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Il Re 2×07/2×08 – Oltre i canoni del prison drama: la Recensione finale della serie

il re 2x07/2x08
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Il Re 2×07/2×08, il finale di stagione della serie Sky Original con Luca Zingaretti!!

Un re solo è un re accerchiato. Un re accerchiato è un re vulnerabile. E un re vulnerabile è anche un re pericoloso. Bruno Testori ha le ore contate. I Servizi segreti sono alle costole, il ministero ordinerà di rimuoverlo dalla direzione del San Michele. Il suo prigioniero è in pericolo, la corona traballa e la sua fortezza sta per essere assediata. Il Re 2×07/2×08 chiude la seconda stagione del primo prison drama scritto, girato e realizzato in Italia. Un esperimento coraggioso, che non si è prestato a calcare la strada già battuta dai più celebri titoli del genere made in USA, ma ha saputo tracciare coordinate nuove, impegolandosi in un dramma tutto italiano. Originale, anche se non inedito. Brillante, anche se non rivoluzionario. Le scorse puntate ci avevano preparato al peggio.

Sapevamo che la resa dei conti era dietro l’angolo. Il Re 2×07/2×08 è stata la degna conclusione di un dramma cupo e pieno di tensione, che ha alzato i giri man mano che è andato avanti.

Il Re 2x07/2x08
Testori e Mancuso in una scena de Il Re 2×07/2×08

L’agente Verna ha capito che Testori gli ha dichiarato guerra. La sua fortezza non può più essere penetrata, la sua corazza non può più essere scalfita. Non dopo quello che è successo nel finale del sesto episodio. E se al San Michele è impossibile accedere dall’esterno, l’unica maniera per raggiungere Mancuso è arrivarci dall’interno. Gli 007 devono forzare la mano, ancora una volta. E stavolta individuano la pedina debole nel comandante Massini. Tutti sono ricattabili ne Il Re, tutti hanno qualcosa a cui non sono disposti a rinunciare. Tutti hanno paura di perdere le persone care, di metterle in pericolo e di dover convivere per sempre con il senso di colpa.

Sonia aveva scelto di tagliare i ponti con Bruno proprio perché consapevole della tossicità del loro rapporto. Ma, una volta che metti le mani nel fango, non basta solo tirarle indietro per ripulirsi. L’ex comandante diventa perciò la talpa di Verna all’interno del San Michele. Preservare l’incolumità di Mancuso e mantenere l’ordine all’interno del carcere sta diventando un gioco troppo rischioso, persino per Testori. Il Re 2×07/2×08 assume la fisionomia di un thriller spionistico, con una dose importante di azione. La serie Sky Original (ecco la top10 delle migliori degli ultimi 3 anni) tinge il dramma carcerario da spy story, per andare oltre le aspettative e fare un salto in avanti rispetto alla prima stagione.

Il Re 2x07/2x08
Luca Zingaretti in Il Re 2×07/2×08

Quello che succede nella parte centrale degli ultimi due episodi è molto convulso.

Bruno prova a far evadere Mancuso. La sua exit strategy viene però scoperta da Verna, che prontamente risponde facendo intrufolare i suoi agenti all’interno del carcere tramite un passaggio sotterraneo. È tutto un gioco di pedine, con due manovratori che si sfidano dall’alto senza esclusione di colpi e con la spada di Damocle delle lancette dell’orologio che corrono. Quando sei asserragliato nel tuo fortino, il rischio è che tu possa perdere di vista quello che c’è all’esterno. Bruno è stato un personaggio esposto per tutto il corso della seconda stagione. Prima dietro le sbarre, poi ricattato dai Servizi segreti, il direttore non è stato altro che un burattino che ha scorrazzato da una mano all’altra, invitato a partecipare suo malgrado a un gioco troppo più grande di lui.

Il direttore è tornato tra le mura del San Michele per annusare di nuovo il suo potere e utilizzarlo contro chi ha messo in pericolo lui e la sua famiglia. Un sovrano che si sente minacciato nei suoi affetti più cari diventa anche un nemico pericoloso da tenere a bada. Come si fa a capire di chi potersi fidare quando intorno a te i riferimenti morali vengono meno? Come si fa a scegliere la parte giusta quando le barriere tra giusto e ingiusto, tra bene e male, si annullano completamente?

