Negli anni Cinquanta, J.R.R. Tolkien diede alle stampe Il Signore degli Anelli, una trilogia letteraria che avrebbe cambiato per sempre le regole del fantasy. Pensato come seguito di quel Lo Hobbit scritto più per divertimento venti anni prima, con Il Signore degli Anelli Tolkien approfondisce l’universo della Terra di Mezzo e vira verso un tono decisamente più cupo e maturo. La trilogia diventa un modo per raccontare dei terribili avvenimenti storici che lo scrittore ha vissuto in prima persona e così stregoni, orchi e forze oscure diventano metafore di orrori molto più reali e tangibili. Così come il lato più oscuro dell’essere umano anche il più nobile, leale e generoso trova espressione nei personaggi creati dall’autore. In una terra lacerata dal conflitto e dall’inimicizia, la Compagnia dell’Anello rappresenta una promessa di speranza e solidarietà, un legame che permette anche a popoli molto diversi tra loro di unirsi sotto un’unica bandiera. Le storie fantastiche di Tolkien continuano a essere apprezzate anche in tempi moderni tanto da aver spinto Amazon Prime Video a produrre una serie tv spin-off della saga cinematografica che andasse a raccontare gli eventi accaduti durante la Seconda Era della Terra di Mezzo, in un periodo molto antecedente a quello di Bilbo, Frodo e tutti gli altri hobbit.
La Warner Bros. sarebbe inoltre intenzionata a espandere ancor di più il franchise e, in effetti, il materiale per farlo c’è eccome. Le opere di Tolkien sono numerose e coprono un arco temporale di millenni, dalle origini di questo mondo fantastico raccontato nel Silmarillion fino alla dipartita degli elfi dalla Terra di Mezzo, avvenuta nell’ultimo capitolo della trilogia di Il Signore degli Anelli. Appurato che tutti i prodotti, sia cinematografici che seriali, adattino in maniera unica il materiale letterario, abbiamo deciso di stilare una classifica dal peggiore al migliore.
Nessun ordine potrà mai accontentare tutti ma ecco come, secondo noi, andrebbero classificati tutti gli adattamenti del mondo del Signore degli Anelli.
7) Lo Hobbit: la Battaglia delle Cinque Armate
Ultima posizione per il terzo e ultimo film della trilogia dedicato all’hobbit Bilbo Baggins e alle avventure che l’hanno portato a trovare l’unico Anello. Una pellicola lunghissima, noiosa e dagli effetti speciali agghiaccianti che si protrae per quasi tre ore senza construire una vera trama. Dopo che il drago Smaug si è librato in cielo abbandonando la Montagna Solitaria dopo secoli, siamo tutti propensi a credere che sarà lo scontro con il suddetto drago a costituire buona parte della trama del film. E invece no. Perché basta un colpo di balestra ben assestato che ecco Smaug precipitare al suolo e morire nell’arco di un quarto d’ora dall’inizio della pellicola. Il resto del film? Thorin, che ora possiede l’oro dei suoi avi, si rintana e lo tiene tutto per sé, cadendo pian piano nella stessa follia che aveva raggiunto la mente del nonno. Il re dei nani vedendo arrivare gli uomini guidati da Bard, decide di murare l’entrata della Montagna convinto che siano venuti per impadronirsi dei suoi tesori. Poi giungono gli orchi di Azog, gli elfi di Thranduil e tutti si danno battaglia perché incapaci a comunicare tra loro.
BIlbo, in tutto questo, fa un po’ lo spettatore passivo prendendo posizione solo quando decide prima di consegnare l’Arkengemma alle truppe stanziate a Dale e poi di risvegliare Thorin dal suo torpore con un bel discorso sentito e profondo. Siamo lontani anni luce dalla trilogia originale, a causa soprattutto di un uso davvero eccessivo degli effetti speciali che trasmettono una sensazione di posticcio e finto. Il materiale letterario di partenza viene dilungato senza che ce ne fosse un reale motivo portando alla realizzazione di un film di cui avremmo fatto volentieri a meno.
