ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Il Re 2×01/2×02.
Dopo un’attesa di due anni, è tornata Il Re, la serie tv con Luca Zingaretti di cui, in settimana, abbiamo seguito l’anteprima. Si tratta del primo prison drama italiano, un esperimento inedito che ha avuto un buon seguito nel nostro Paese e un discreto successo anche all’estero. Quello del prison drama è un genere televisivo che la tv d’oltreoceano ha esaltato con esempi virtuosi, da cult come Oz, per finire a titoli altrettanto celebri come Prison Break, Rectify, Orange is The New Black, For Life. Un sottogenere drammatico che riesce ad accalappiare sempre una schiera nutrita di fan e che in Italia non aveva ancora un prodotto di riferimento. La prima stagione de Il Re ha avuto un ottimo impatto sul pubblico, tanto che si dava per scontata la realizzazione di un nuovo ciclo di episodi. Il Re 2×01/2×02 ci riporta indietro di due anni, alla conclusione della prima stagione.
È come se il tempo non fosse passato. I nuovi episodi riprendono esattamente da dove ci eravamo lasciati.
Bruno Testori, il direttore del carcere San Michele interpretato da Luca Zingaretti, era riuscito a sgominare una pericolosa minaccia all’interno del penitenziario. Ma i suoi metodi sempre al limite del legale lo avevano portato a pagare le conseguenze delle sue azioni spregiudicate. Finito in carcere con diverse accuse, Testori si ritrova dall’altro lato della barricata. Lui, che era stato il sovrano irremovibile del carcere, diventa un detenuto qualunque. Guardato storto dai napoletani, messo all’angolo dagli slavi, squadrato dalla testa ai piedi dagli islamici.
È il re che abbandona il suo castello e precipita nelle segrete. Il monarca di ferro a cui hanno strappato via lo scettro e relegato in gattabuia. A Testori viene fatta terra bruciata intorno. La sua squadra di fedelissimi viene spezzettata e depotenziata. I suoi “pretoriani“ vengono trasferiti in altre strutture penitenziarie. Così, il re del San Michele perde completamente il suo potere e diventa persino un obiettivo troppo succulento per i detenuti che gli avevano giurato guerra.
Il Re 2×01/2×02 riparte esattamente da qui, dai bassifondi in cui Bruno Testori è precipitato.
I primi due episodi esplorano proprio il topos della caduta. Che non è solo quella rovinosa del protagonista, ma diventa un tema generale, che abbraccia tutti. I personaggi de Il Re sono costretti a risalire la china dopo gli eventi del finale della prima stagione. Persino la new entry, il magistrato Mancuso, deve fare i conti con il fallimento. Finito nel carcere San Michele con l’accusa di omicidio, il magistrato attira le attenzioni non solo degli altri detenuti, ma anche di “elementi esterni”. Il Re 2×01/2×02 chiarisce subito che il caso di Mancuso avrà un ruolo importante in questa stagione, per lo sviluppo della trama orizzontale così come nell’evolversi dell’arco narrativo del protagonista.
Se Bruno Testori è caduto, non ci mette molto a rialzarsi. Solo che, per riacquistare lo scettro del comando, il direttore è costretto a scendere a compromessi. Dopo essere stato accoltellato, l’ex direttore viene tratto in salvo da alcune figure misteriose, che si erano già palesate in maniera molto fumosa nel finale della prima stagione. Gli agenti dei servizi segreti ripristinano il comando di Testori sul San Michele. Ma, ovviamente, questi interventi hanno un prezzo: il direttore deve monitorare il detenuto Mancuso per questioni di “sicurezza nazionale“, espressione molto generica con cui si bollano casi scottanti dei quali non si può parlare. Ad ogni modo, Luca Zingaretti torna al suo posto di comando.
Solo che, stavolta, il suo è un potere condizionato. Il re è diventato prigioniero, il prigioniero è tornato re. Ma adesso è un re dimezzato, che non esercita più la sua influenza rispondendo solo a se stesso, ma è condizionato da fattori esterni.
