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I 5 buchi di trama più preoccupanti de Gli Anelli del Potere

gli anelli del potere
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Durante la prima stagione di Gli Anelli del Potere (potete vedere la serie tv sul catalogo Prime Video qui), molte scelte narrative hanno fatto storcere il naso ai fan appassionati dell’universo di Tolkien. Basata liberamente sul Silmarillion, compendio in cui l’autore esplica l’intera storia della Terra di Mezzo dagli albori ai tempi di Frodo e co., Gli Anelli del Potere si è presentato da subito come un progetto ambizioso. Davvero parecchio ambizioso. Questo se consideriamo che degli eventi e dei personaggi delle Prime Ere, Tolkien parla con tono mitopoetico, molto lontano dalle successive e più famose opere.

La Seconda Era, in cui la serie è ambientata, copre un arco temporale di circa 3.441 anni, secondo il materiale originale. In questo periodo si svolgono eventi fondamentali per la storia della Terra di Mezzo. Come la creazione degli Anelli del Potere, l’ascesa di Sauron, la caduta di Númenor e l’Ultima Alleanza tra Elfi e Uomini. In questo enorme calderone, incappare in buchi di trama poteva essere piuttosto facile, e Gli Anelli del Potere ci è decisamente cascata. Ecco i 5 più eclatanti.

1) Perché i Númenóreani disprezzano gli Elfi?

La caduta di Numenor in Gli Anelli del Potere

Númenor, nell’opera di Tolkien, è una civiltà potente, creata dai Valar come ricompensa agli uomini fedeli che combatterono contro Morgoth alla fine della Prima Era. Si trova su un’isola situata tra la Terra di Mezzo e Valinor, ed è descritta come un paradiso terrestre. Qui la razza degli uomini ha raggiunto il suo massimo splendore. Eppure, nel punto più alto della sua ascesa l’isola di Numenor andò incontro a una tragica caduta ponendo così fine al più grande regno degli uomini mai esistito. La Gondor che verrà sarà solo un pallido riflesso di quello splendore.

La decadenza dell’isola avviene nell’arco di molti anni e complice l’intervento di Sauron. Con il tempo, gli abitanti di Númenor si allontanano dai Valar e dagli Elfi, diventano ossessionati dall’immortalità e si ribellano ai limiti posti dagli dèi. Il re Ar-Pharazôn, influenzato dall’Oscuro Signore, conduce la sua gente alla rovina nel tentativo di invadere Valinor, il che porta alla distruzione dell’isola. Inondata dall’oceano che, fino a quel momento, l’aveva protetta, l’isola sprofonda tra i flutti. Ripercorrendo lo stesso fato della leggendaria Atlantide, alla quale Tolkien si è ispirato.

In Gli Anelli del Potere, però, Numenor prospera ancora mentre il seme della discordia sta pian piano germogliando.

Già nella prima stagione, ma soprattutto nella seconda, emerge evidente il contrasto tra coloro che sono favorevoli agli Elfi e quelli che li vedono come una minaccia. Una contrapposizione che anticipa le tensioni che porteranno alla caduta del regno. Tuttavia, la serie non esplora a fondo le motivazioni ideologiche e filosofiche dietro questo conflitto, che nella mitologia di Tolkien è molto più profondo. La paura della morte, l’invidia per l’immortalità degli Elfi e il desiderio di conoscenza proibita sono motivazioni fondamentali che la serie tv non ha ancora sviluppato pienamente. Númenor ha storicamente avuto forti legami con gli Elfi, ma nella serie questo rapporto appare già teso e frammentato. Senza spiegazioni chiare su come si sia deteriorato. Nei libri, la rottura avviene in modo graduale, attraverso generazioni, mentre nella serie sembra essere già presente in modo piuttosto netto.

l più grande punto di preoccupazione riguarda la sensazione che la caduta di Númenor possa essere trattata in modo troppo rapido e semplificato. Nei testi di Tolkien, la decadenza di Númenor avviene nel corso di secoli, con un progressivo allontanamento dai Valar e dalla saggezza antica. In Gli Anelli del Potere, tuttavia, gli indizi sembrano suggerire che Númenor potrebbe cadere entro la fine della seconda stagione. Il che risulterebbe accelerato rispetto alla complessa costruzione narrativa presente nei testi originali. La regina Miriel, Pharazon e gli altri abitanti di Numenor hanno delle motivazioni e degli obiettivi che vengono affrontati solo in maniera superficiale.

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