel cuore della “disputa” su questo nuovo episodio procediamo in un veloce punto della situazione. Il Nome della Rosa 1×05 e 1×06 riparte da dove ci eravamo fermati la scorsa settimana.
Nella foresta che circonda l’Abbazia, la giovane ragazza occitana trova Anna, figlia di Dulcino, priva di sensi e ferita. La vediamo quindi prendersi cura di lei e cercare di curarla per rimetterla in forze. Nel frattempo, le due delegazioni si incontrano all’Abbazia per consumare una cena carica di tensioni e frecciate. Fin da subito emergono ostilità e diffidenze tra le varie componenti. Bernardo Gui ha la sensazione di aver già incontrato nel suo passato il cellario Remigio e decide di indagare più a fondo. Il cellario confessa a Guglielmo il suo trascorso da dolciniano. Remigio comunque professa a sua totale estraneità ai delitti. L’arrivo di Bernardo Gui dà ufficialmente inizio alla Disputa.
Il tema che deve essere affrontato e mediato dall’abate Abbone è semplice quanto cruciale: deve o meno la Chiesa rinunciare a ogni ricchezza materiale? I francescani guidati da Michele da Cesena sono consapevoli che il Papa vuole condannare la loro dottrina come eretica.
Il dibattito sfocia quasi immediatamente in uno scontro duro. Volano parole pesanti prima che le due delegazioni finiscano per arrivare alle mani. Dopo alcuni minuti è lo stesso Bernardo a far intervenire le sue guardie per sedare gli animi.
Anna, travestita da mendicante, si introduce nell’Abbazia insieme ai contadini. Qui trova Remigio. Chiede a quest’ultimo informazioni su dove dorma Bernardo così da poter portare a termine la propria vendetta. Di fronte ai tentennamenti del frate chiede allora che le consegni le lettere che suo padre, Dulcino, gli aveva affidato prima di essere catturato e ucciso. Remigio le aveva consegnate a Malachia perché le nascondesse nella biblioteca, nel Finis Africae. Il bibliotecario però, sotto ricatto, le ha già consegnate proprio all’Inquisitore papale.
Ignari di quanto stia avvenendo nell’Abbazia, Adso e la rossa ragazza occitana si conoscono carnalmente nella foresta.
L’erborista Severino cerca freneticamente di parlare con Guglielmo da Baskerville. Prima che quest’ultimo affronti il nuovo giorno di Disputa lo avvisa di avere trovato uno strano libro nel suo laboratorio. Gli spiega anche che, per sicurezza, è necessario che lui stesso lo raggiunga nella sua erboristeria. Dopodiché indossa dei guanti e si allontana visibilmente agitato. Alla conversazione assistono tra gli altri anche Malachia e Remigio.
Quest’ultimo, credendo che Severino si riferisse alle sue lettere, cerca di riprenderle e si fa sorprendere all’interno dell’erboristeria dove il povero Severino è stato nel frattempo ucciso. Accusato dell’omicidio, viene arrestato da Bernardo Gui e fatto torturare. Guglielmo insieme a Bencio e Adso cerca di trovare il testo nell’erboristeria, ma invano. Intuisce che un qualche tipo di veleno deve essere stato usato sul libro ma nulla più. Uscito da lì e dopo un confronto acceso con Adso, si rende conto di aver avuto il libro sotto il naso poco prima ma di non essere stato in grado di riconoscerlo. Purtroppo quando rientra nell’erboristeria il manoscritto è scomparso.
Salvatore cattura la ragazza occitana. Dopo averla rinchiusa nel mulino dove fabbrica la carta, cerca di eseguire un rito pagano con un gatto nero, sterco di cavallo e uova per conquistare il cuore della fanciulla e fuggire con lei.
Adso, avvertito da Anna sulla scomparsa della giovane, ricorda le parole dette poco prima da Salvatore e intuisce cosa possa essere successo. Corre nella foresta e tramite il consueto richiamo riesce a raggiungere il nascondiglio. Prova ad aggredire Salvatore per liberarla ma ha la peggio e viene portato via dalle acque di reflusso. Le guardie di Bernardo Gui irrompono nel mulino. Arrestano Salvatore e la ragazza con l’accusa di stregoneria. Mentre li stanno conducendo all’Abbazia vediamo Anna armata d’arco che tenta di liberare la rossa occitana uccidendo una delle guardie. Così si chiude anche questa puntata e non ci resta che attendere la prossima settimana per la resa dei conti.
Il Nome della Rosa 1×05 e 1×06 confermano che il pubblico apprezza questo prodotto. Vero è che rispetto alla serata di apertura il calo è sensibile, ma in parte imputabile all’effetto curiosità che coinvolge spesso i primi episodi. In ogni caso anche questa settimana la prima serata di Rai Uno si conferma la vincitrice dell’auditel. Detto questo, sono due le considerazioni da fare.
La prima non può che riguardare la Disputa. Finalmente abbiamo avuto l’opportunità di vedere in azione Rupert Everett e c’è poco da discutere: semplicemente perfetto. Nel suo caso poi anche i limiti del doppiaggio che affliggono questa miniserie italo-tedesca sono veramente ridotti all’osso e permettono di apprezzare appieno le sue qualità attoriali e interpretative. Personalmente la profondità e lucida follia che riesce a trasmettere al suo Bernardo Gui non lo fanno sfigurare d’innanzi all’immenso premio Oscar F. Murray Abraham.
Quello che spiace, ma ne avevamo già intuito il rischio, è che al nocciolo della questione affrontata nella Disputa viene dato solamente un piccolo spazio. Pochi minuti e poi via, di nuovo a tuffarci nella crime story. Temi come ricchezza, povertà, ruolo della cristianità sono argomenti troppo forti e attuali per essere schierati in campo nella principale rete generalista del Paese. Evidentemente.
Pur comprendendo la scelta della produzione, vista la necessità di far arrivare al pubblico un prodotto comprensibile e godibile, c’era comunque la speranza che si potesse vedere almeno in questa occasione un barlume della profondità di Eco. Le affascinanti e alquanto moderne questioni etiche, morali e sociali di cui Guglielmo da Baskerville si fa latore nel romanzo sono solamente accennate, non permettendo, per altro, a Turturro di dare ulteriore prova della sua abilità. La scena del dibattito ci fa intuire delle potenzialità che, purtroppo, resteranno probabilmente celate anche nell’ultima serata.
La seconda considerazione è la scelta, ma anche in questo caso prevedibile e comprensibile vista la rete televisiva in cui va in onda, che riguarda l’incontro amoroso tra Adso e la ragazza. Nella foresta, in un ambiente luminoso e pacifico. Il canto degli uccelli a coronare un’atmosfera idilliaca. Questa scelta è la chiave di lettura di tutta la produzione: edulcorare le atmosfere più cupe e invernali in favore di un contesto più serafico e patinato. Come la figura del venerabile Jorge. La discussione con Guglielmo e i francescani sul riso è quasi un momento comico nella drammaturgia della serie. Nulla a che vedere con il profondo e verbalmente violento scambio di battute del romanzo e del film di Annaud.
Ormai siamo giunti alla fine. Una sola settimana e vedremo concludere Il Nome della Rosa. L’unico dubbio ormai, l’unica conferma che ci manca è se Battiato abbia scelto di edulcorare anch’egli il finale, così come fece Annaud. O se invece si terrà più fedele al libro. In questo caso vedremo come renderà patinate e luminose le ultime ore dei protagonisti nell’Abbazia.