Bruno Testori una risposta ce l’ha: si segue la sua via.

Il Re 2x07/2x08
Una scena de Il Re 2×07/2×08

L’avvocato Agosti, dopo aver sperimentato con mano fino a quale profondità i Servizi possano macchiare una coscienza, offre al direttore un pezzettino di verità. Mancuso stava sì indagando sugli affari di un’azienda petrolifera, ma il suo interesse andava ben oltre le sue funzioni di inquirente. Il Re 2×07/2×08 vuole dimostrarci che davvero nessuno, in questa storia, può dirsi pulito. Già nella recensione ai primi due episodi della serie avevamo sottolineato l’ambiguità di fondo del personaggio di Mancuso. Qui però gli autori sono andati oltre, chiazzando la sua moralità con una macchia che, seppure non lo faccia passare per il cattivo per eccellenza, è abbastanza vistosa da metterne in crisi l’idea che di lui ci eravamo fatti.

Il Re si diverte a fare proprio questo: ci mette davanti un personaggio, ne traccia un profilo psicologico, ci fa creare una sorta di legame con lui e infine ribalta la prospettiva, in attesa di vedere quale sarà la nostra reazione. Questa serie pone costantemente domande, anche quando non ce ne rendiamo conto. Gioca con le nostre convinzioni morali, le mette ripetutamente alla prova. Se Mancuso non è l’innocente che tutti credevamo, è giusto rischiare tutto per lui? È sbagliato consegnarlo nelle mani dei Servizi segreti, conoscendo già la fine alla quale andrebbe incontro? Le domande che si pone Bruno Testori non sono poi così diverse da quelle che ci poniamo anche noi.

L’agente Verna in Il Re 2×07/2×08

E il senso di tutti gli interrogativi dinanzi ai quali la serie Sky ci conduce, si concentra nel finale de Il Re 2×07/2×08.

Bruno riesce ad incastrare Verna, facendogli confessare gli omicidi di sua moglie e del testimone Fontana. L’assedio attorno al San Michele è sciolto, la Lombardo è entrata in possesso della registrazione che condanna i Servizi e la brutta storia viene alla luce, liberando tutti i personaggi coinvolti del peso che li opprimeva. Ma non sempre le cose vanno come devono andare. O almeno, non tutte. Per la faccenda di Mancuso e degli 007, paga un solo uomo, quello più sacrificabile. Mancuso finisce sotto inchiesta e il carcere torna alla sua normalità. Ma l’agente Verna non finisce in galera. Il Re 2×07/2×08, dopo aver dipinto un mondo a tinte fosche, si chiude con un grosso interrogativo al quale, forse, neppure noi siamo pronti a rispondere.

Se nel nostro Paese la giustizia non funziona, se ci si impegna tanto per mettere in salvo un innocente – per scoprire poi che tanto innocente non era -, e se i cattivi – quelli che giocano con le paure delle persone e si spingono fino ad ucciderle per mettersi in salvo – la fanno sempre franca, allora non è forse sacrosanto farsi giustizia da sé? La risposta alla domanda interroga le nostre convinzioni morali e non è affatto scontata.

La seconda stagione de Il Re, comunque, ha passato a pieni voti l’esame di maturità.

La serie è cresciuta rispetto al primo capitolo. Nel ritmo, nell’approfondimento dei personaggi, nella struttura e nella compattezza generale. La componente spionistica le ha fatto fare un salto in avanti e ha rappresentato un incentivo in più ad essere seguita. Quello che invece si è perso un po’ nel corso di questi nuovi episodi è il ruolo del carcere. Nella prima stagione, il San Michele era così centrale da essere esso stesso un personaggio. Nel nuovo capitolo, invece, perde la sua centralità. Il San Michele diventa un elemento di contorno, più che il fulcro del racconto. Ma la metafora che ha cercato di ricostruire sin dal primissimo episodio – quella di un animo umano fatto di tanti chiaroscuri – resta in piedi fino alla fine. E resta l’essenza stessa de Il Re. Che è una bella serie italiana, che vale la pena guardare fino in fondo.