Vai al contenuto
Home » Il Signore Degli Anelli

15 curiosità sul franchise de Il Signore degli Anelli

Il Signore degli Anelli, un'immagine di una delle migliori saghe cinematografiche di sempre
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Col ritorno de Gli Anelli del Potere su Prime Video, è tornata ad accendersi la luce sul franchise de Il Signore degli Anelli. D’altronde stiamo parlando di una trilogie più amate, e senza dubbio riuscite, nella storia del cinema, che ha portato in scena uno dei più grandi capolavori della letteratura fantasy, e che ha quindi originato una serie di altre opere. Dalla trilogia de Lo Hobbit fino alla sopracitata Gli Anelli del Potere, la cui seconda stagione è al momento in programmazione sull’applicazione di Prime Video. Presto vedremo anche tante altre novità. Dal lungometraggio animato La guerra dei Rohirrim all’attesissimo The Hunt for Gollum, in uscita nel 2026. Insomma, il franchise de Il Signore degli Anelli è più vivo che mai e, proprio per questo, vogliamo esplorarne i meandri.

In questo articolo, dunque, andremo a conoscere meglio i vari prodotti che, finora, hanno composto il franchise. Dalle due trilogie di Peter Jackson all’ambiziosa serie tv di Amazon, scopriremo alcuni retroscena di queste gigantesche produzioni tramite interessanti, e significative, curiosità. Pronti, dunque, per questo viaggio nel cuore della Terra di Mezzo? Prima di partire, vi proponiamo la nostra recensione delle prime tre puntate della seconda stagione de Gli Anelli del Potere, e il trailer de La guerra dei Rohirrim, in uscita entro la fine dell’anno. Ora possiamo andare.

1. Ciò che sarebbe potuto essere: le curiosità sui casting de Il Signore degli Anelli

Partiamo da una primissima carrellata di curiosità relativa ai casting. Tra gli elementi di maggior successo della trilogia de Il Signore degli Anelli ci sono senza dubbio le azzeccatissime scelte di cast. Diversi personaggi sono stati valorizzati e resi iconici dagli attori che li hanno interpretato. In modo particolare l’Aragorn di Viggo Mortensen e il Gandalf di Ian McKellen. Quest’ultimo ha strappato anche una nomination agli Oscar come migliore attore non protagonista per La compagnia dell’anello, arrendendosi però alla vittoria di Jim Broadbent con Iris. Ad ogni modo, è impossibile immaginare Aragorn e Gandalf con un altro volto, giusto? Eppure tutto stava per essere molto diverso.

Viggo Mortensen, infatti, è stato tutt’altro che la prima scelta per il ruolo dell’intrepido ramingo. La parte di Aragorn era stata offerta prima ad altri due attori: Nicolas Cage e Daniel Day-Lewis. Due grandissimi nomi, sicuramente, che con tutta probabilità avrebbero interpretato al meglio la parte. Ci perdoneranno però se, visti i risultati, siamo felici che abbiano declinato l’offerta. Discorso simile per il ruolo di Gandalf, offerto in principio a Sean Connery. Anche qui, il rifiuto ha spalancato le porte a Ian McKellen, che tra l’altro promette di tornare anche in The Hunt for Gollum.

È stato, invece, la primissima scelta Martin Freeman per il ruolo di Bilbo Baggins ne Lo Hobbit. Tuttavia, considerando anche i diversi rifiuti subiti nei casting per Il Signore degli Anelli, pare che la produzione si fosse già tutelata con un sostituto. E il nome è a dir poco suggestivo. Si tratta di Daniel Radcliffe, il leggendario interprete di Harry Potter. Sarebbe stato interessantissimo vederlo in un altro franchise dopo il pesantissimo ruolo del maghetto. Martin Freeman però, a differenza di altri colleghi, non ha detto no alla trasposizione cinematografica di Tolkien. E anche qui con grandissimi risultati.

Viggo Mortensen nei panni di Aragorn nella trilogia de Il Signore degli Anelli

2. Il Signore degli Anelli… dei Beatles

L’opera magna di J.R.R. Tolkien, ovvero la trilogia de Il Signore degli Anelli, vide la luce tra il 1954 e il 1955. E fu chiaro da subito che sarebbe stata un’opera in grado di rivoluzionare l’intero panorama culturale. Tra i tanti ad accorgersi dello strepitoso impatto dell’opera dello scrittore britannico vi furono altri connazionali altrettanto rivoluzionari, ovvero i Beatles. Curiosamente, nel 1968, all’apice del successo e prima del degenerare dei contrasti interni che avrebbero portato alla rottura in seno al gruppo, la band britannica chiese a Tolkien i diritti per realizzare una trasposizione cinematografica del suo romanzo.

