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Cosa non ha funzionato nella prima stagione de Gli Anelli del Potere

Gli Anelli del Potere Galadriel
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ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER sulla prima stagione de Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere.

Per tutti i fan dell’opera letteraria di J. R. R. Tolkien, la serie televisiva prodotta da Amazon Prime Video non è stata neanche lontanamente capace di soddisfare le aspettative. Fin dall’inizio, le polemiche riguardo il casting e alcune scelte narrative hanno inondato il web e hanno dato vita a un dibattito tra sostenitori e critici che va avanti ancora oggi. La prima stagione è stata distribuita dalla piattaforma di streaming online a partire dal 2 settembre 2022 e si è conclusa con l’ottavo episodio lo scorso 14 ottobre. Dopo la fine della stagione, gli spettatori hanno avuto modo di affinare le loro opinioni e di avere a disposizione più materiale su cui basare le proprie idee. Solo ora è possibile giudicare definitivamente queste puntate, perché tutti gli elementi introdotti in principio sono stati esposti e perché le basi per la stagione successiva sono state messe.

Tirando le somme ed evitando le critiche più distruttive (quasi mai costruttive) con cui in fin troppe occasioni ci si è rivolti a questa serie fantasy, prendiamo per un momento le parti di coloro che non l’hanno apprezzata e cerchiamo di capire quali sono state le motivazioni che hanno portato a non farlo. Cosa poteva essere sviluppato diversamente? Se la fedeltà ai testi di J. R. R. Tolkien fosse stata maggiore, più spettatori l’avrebbero trovata interessante o la serie sarebbe risultata meno accattivante? Finora i giudizi negativi sono venuti principalmente dai fan dello scrittore e linguista britannico quindi vuol dire che al resto del pubblico la serie su Il Signore degli Anelli è piaciuta?

rings of power
The Rings of Power (640×381)

Cerchiamo di dare una risposta a tutte queste domande e partiamo col dire che cosa non ha funzionato ne Gli Anelli del Potere.

Innanzitutto, bisogna spezzare una lancia (forse in questo caso sarebbe più accurato dire un’ascia) in favore dei tolkieniani, perché numerosi aspetti della storia originale sono stati stravolti in nome di una maggiore commercialità del prodotto seriale di Amazon. Lasciando da parte le polemiche sull’inclusività, che negli episodi sono davvero l’ultima questione da affrontare, bisogna dire che il background di un popolo longevo come quello degli Elfi è stato messo completamente in secondo piano, riplasmato in base a esigenze di trama che poco avevano a che fare con il progetto originale di Tolkien e trascurato in favore di una maggiore fruibilità. Nei romanzi e poi nella trilogia di Peter Jackson li abbiamo conosciuti come figure eteree, prive di qualsiasi segno del trascorrere del tempo, alti e fieri portatori di un’immortalità che li ha resi saggi. Ecco, niente di tutto questo traspare dalla prima stagione della serie.

Gli Elfi ci appaiono più umani che mai, alcuni interpretati da attori evidentemente più grandi di altri. Non c’è solennità nei loro sguardi, non c’è saggezza nelle parole e nei ragionamenti di alcuni di loro. Celebrimbor sembra molto più umano di Halbrand e l’unica cosa che lo distingue da lui e dagli altri uomini sono le orecchie a punta. Allo stesso modo, è poco accurato anche il ritratto Gil-galad, sovrano di Lindon, al quale è stato dato un carattere che ben poco si adatta alla storia originale ma che è funzionale per quella creata ad hoc per la serie. Senza parlare della questione mithril, che è stata collegata in maniera approssimativa alla salvezza del popolo elfico, stravolgendo la reale importanza e il ruolo effettivo di questo materiale.