6) Gli Anelli del Potere
Se le saghe cinematografiche ci hanno fatto conoscere la Terza Era della Terra di Mezzo, la serie tv ci porta ancora più indietro nel tempo. Ambientata, infatti, durante la Seconda Era, migliaia di anni prima gli eventi narrati in Il Signore degli Anelli, la serie tv targata Amazon Prime Video si focalizza sull’ascesa di Sauron e sulla creazione dei Tre Anelli. L’ultima guerra è stata quella combattuta da un’alleanza di Elfi e Uomini per sconfiggere il primo Signore Oscuro, Morgoth, e riportare così la pace nella Terra di Mezzo. Ormai, però, sono passati molti anni e il nome di Morgoth è stato dimenticato così come quella fatidica alleanza. Efli e Uomini vivono adesso solo per sé stessi, disprezzandosi a vicenda e non vedendo di buon occhio gli estranei. L’ elfa Galadriel sente tuttavia in cuor suo che la minaccia non è stata annientata del tutto e che Sauron, discepolo di Morgoth, aspetta solo il momento opportuno per palesarsi di nuovo. Opponendosi agli ordini del suo sovrano Gil-Galad e dell’amico Elrond, la coraggiosa combattente inizia un viaggio pericoloso, disposta a tutto pur di scoprire la verità.
Il grandissimo pregio dello show sta nell’essere riuscito a trovare un punto di incontro tra novità e passato combinando una storia del tutto nuova ma con parecchi rimandi alla trilogia originaria. L’effetto nostalgia funziona ma senza esagerare arricchendo una trama che riesce benissimo a procedere sulle proprie gambe. Tutte le razze dell’universo fantastico di Tolkien tornano ma con personaggi diversi rispetto a quelli che abbiamo imparato ad amare. Hobbit, elfi, uomini e nani si trovano a una punto della storia della Terra di Mezzo molto diverso rispetto alla Terza Era. I primi, per esempio, sono ancora un popolo senza fissa dimora mentre per gli uomini non è ancora giunto il tempo delle grandi casate di Gondor e Roan.
5) Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato
La posizione per il primo capitolo della trilogia di Lo Hobbit è stata la decisione più difficile ma alla fine abbiamo optato per una quinta, semplicemente perché si tratta di un film un po’ acerbo. Pur somigliando moltissimo al libro, “Un Viaggio inaspettato” rimane una storia abbastanza piatta e monotona per gran parte del tempo. Non fraintendeteci, si tratta di un ottimo film ma che non riesce a reggere il paragone con i sentimenti suscitati dal primo capitolo della trilogia madre. Bilbo Baggins è un hobbit tutto d’un pezzo e ligio alle regole. In lui, però, scorre un desiderio di avventura sopito ma non del tutto addormentato e che solo l’arrivo dello stregone grigio Gandalf riesce a risvegliare. La sua tranquilla e umile casetta nella collina si trasforma in men che non si dica in un ritrovo di dodici nani, capeggiato da Thorin Scudodiquercia in viaggio verso la Montagna Solitaria per riconquistare il tesoro della sua famiglia e il trono. Bilbo non vorrebbe averci niente a che fare ma il richiamo dell’avventura lo riporta ai sogni di quando era piccino e, così, decide di unirsi al gruppo.
In questo primo capitolo ci sono già molti pericoli ma niente a che vedere con il terribile drago Smaug che comparirà più avanti. “Un Viaggio Inaspettato” rappresenta l’introduzione alla storia e, per questo motivo, si muove abbastanza lentamente, prendendosi il tempo necessario per presentare tutti i variegati personaggi e per farci rimmergere in questo mondo fantastico. Peter Jackson torna a mettere cuore e anima in questo progetto curando ogni minimo dettaglio e trasformando il racconto di Lo Hobbit in un kolossal cinematografico.
4) Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Dei tre capitoli della trilogia prequel, però, è “La desolazione di Smaug” a piazzarsi vicino al podio. Thorin e gli altri nani hanno affrontato l’orco Azog e adesso sono pronti a riprendere il cammino ma una minaccia ancora più oscura si para all’orizzonte. Gandalf decide di lasciare la compagnia e dirigersi verso Dol Guldur, un luogo terrificante e culla di un male antico. I nani e Bilbo, invece, si addentrano a Bosco Atro dove vengono salvati solo grazie all’intervento provvidenziali di due elfi silvani: Legolas e Tauriel. Ci sono di nuovo gli Elfi! Ed è questo il primo punto a favore del film. Conosciamo il simpaticissimo (irony alert!) padre di Legolas, Thranduil, osserviamo i nani fuggire dentro delle botti e assistiamo alla nascita dell’amore tra un’elfa e un nano. Dopo anche questa rocambolesca avventura, la compagnia incrocia il proprio cammino con quello di Bard, una sorta di Aragorn versione Wish, che li porta nella sua città. Bard rivela di essere il discendente di colui che riuscì a scalfire la pelle del drago Smaug rendendolo vulnerabile. Finalmente giunti alle pendici della Montagna Solitaria, è ancora una volta l’astuzia di Bilbo a farli entrare dentro.
Ed è qui che avviene una delle sequenze più belle non solo di tutto il film ma anche di tutta la trilogia. Bilbo trova l’Arkengemma ma deve anche vederla con un drago che si è appena risvegliato. Dopo aver affrontato il drago Smaug a suon di intelligenza e inganni, Biblo riesce a fuggire via ma la bestia è decisa a seminare fuoco e morte nella città vicina. Tra il secondo e il primo capitolo non c’è poi una differenza qualitativa così grande. D’altronde anche “Un Viaggio Inaspettato” vede prendere vita uno dei momenti più importanti della storia, vale a dire l’incontro tra Gollum e Bilbo e il furto dell’Anello. Continuiamo quindi a essere indecisi su queste due posizioni e siamo molto curiosi di sapere quale pellicola delle due, secondo voi, è migliore dell’altra.
3) Il Signore degli Anelli: le due Torri
Era una sfida già persa in partenza. Non avremmo mai potuto non inserire sul podio tutti e tre i capitoli della prima, unica e intramontabile trilogia adattata da Peter Jackson. Terza posizione dunque per “Le Due Torri”, capitolo di mezzo fondamentale ma più debole rispetto agli altri due. Dopo la morte di Boromir (che in realtà nei libri avviene proprio all’inizio del secondo volume), la Compagnia finisce per sciogliersi. Frodo e Sam si incamminano verso il Monte Fato con l’obiettivo di distruggere l’Anello per sempre. Lungo la strada scopriranno di essere seguiti da Gollum che si unisce al loro duo, non senza riservare molte sorprese. Nel frattempo, Aragorn, Gimli e Legolas inseguono gli orchi che hanno rapito Merry e Pipino prima che vengano portati alla Torre di Saruman. Il loro viaggio li porterà nelle terre dei signori dei cavalli, dove, al fianco di re Theoden combatteranno al Fosso di Helm. Esclusa questa immensa e splendida battaglia, “le Due Torri” sembra procedere più a rilento rispetto agli altri due film perdendosi a volte in scene che non portano da nessuna parte e che sembrano messe lì solo per fare minutaggio.
Alcune cose rispetto al libro sono state cambiate. Non solo Boromir è già morto ma anche lo scontro con Shelob il ragno è stato spostato in un’altra pellicola. Per molti è considerato il capitolo peggiore, altri lo apprezzano particolarmente e lo ritengono sottovalutato. Senza dubbio è una pellicola di transizione necessaria in cui i nostri protagonisti si rendono conto di essere veramente soli in un mondo di oscurità. Inoltre vengono introdotti nuovi personaggi secondari memorabili come la coraggiosa Eowyn o il triste Faramir.
2) Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell’Anello
È la pellicola che ha dato inizio a tutto, che ha reso reali le opere di Tolkien e ha battuto ogni record. Non solo ha omaggiato l’universo dello scrittore ma l’ha reso ancora più vivo e pulsante. C’è chi dice persino che i film siano meglio dei libri, un caso più unico che raro. Il film è perfetto dall’inizio alla fine e si aggiudica il secondo posto, solo perché “il Ritorno del Re” è più mastodontico. Conosciamo per la prima volta tutti i protagonisti della storia e ci sentiamo quasi noi stessi parte della Compagnia dell’Anello. Frodo Baggins vive nella Contea insieme agli altri hobbit, ignaro del terribile potere che suo zio Bilbo conserva in casa da secoli. Ma un male oscuro si è ormai risvegliato. Sauron è deciso a rimettere le mani sull’Unico Anello e assoggettare al suo volere la Terra di Mezzo. L’amico di lunga data, lo stregone grigio Gandalf scopre l’Anello in casa di Bilbo e spinge così Frodo a fuggire via, verso Granburrone dove potrà essere aiutato dagli Elfi. Insieme a lui si aggiungono il fedele Sam (vero eroe di questa storia), il dolce Merry e l’irrequieto Pipino. Sono loro gli Hobbit che salveranno la Terra di Mezzo. Non senza un certo aiuto ovviamente.
Il mondo della Terra di Mezzo prende così vita tra scenari da sogni e mostri da incubo, tra re senza corona e principesse elfo dalla bellezza eterea, tra spade e frecce e asce, tra casette tra le colline a palazzi nelle foreste. Insomma, basta chiudere un attimo gli occhi per ritornare immediatamente a quel mondo e a quelle sensazioni di magia, pericolo e stupore. Un film che si è imposto nell’immaginario collettivo come caposaldo del genere fantasy al cinema. Il primo capitolo di una trilogia amatissima, studiata e che è riuscita a reggere alla perfezione lo scorrere, spesso ingiusto, del tempo.
1) Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re
“Il Ritono del Re” è l’unico film fantasy ad avere mai vinto l’Oscar per il miglior film dell’anno. Un merito senza eguali ma di certo non l’unico motivo per cui il film si aggiudica la prima posizione. Qui è dove portano tutte le strade. Dopo aver affrontato innumerevoli pericoli e combattuto molte battaglie, tutti i nostri eroi si trovano stremati ma saldi nell’animo alle pendici del Monte Fato. Guidato dal re che ha fatto il suo ritorno a Gondor dopo molto tempo, l’esercito degli uomini è pronto a combattere l’ultima e più importante battaglia per distrarre l’Occhio e dare così del tempo in più a Frodo e Sam. Questi ultimi non se la sono certo passati meglio, da quando hanno lasciato il resto del gruppo. Traditi da Gollum, che li ha messi gli uni contro gli altri, i due hobbit continuano la loro scalata verso il vulcano. Un ultimo momento di dubbio rischia di distruggere ogni speranza ma sarà l’intervento provvidenziale proprio di Gollum ha chiudere il cerchio e rigettare l’Anello nel magma da cui è nato. Alla fine l’hobbit distrutto dalla smania di potere ha veramente giocato un ruolo determinante in questa storia.
Non c’è nulla di criticabile in questo film. Ogni elemento funziona alla perfezione incastrandosi con gli altri in maniera bilanciata a armoniosa. Dal trucco agli effetti speciali, dai paesaggi alle scene di battaglie furiose, dall’evoluzione dei personaggi noti all’introduzioni di facce nuove. Il ritmo è perfetto e la morale finale c’è eccome. Un lieto fine dolce amaro che segna la fine di un’Era e l’inizio di una nuova. Una storia di amicizia, di ottimismo, di coraggio e di bontà in cui il Male viene sconfitto e questo ci dona speranza.