L’ossessione dei membri del gruppo per la Terra di Mezzo nasce durante un loro soggiorno in India, quando la lettura de Il Signore degli Anelli strega gli artisti. Purtroppo (o per fortuna, chi lo sa), Tolkien si oppose fermamente all’idea, contrario al contaminare la sua opera con l’impatto pop e mainstream dei Beatles. Un duro colpo per il gruppo, che sognava già un grande film, con loro stessi come protagonisti e addirittura Stanley Kubrick, sul tetto del mondo in quel momento grazie a 2001: Odissea nello spazio, alla regia. A pensarci oggi sembra davvero un’idea fuori di testa, eppure da un lato sarebbe stato affascinante scoprire cosa sarebbe venuto fuori.

Non ci sentiamo di avere, comunque, troppi rimpianti per il naufragio di questo progetto. Così come ha raccontato di non averne Paul McCartney, che proprio a Peter Jackson, durante la lavorazione del documentario Get Back, ha confidato di essere contento di non aver fatto quel film, anche perché così ha potuto vedere quello dello stesso Jackson. Ci sentiamo di concordare.

3. Ian Holm e Il Signore degli Anelli: Bilbo dopo Frodo

Parlavamo di volti iconici della trilogia nel primo punto di questa lista di curiosità. Tra questi figura chiaramente anche Ian Holm, interprete di Bilbo Baggins. Considerando il ruolo dello Hobbit nel racconto, l’attore rimane in disparte con l’incedere della storia, ma nonostante ciò la sua presenza è rimasta importante e amatissima presso il pubblico. Non tutti sanno che Ian Holm non era nuovo nella Terra di Mezzo quando ha girato La Compagnia dell’Anello. L’attore, infatti, aveva già vestito i panni, o meglio assunto la voce, di Frodo, per una versione radiofonica dell’opera realizzata dalla BBC.

ll progetto risale al 1981 e si compone di 26 episodi, della durata di circa mezz’ora. Proprio la performance di Ian Holm come Frodo è stata una delle più apprezzate, e chissà che ciò non abbia inciso anche nel suo ritorno nell’opera di Tolkien. Certamente tra il Frodo in radio e il Bilbo al cinema, Ian Holm è uno dei massimi rappresentanti del franchise de Il Signore degli Anelli.

Il ricordo di questa versione radiofonica del romanzo di J.R.R. Tolkien ci fa venire in mente anche un altro aspetto, importante da sottolineare. Parlando del franchise de Il Signore degli Anelli, noi ci stiamo soffermando sulla produzione audiovisiva. Le due trilogie al cinema, dunque, e la serie su Amazon. C’è, però, molto di più. A partire dalla profondità degli scritti dell’autore, passando per opere derivate tramite diversi media. I videogiochi, ad esempio, parte importantissima dell’universo di Tolkien al giorno d’oggi, e i tanti romanzi illustrati che hanno dato forma all’immaginifica Terra di Mezzo. La potenza di questo franchise, dunque, si misura anche dalla grande varietà di opere che ha saputo ispirare.

Ian Holm nei panni di Bilbo Baggins ne Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'anello

4. L’anello originale

Le immagini iconiche del franchise non sono solo i volti dei protagonisti. C’è molto altro. Spiccano, ovviamente, gli anelli, nucleo concettuale dell’intero racconto. E su tutti l’Unico Anello, la grande arma di Sauron che domina e orienta il racconto. Così come esiste un solo Unico Anello nella Terra di Mezzo, anche qui da noi c’è un solo, originale, anello del potere (per fortuna senza tutte le implicazioni annesse). Questo è stato creato da Jens Hansen, gioielliere danese trapiantato in Nuova Zelanda, che nel 1999 ha ricevuto dallo stesso Jackson il compito di creare l’Unico Anello per portarlo all’interno del film.

La genesi del gioiello non è stata semplicissima. Hansen ha realizzato ben 15 prototipi dell’anello, prima di trovare una formula vincente. Dopo di ché, per le riprese hanno richiesto la realizzazione di ben 40 varianti del gioiello, così da renderlo adatto a ogni scena e ogni situazione. Purtroppo, proprio nel 1999 Jens Hansen si è ammalato di cancro ed è morto nell’agosto di quell’anno, non potendo vedere la sua creazione sul grande schermo. La sua eredità, però, è divenuta leggendaria, e ovviamente l’Unico Anello resta, come si vede anche dallo store ufficiale, la parte centrale del lavoro dell’azienda che ha preso vita dal lavoro del gioielliere danese. Nel 2011, il lavoro di Jens Hansen è stato ripreso anche per Lo Hobbit, creando un filo diretto, e significativo, tra le due trilogie, in omaggio anche al disegnatore del più iconico anello della storia del cinema.

Pagine: 1 2 3 4