Anche il personaggio di Galadriel (Morfydd Clark) ha subito delle notevoli modifiche, sia per quanto riguarda la sua storia, sia per quanto riguarda il suo carattere. Galadriel è un’Elfa di migliaia di anni, eppure agisce e parla fin troppo spesso come un’adolescente impaziente di percorrere la propria strada. Della Dama Bianca di cui Tolkien scriveva e che Jackson ci ha mostrato nella trilogia cinematografica non c’è ancora alcuna traccia. Il suo background è stato reso differente per trasformarne la personalità e renderla adatta a una serie più moderna che, purtroppo, vuol dire anche più commerciale. Amazon Prime Video ha cercato di fare del progetto un prodotto adatto a tutti, il che vuol dire alle famiglie e alla maggior parte delle persone, che sicuramente non sono così attaccate alla storia originale come lo sono i fan dello scrittore.

Gli Anelli del Potere
The Rings of Power (640×358)

Sfortunatamente, il tentativo di dare epicità alle otto puntate che compongono la prima stagione non ha avuto l’effetto desiderato.

Il magistrale lavoro svolto da Peter Jackson ha regalato al pubblico una trilogia in grado di trasportare davvero nella Terra di Mezzo, e in grado di trasmettere l’ansia, la tristezza, la paura ma anche la gioia dei suoi protagonisti. Ogni inquadratura, ogni primo piano parlava anche senza il bisogno di dialoghi. La profondità psicologica dei personaggi era tangibile e reale, mentre qui traspare poco e non riesce a coinvolgere più di tanto lo spettatore, soprattutto a causa di dialoghi a volte un p’’ troppo pomposi e banali. Purtroppo, gli scambi di battute fra i personaggi non sono l’unico elemento pieno di cliché narrativi. A cominciare dalla storia d’amore impossibile fra un Elfo e un Umana, in questo caso Arondir e Bronwyn, per arrivare poi al duo Nori-Poppy. Le due Pelopiedi sono senza dubbio dolci e coraggiose, ma la dinamica che le coinvolge è fin troppo simile a quella tra Sam e Frodo. Una è coraggiosa ed estremamente altruista, pronta a tutto pur di salvare i propri amici, l’altra le fa da spalla e non l’abbandona per niente al mondo, cercando di farla ragionare nei momenti peggiori. Inoltre, la dinamica risulta ancora più ripetitiva soprattutto se si riflette sul fatto che sono proprio loro a entrare in contatto con lo Stregone (poi identificato con Gandalf) all’inizio della serie.

A parte questo, la storyline di cui Nori (Markella Kavenagh) è protagonista, per ora è anche completamente slegata dal resto delle linee narrative, collegata all’arrivo del male solo dall’ultimo episodio, attraverso un filo sottilissimo. Probabilmente nella seconda stagione troveremo una spiegazione anche a questo, ma per il momento non possiamo che esprimere le nostre perplessità al riguardo. Alcuni elementi e dettagli introdotti negli episodi non trovano riscontro entro la fine della prima stagione e molte scene non aggiungono nulla di importante alla trama, rendendo così superflue molte inquadrature che avrebbero potuto sfruttare meglio.

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The Rings of Power (640×393)

Insomma, sicuramente Gli Anelli del Potere ha avuto la grande capacità di portare l’attenzione degli spettatori su Amazon Prime Video e di farci dare un nuovo sguardo sulla Terra di Mezzo di cui sentivamo davvero la mancanza. Però bisogna dire che se gli showrunner fossero stati un po’ più attenti a renderla fedele all’opera letteraria di J. R. R. Tolkien, la serie avrebbe potuto attirare anche le simpatie dei più esperti e avrebbe ricevuto sicuramente meno critiche. Per il resto del pubblico che invece non ha interesse a conoscere le vere storie dei personaggi e a respirare la vera atmosfera che Il Signore degli Anelli (libri e trilogia) ha saputo regalare, il prodotto seriale è stato godibile e leggero, a parte comunque alcuni elementi che hanno fatto storcere il naso anche ai non appassionati.  

Molte cose non hanno funzionato, ma le possibilità per fare sì che Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere diventi una delle migliori serie fantasy di sempre ci sono ancora. Basta solo saper sfruttare ogni particolare. A noi non resta che attendere per scoprire se le stagioni successive si riveleranno all’altezza delle volontà di J. R. R. Tolkien o se Amazon Prime Video fallirà il suo progetto di eguagliare la HBO dando vita a un progetto fantasy che potesse competere con Game of Thrones.

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