4) Troy – La caduta di Troia
Prodotta da Netflix insieme a BBC, Troy è diretta da Mark Brozel e Owen Harris (Misfits e Black Mirror). La storia è quella che tutti conosciamo e che tutti abbiamo imparato a scuola: Paride, figlio di Priamo, esposto da neonato a causa dei funesti presagi che hanno accompagnato la sua nascita, è cresciuto credendosi figlio di un pastore, ma viene presto riconosciuto dal padre e ricondotto a Troia. Un giorno si ritrova nel bel mezzo di una disputa tra dei e gli viene chiesto di consegnare il pomo d’oro alla dea che ritiene più bella tra Afrodite, Atena ed Era. Paride sceglie Afrodite, con la promessa da parte della dea di avere l’amore della donna più bella. Questa fa innamorare Elena, moglie di Menelao, di lui e avviene il fattaccio. Scoppia la guerra.
Il problema di Troy è che non aggiunge niente di nuovo o avvincente a quello che conoscevamo già. Bisogna poi aggiungere che i personaggi di migliaia di anni fa sono stati totalmente modificati e declinati secondo una sensibilità contemporanea e quindi anacronistica. Zeus e Achille ci vengono presentati come uomini di colore, quando basta leggere qualche riga dei miti greci per capire che non è così. Paride poi viene descritto come l’eroe dell’epopea omerica, quando in realtà è l’opposto. Insomma, ci aspettavamo tanto da Troy, ma siamo stati amaramente delusi.