Dopo la caduta, non c’è esattamente una risalita. Piuttosto, un tentativo traballante di restare in piedi appoggiandosi a un bastone offerto da una mano esterna. L’altro grande tema de Il Re 2×01/2×02 è l’ambiguità, un concetto che già nella prima stagione aveva acquisito una sua tangibilità attraverso la scenografia e il bilanciamento dei chiaroscuri. Il carcere è un luogo sfuggente, che si presta a mettere in risalto luci e ombre. Quello del San Michele in particolare, ha consentito alla regia e alla fotografia di muoversi sempre attraverso coni d’ombra e piccoli spiragli attraverso cui filtra la luce. Guardando questa serie, lo spettatore sa che non esiste il male assoluto, così come non esiste il bene assoluto. I personaggi si muovono a tentoni tra i due lembi estremi, facendo quello che possono per restare a galla.
L’ambiguità è un concetto che riaffiora prepotente anche ne Il Re 2×01/2×02.
Anche in questa stagione sarà complicato capire dove sta il bene e dove il male. La serie Sky strappa dal loro naturale cono di luce delle figure che, almeno sulla carta, dovrebbero essere irreprensibili e rende visibili le loro ombre. Le trascina nella sporcizia per metterne alla prova la moralità e il senso di giustizia. Ambigui non sono solo Testori e i suoi uomini, ma anche gli altri personaggi che appaiono per la prima volta nello show, primo tra tutti il nuovo arrivato Mancuso. Il Re 2×01/2×02 si riallaccia quindi alla precedente stagione, confermando le sensazioni positive che i primi episodi ci avevano dato. Ma introduce un paio di elementi di novità, che sicuramente caratterizzeranno questa seconda stagione, a cominciare dalle new entry del cast.
Il personaggio del magistrato Mancuso, interpretato da Thomas Trabacchi, è la figura nuova che contribuirà a sconvolgere gli equilibri del San Michele e a mettere in crisi il suo direttore. Ma tra le new entry, c’è anche Caterina Shulha, che ne Il Re 2×01/2×02 interpreta Claudia Agosti, l’avvocato difensore di Mancuso. Claudia è l’elemento esterno che proverà a portare un po’ di luce all’interno di quel microcosmo oscuro che è il carcere, provando a sbrogliare una situazione che si preannuncia molto più complessa di quanto in realtà possa sembrare. In questa nuova stagione, c’è un’apertura maggiore verso l’esterno. E questo è il secondo grande elemento di novità introdotto da Il Re 2×01/2×02.
Mentre i primi episodi della serie si erano concentrati tutti sul San Michele, come se il mondo esterno fosse altra cosa, l’inizio della seconda stagione ci proietta verso scenari più ampi e complessi.
Il San Michele apre le sue porte al mondo di fuori, diventa luogo di interesse per soggetti esterni. Dalle prime scene di questa seconda stagione, capiamo che la mano dei servizi segreti, già presente anche se in maniera più sfumata nel primo capitolo, sarà sempre più ingombrante. Gli agenti che si presentano a Bruno tendendogli la mano rappresentano il culmine di quel concetto di ambiguità di cui parlavamo. A quale bene superiore rispondono davvero i servizi segreti? Chi è che muove segretamente le pedine?
Una volta accettato il fatto di non poter afferrare il concetto universale di giustizia, lo spettatore si accontenta di cercare la verità. Ma, anche in questo caso, approdare ad un punto d’arrivo è complicato. Ci sono pezzettini che si incastrano e altri che sfuggono completamente. Il personaggio di Claudia rappresenterà un po’ il nostro sguardo all’interno di questo mondo chiuso e impenetrabile che è il San Michele. Proverà a mettere insieme i vari pezzi, ma sappiamo che Il Re non si presenta come un quadro dove ogni tassello si incastra perfettamente con l’altro. Anche il personaggio di Sonia (Isabella Ragonese), si appresta ad andare incontro ad un’importante evoluzione. Assurta ad una posizione di comando, nominata nuovo comandante del penitenziario, anche lei dovrà confrontarsi con le varie facce del potere e con i compromessi ai quali bisogna piegarsi per mantenere stabili gli equilibri.
I primi episodi della seconda stagione sembrano, dunque, andare nella direzione già tracciata dalla prima e scavalcarla, provando a spingersi oltre.
Così come per il primo, anche il secondo capitolo è composto da 8 episodi, che andranno in onda ogni venerdì su Sky. Dopo aver visto Il Re 2×01/2×02, le sensazioni sono più che positive e la convinzione che l’Italia avesse bisogno di un period drama come questo permane e si rafforza. Non ci resta che attendere il resto della stagione per capire se Il Re rappresenterà davvero una pietra miliare del genere per la televisione italiana.